Approccio alla sessualità dell'uomo che frequento, non so gestire quei momenti

Gentilissimi,
Ho 27 anni, frequento un uomo di 50 sposato.
Relatore di triennale, per la magistrale in altro ateneo mi ha offerto uno stage e mi ha fatto da correlatore esterno.
È nato un rapporto dichiaratamente sessuale.
Preciso che non lego né il sentimento né il sesso ad una prospettiva di coppia.
Per mesi i contatti si sono limitati a baci con lui che mi cercava il sesso con le mani, per poi allontanarmi di peso.
Prima del lockdown si è fatto fare un rapporto orale e si è agitato, dicendo che non sarebbe dovuto succedere.
Seguono "rapporti telefonici" dove esalta le dimensioni del suo pene o la sua eccitazione (che io non potevo vedere) ma immediatamente finito ripete di sentire un coinvolgimento dispari e che una parte di lui non stava bene.
Riguardo a ciò: vivo i rapporti con intensità, ma non mi fa soffrire il disequilibrio di emozioni né pretendo di dire all'altro quello che deve provare, basta la chiarezza.
Gli uomini che ho frequentato hanno capito, l'ho sempre tranquillizzato, ma teme tanto per la sua "immagine".
Dopo il lockdown la relazione é diventata quotidiana e più spontanea.
L'estate scorsa abbiamo trascorso 10 giorni di vacanza, e I rapporti sono stati masturbazione da parte sua con frasi spinte, dove non mi spoglia, devo guidarlo, arriva direttamente ai genitali e sesso orale da parte mia, veloce, dove mi chiede solo di "farlo venire" e non ha un'erezione piena.
Credo anche che sia a disagio per le sue dimensioni.
Da un anno si ripete questo meccanismo che mi confonde: sembra eccitarsi ma comincia letteralmente a sfuggirmi, in panico, non vuole che lo tocchi.
Quando ben mi adeguo al suo rifiuto, si abbassa le mutande e cerca un rapporto orale.
Immediatamente dopo l'orgasmo, si ricopre, non vuole che lo tocchi né lo guardi più.
Poi dice di star male, di sentirsi "violato" dal mio atteggiamento, di subire la situazione, rispondendo ai miei tentativi di chiarimento con silenzi o lacrime.
Da poco ha deciso che "non vuole questa intimità", sostenendo di non aver mai provato piacere.
Mantiene i contatti sostenendo di volermi aiutare nel lavoro accademico, ma poco fa di nuovo le stesse dinamiche.
Sono sempre stata diretta nei confronti e il suo atteggiamento va dalla stizza alla tranquillità esagerata.
In pubblico parla di sesso in modo inopportuno, simulando "apertura mentale", ma ho la sensazione che leghi l'approccio sessuale all'inconsapevolezza.
Ha trascorso 4 anni in seminario, è sposato con una donna più vecchia la quale aveva già due figli.

So che non dovrei chiedere consulti per lui ma per me é una persona importante e la situazione é diventata un vortice dove io continuo a desiderare un rapporto più sereno, ma non so se fidarmi perché non mi spiego l'origine di queste reazioni e non saprei né come trovare un equilibrio né se mi sta sfuggendo una dinamica manipolatoria.
Vi ringrazio se voleste darmi pareri competenti
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile utente,
premetto che il "parere competente" richiede una conoscenza che non si attua nella lettura di poche righe, e aggiungo che qualunque parere risulta impossibile quando si parla di cose riferite, ossia di comportamenti, modi, reazioni che lei racconta di un altro.
Ovviamente qualcosa possiamo intravedere di lei, che di questa descrizione è l'artefice, quindi anche il filtro. Le sue domande sono due: come trovare un equilibrio, e se è vittima inconsapevole di una dinamica manipolatoria.
Purtroppo però il grande assente, nella sua richiesta di consulto, è lei stessa. Cosa vuole in genere dal rapporto con un uomo? Cosa si aspettava quando ha incontrato quest'uomo, poi quando ha cominciato una relazione intima con lui, e cosa si aspetta da lui oggi?
Come potremmo parlare di una terza persona e prospettarle un possibile equilibrio con essa, quando lei nasconde sé stessa, i suoi desideri e le sue aspettative?
Ci dice solo che da una relazione professore/alunna (oltretutto con uno - o tutti e due? già legati ad altra persona) "È nato un rapporto dichiaratamente sessuale".
A questo punto lei specifica: "Preciso che non lego né il sentimento né il sesso ad una prospettiva di coppia".
Cosa intende dire? Che l'intimità sessuale e perfino l'innamoramento sono per lei ininfluenti sul progetto di una relazione di coppia, tra due partner?
Del resto lei non ci parla di un suo innamoramento, ma nemmeno di una marcata attrazione verso quest'uomo. Quindi, mi scusi, cosa esattamente desidera da questa relazione? Forse una maggiore attenzione didattica alla sua tesi? Un voto di laurea più alto? Non ha temuto, piuttosto, che il rapporto professore/alunna ne uscisse compromesso?
Mancando inoltre nella sua richiesta qualunque riferimento alle modalità che hanno convertito un rapporto docente/discente in una relazione sessuale (è stato il professore a circuirla? è stata lei a lanciare segnali di disponibilità?) risulta difficile capire se nel sentirsi "violato" quest'uomo esprima un sentimento giustificato o meno, e altrettanto se lei sia un'ingenua studentessa "manipolata" (non sembrerebbe) o al contrario un'opportunista che non ha del tutto centrato la meta che si era proposta.
Provi a scriverci cercando di chiarire cosa l'ha spinta a iniziare questa relazione, perché non la interrompe e in che senso continua "a desiderare un rapporto più sereno". Che tipo di rapporto? Con quale esito?
Noi siamo qui.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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