Paura di malattie e cardiofobia

Buonasera,
Vi scrivo poiché penso di essere arrivata al culmine della disperazione. Ho 27 anni e sono cresciuta con la paura delle malattie. Mentre i bambini giocavano io mi chiudevo in casa.
Ho ricordi frammentati di esami, da piccola non potevo andare nei centri commerciali che svenivo. Mi bastava poco per perdere il controllo, vedevo come dei pallini blu.
Poi è subentrata la cardiofobia. Ho una paura estrema di avere malattie o ancora peggio di morire. Soffro di ansia, e di stomaco, l'ernia iatale non mi aiuta..causa extrasistole fastidiose. Ho fatto un check-up cardiologico a marzo e i risultati sono buoni, mi hanno solo detto di imparare a conviverci. Magari fosse cosi facile. Ho perennemente bisogno di essere rassicurata, ho periodi in cui sto bene, altri invece dove la "fifona ansiosa " che è in me prende il comando.
Invidio chi riesce a vivere una vita serena... Sono stanca di spaventarmi tutte le volte che sento qualcosa. Stanca di passare le giornate a cercare qualcosa nel mio cuore che non va. Da piccola ho fatto sedute con psicologi ma purtroppo con scarsi risultati.

Vorrei solo uscirne...
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Dr.ssa Erika Salonia Psicologo 111 7 4
Gentile ragazza,
comprendo che sentirsi dire di imparare a convivere con i suoi disagi non solo non abbia risolto il problema, anzi l'abbia resa ancora più ansiosa.
Molti pensano, erroneamente, che basta avere forza di volontà per uscire fuori dalla sofferenza, specie quella psicologica.
In realtà, questo causa solo rabbia e frustrazione in chi se lo sente dire o semplicemente lo percepisce dagli sguardi o dai toni degli altri.
Non si lasci fuorviare da questa favoletta, non è vero che si è più deboli perché non si riesce a trovare da soli la soluzione, spesso si creano dei meccanismi di auto-sabotaggio nella nostra mente, dei circoli viziosi, che ci impediscono di trovare la porta verso l'uscita, anche se ce l'abbiamo davanti.
Non abbia timore di rivolgersi a uno psicologo, magari quando ci ha provato in passato i tempi non erano maturi o lei non era pronta, si lasci accompagnare gentilmente a recuperare dentro di sé gli strumenti e le risorse che le necessitano per dare una svolta alla sua vita.
Cari saluti

Dr.ssa Erika Salonia (Psicologa)
erikasalonia@medicitalia.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno dottoressa e grazie per la sua risposta. Proverò a seguire il suo consiglio, nella speranza di riuscire almeno questa volta, a mettere la parola fine a questo disagio.
Io ci provo...quando sta per arrivare il panico lo sento, la bocca dello stomaco si stringe, poi subentra la tachicardia, le gambe tremano, dolorini sparsi sul braccio sinistro e la paura di non farcela...e ci provo davvero a dirmi che non è nulla, ma poi iniziano i pensieri negativi, "arriverà il giorno in cui il cuore non reggerà più questi ritmi" "ma vale la pena vivere cosi?" e mi sento tremendamente in difetto rispetto a chi, ha davvero una malattia.
Sono cresciuta vedendo mio nonno stare male, soffriva di crisi epilettiche e alzaimer. I bambini a scuola mi prendevano in giro...già alle elementari dallo stress sono stata ricoverata, mi ero fatta venire i vermi. Poi i vari svenimenti, e anche li mi ricordo gli esami, la testa piena di gel e tutti i fili attaccati, dei video con immagini e colori accesi.... Poi il cuore. Dopo la lezione di scienze ne sono rimasta segnata... "l'unico muscolo che non siamo in grado di comandare. Se lui si ferma, ci fermeremo anche noi". Vorrei solo togliermi tutto questo peso da dosso e vivere.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
(...) “quando sta per arrivare il panico lo sento, la bocca dello stomaco si stringe, poi subentra la tachicardia, le gambe tremano, dolorini sparsi sul braccio sinistro e la paura di non farcela...e ci provo davvero a dirmi che non è nulla (...)

Ecco, nel preciso istante in cui lei dice a se stessa: “non è nulla!” altro non fa che attribuire valore, seppur negativo, a ciò che avverte e quindi le “partono i pensieri negativi”.
Dovrà imparare, magari con una buona psicoterapia (come suggerito dalla Collega Solonia), ad ignorare completamente i sintomi neurovegetativi dell’ansia. Lasciandoli scorrere...
Senza pensarli proprio! È questo il punto.
Gradualmente, in questo modo, svaniranno...

Le serve l’aiuto un/una bravo/a collega.

Stia bene!

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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