Uscire da una relazione con un bipolare

Gent.li Medici, vi scrivo perchè sono da pochissimo uscita da una relazione di 5 mesi (ma 2 anni effettivi di amicizia)con un ragazzo presumibilmente bipolare. Mi disse subito di avere un problema psicologico anche se non sapeva bene definirlo sin dall'inizio, dicendo anche che le sue altre ragazze passate se ne erano scappate subito. Io ero e sono ancora purtroppo innamoratissima e quindi non ne feci un problema anzi gli dissi che lo avrei capito e aiutato sempre. Inizialmente la nostra relazione è stata stupenda, molto travolgente, ci capivamo al volo e mi dimostrava il suo amore in ogni cosa. Poi però i problemi iniziarono quando si iniziò a manifestare il sintomo, dopo 2 settimane idilliache mi disse di sentirsi in ansia e che quindi voleva stare un pò da solo. spariva per 2-3 giorni e poi ritornava tutto come prima. Io in quei momenti ero molto preoccupata e lo chiamavo facendo peggio. Quello che mi diceva era di sentire dei demoni dentro e di volersi distaccare da tutti. Quando tornava la persona di prima trovava la gioia di vivere (anche troppa) e faceva 2-3 cose contemporaneamente senza concluderne nessuna, che ne so fare 2-3 sport, iniziare un corso di chitarra, uno di fotografia e parlava sempre dei suoi sogni meravigliosi...con sempre meno tempo per noi e senza riuscire a realizzare nulla alla fine. I momenti in cui si isolava erano però sempre più presenti purtroppo (sempre in crescendo), prima 2 settimane, poi 1 mese, poi 2 mesi...conditi da momenti di rabbia impulsiva e totalmente irragionevole. Quando si isolava potevamo stare nella stessa stanza e nemmeno mi guardava in faccia. Fino a che un giorno io gli chiesi che fine aveva fatto la nostra relazione dove volevamo un futuro assieme e lui mi accusò di voler portare via i suoi sogni, e mi lasciò sparendo senza nemmeno darmi la possibilità di un confronto. Purtroppo io sono dilaniata dai sensi di colpa perchè ora mi rendo conto che la causa di tutto era il suo problema e che se lo avessi preso come tale invece che sul personale (pensavo ad un calo dell'interesse come se si fosse dimenticato di me) forse staremmo ancora insieme. Sono stata l'unica persona che ascoltava e incoraggiava i suoi sogni in questi 2 anni, sogni che, mi spiegò, erano la cosa che lo faceva vivere e andare avanti (anche se al limite dell'irrealizzabile). Ero contenta che avesse dei sogni almeno era felice pensavo. Invece non so perchè ma mi accusò proprio di volerglieli togliere e di non essere sicura dei miei sentimenti per lui. Ma cosa potevo fare di più mi chiedo? lui innalzava un muro inspiegabile delle volte, un muro in cui nessuno poteva entrare. Vi scrivo quindi sia per avere consigli sia una diagnosi perchè non sono nemmeno sicura di che disturbo si tratti effettivamente.
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dopo
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signorina,
Sgombriamo il campo dalla possibilita' di fare diagnosi. Non si possono fare attraverso terze persone neanche de-visu!
Quello di cui possiamo cercare di capire qualcosa e' la Sua reazione.
Da quello che dice Lei con questo ragazzo sta male pur amandolo e sapendo che lui ama Lei.
Ecco, ora dovrebbe cercare di leggere dentro di se' quale emozione prevalga.
E quale la farebbe stare peggio.
Riuscirebbe, per amore, a reggere?
Mi rendo conto che non sia una domanda facile a cui dare una risposta. E quando pure avesse trovato questa risposta "in teoria" riuscirebbe a mettere in pratica la Sua scelta?
Provi da sola, ma se non dovesse farcela chieda un aiuto. Esistono psicoterapie brevi che si dirigono a un solo "ambito". Per questo possono essere brevi.
Auguri cara signorina!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Marta Stentella Psicologo 355 5
Gentile utente,
sarebbe opportuno non continuare a colpevolizzarsi soprattutto perché stare accanto a chi soffre non è una cosa semplice e non conoscendo l'entità del disturbo non è neanche possibile stabilire che tipo di comportamento sarebbe stato opportuno adottare. Inoltre fare in questa sede, una possibile diagnosi è pressoché impossibile. Per poter ottenere una psicodiagnosi non è sufficiente riscontrare dei sintomi da collegare a una patologia ma sono necessari dei colloqui psicologici uniti alla somministrazione di alcuni test specifici. Da quanto si evince, il suo ex in realtà non è mai stato valutato da uno specialista. Questa sarebbe potuta essere una soluzione per trattare, eventualmente anche farmacologicamente oltre che con un'adeguata psicoterapia, i suoi possibili disturbi.

