Ansia a pranzo o in riunione a lavoro

buongiorno,

premetto che ho avuto il mio primo attacco di panico 15 anni fa, portato via in ambulanza, sottoposto ai vari esami tutti negativi.
nei 12 anni seguenti ho alternato alti e bassi, periodo di zoloft, aiutato da qualche ansiolitico, risolvendo per diversi anni il problema aiutato dalla scrittura, mia passione.
per diversi anni non ho quasi avuto problemi.

negli ultimi 3 anni, da quando sono sposato, per quanto vado d'accordissimo con mia moglie che adoro, forse do troppa importanza alla vita, per varie ragioni ho di nuovo accusato i soliti sintomi, in particolare a lavoro, o durante contesti dove dover dar soddisfazione alla gente.
sintomi: giramento di testa, dolori e costrizione al petto, fame d'aria, sensazione di star per svenire. nelle crisi peggiori sono svenuto 2-3 volte, e altre volevo andar al pronto soccorso.

un paio di anni fa ho effettuato anche 15 sedute di psicoterapia, che ho sospeso sia perché non vedevo miglioramenti, sia per il costo.

le ragioni che ho individuato sono in primis l'ipocondria, in particolare per un'insufficienza mitralica che in un eco era stata diagnosticata lieve e nell'ultimo moderata, poi ho provato fobia per vari pericoli nei viaggi: non durante i viaggi che sono andati tutti molto bene, ma prima, nella preparazione, per le ragioni le pià diverse: sqauli, tsunami, attacchi terroristici etc.
ora ad es. questa paura non ce l'ho più potrei andare ovunque, ora la paura è di star male a lavoro e screditarmi.

mi capitano poi di tanto in tanto sintomi strani come dolori al petto che si irradiano su mandibola, gola e dorso. e ogni volta che accadono penso sempre al peggio sebbene tutti i medici mi rassicurino sostanzialmente che l'insufficienza mitralica non c'entri nulla.

tre mesi fa ho preso zoloft per un mese, che poi ho sospeso su consiglio di un illustre cardiologo che mi ha rassicurato in merito alla mia insufficienza mitralica, sono stato bene per un mese e mezzo, e ora sono ripiombato negli attacchi d'ansia peggiori.

ora il problema sono le riunioni a lavoro, e soprattutto i pranzi coi colleghi.
se pranzo a casa o con amici, in situazioni in cui posso fuggire, ed esser libero di sentirmi male no problem, i pranzi di lavoro, dove sono bloccato a tavola, sono un vero martirio; per due volte mi è capitato di dover dire di stare male, cosa molto imbarazzante ed umiliante e soprattutto, accentua ancor di più il terrore di dover affrontare riunioni o pranzi.
non confondiamo sono una persona che quando sto bene sono molto socievole, simpatica, estroversa, anzi super esuberante.
ma questo problema mi condiziona performance lavorative, felicità, tutta la vita insomma.
la situazione è cosi insostenibile, che sono 10 giorni che a lavoro mi ritrovo costretto a prendere una pillola di ,25mg di alprazolam al giorno.
la vita è davvero difficile da condurre, a lavoro. se sono nel mio ufficio da solo, o a telefono ok, con altri, gia da prima che deve iniziare riunione o pranzo sto male.
che fare?

[#1]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

ci sono diversi tipi di approccio psicologico che possono aiutarla a gestire sia gli attacchi di ansia che la paura della paura.
Per quanto riguarda il supporto farmacologico, dovrebbe gestirlo un esperto in psichiatria o in neurologia, dato che il cardiologo non è proprio il medico più adatto.
Certo, online, può fare ben poco, essendo soprattutto la componente comportamentale un aspetto importante del disagio.
Personalmente le suggerirei di provare con l'ipnosi.

Cordiali saluti
Dr. Fernando Bellizzi
http://www.ericksoniano.it

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

[#2]
Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Gentile Utente,

da diversi anni ormai si porta dietro questo malessere e che sembra non sia stato probabilmente curato sufficientemente, faccio riferimento al percorso psicoterapeutico che ha interrotto, è davvero un peccato.
Le dico questo perchè gli esami medici che ha effettuato hanno avuto riscontri negativi. Credo quindi che sarebbe utile magari provare a ripensarci, può rivolgersi anche a strutture pubbliche.

Mi colpiva la descrizione che fa di se stesso come di una persona che "quando sto bene" è socievole, simpatica e "super-esuberante", forse è proprio qui il punto ossia il "quando" sta bene, quando può fuggire e sottrarsi alle situazioni ansiogene? Quando non deve dimostrare nulla a nessuno, quando non si sente sotto osservazione e giudizio?
Sono naturalmente degli spunti di riflessione che poi si potrebbero riprendere ed approfondire di persona con un professionista.

Un cordiale saluto

Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova

[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

la Sua domanda è "che fare"?

Considerato che gli accertamenti clinici hanno dato fortunatamente esito negativo,
è ragionevole pensare che il corpo le mandi altro tipo di segnali:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html
Forse si ritroverà nella News che Le consiglio.

Psicoterapia abbinata a farmacoterapia sembrano rappresentare il meglio; ma prima occorre una diagnosi. E per i farmaci uno psichiatra.



Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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