Saluti


Dr.ssa Marta Stentella - Roma e Terni
Psicologa Clinica e Forense, Psicodiagnosta
www.martastentella.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Perché cercare una diagnosi?
Immagino che pensarlo patologico faccia meno male...

Cali di interesse..
Non la guarda negli occhi...
Sparisce..
Riappare...

Come già detto dalla collega una diagnosi online e per terze persone è impossibile, a me sembra incostante, poco presente alla coppia..altalenante...

Diagnosi a parte, è la relazione che non sta bene...non lui.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Gent.li Medici, direi di spiegare meglio e fare chiarezza sulla situazione perchè dall' ultima risposta credo non sia chiara. Lui di questi suoi problemi psicologici me ne mise al corrente quasi da subito ed in maniera molto esplicita dicendo appunto di avere un disturbo bipolare, non mi sono svegliata una mattina per inventare un pretesto. I suoi amici me ne avevano anche messo al corrente e chiesto di aiutarlo durante tutta la nostra relazione. In maniera molto ingenua e un pò ignorante gli chiesi semplicemente cosa mi dovevo aspettare e mi spiegò che delle volte aveva dei momenti in cui si isolava da tutti e che dovevo semplicemente lasciarlo essere se stesso, oltre ai cambiamenti d'umore repentini. Mi parlò anche di passati pensieri suicidi e di una depressione passata molto forte. Io non mi sono interessata molto all'argomento all'epoca, nel senso che io lo amavo così com'era e quindi per me non sarebbe stato un problema. Ho sempre pensato fossero cose sue e quindi non gli ho mai chiesto nei particolari cosa comportasse, se era andato in terapia o se prendesse qualche farmaco. Ha avuto un passato molto difficile nel senso che la madre l'ha abbandonato da piccolo ed è cresciuto con il padre. Lui quando c'era ed era se stesso c'era punto, mi amava al 100% e lo dimostrava oltre a dirlo, i problemi sono sorti quando in effetti i sintomi si sono iniziati a manifestare ed avevo paura costante che potesse succedergli qualcosa e da qui un crescendo di problemi. Mi è sempre rimasta la curiosità di capire se davvero fosse un disturbo bipolare o altro e come mi sarei dovuta comportare. Concordo con la prima dottoressa che ha risposto che in effetti il problema sia come mi sono sentita io e come mi sento dopo. All'epoca mi chiesi se lo amavo e se potevo superare tutto quanto, e mi risposi di si, nell'atto pratico come dice lei è però purtroppo impossibile e chi ha avuto un'esperienza come la mia lo sa. Dopo un pò si sente la necessità di voler avere una persona normale ed equilibrata e a cui non si debba sempre venire incontro ma anche vice versa... Quando aveva i suoi cambiamenti d'umore stavo molto molto male e mi sentivo costantemente all'erta o in ansia. Purtroppo non si poteva fare molto perchè penso che l'amore a volte non basta e di certo non serve a risolvere un problema cosi grande.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
"Con un ragazzo presumibilmente bipolare"

Tutte noi abbiamo compreso la stesa cosa, cioè che lei chiedesse a noi una diagnosi .

Se la diagnosi è certa, é difficile vivere un amore così sofferente...scelga lei di conseguenza.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

<<Vi scrivo quindi per avere (...) una diagnosi <<
Online e, tanto più su un'altra persona, non è proprio possibile fare diagnosi!

<<All'epoca mi chiesi se lo amavo e se potevo superare tutto quanto, e mi risposi di si<<

Frequentemente nelle prime fasi dell'innamoramento ci si sente onnipotenti, si pensa che l'amore possa infrangere ogni difficoltà.
Ma ci si accorge che in realtà non è così. Che certi aspetto dell'altro minano la fiducia e la relazione, che rischia di trasformarsi in una "relazione di aiuto" che però è un'altra cosa. (<<I suoi amici me ne avevano anche messo al corrente e chiesto di aiutarlo durante tutta la nostra relazione.<<)

E' ammirevole la sua discrezione nel non chiedergli niente sui suoi disturbi e eventuali farmaci ritenendoli "cose sue"; ma se si desidera stare con una persona certi aspetti occorre conoscerli a fondo, per valutare se sono compatibili con se stessi.

<<Ma cosa potevo fare di più mi chiedo?<<
forse nulla; o forse chiedere chiarimenti; o forse stimolarlo a curarsi (se già non lo fa).
Ma forse ha già fatto tutto ciò.


Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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