Depressione e amore

Buonasera, scusate il disturbo.
Giungo al dunque abbastanza in fretta.
Ero fidanzato da 4 anni e mezzo, una ragazza che considero perfetta e la amo tutt'ora come i primi mesi.
Quando ci siamo messi insieme ero da poco uscito da una situazione di tradimenti ed ero molto geloso, tanto che lei di sua sponte ha col tempo perso amici maschi e femmine.
Questo per dimostrarmi che potevo fidarmi (credo).
A natale dell'anno scorso ha perso la nonna, e, insieme al peso della scuola (lei sta per farne 20 io ne ho 23) è caduta in una brutta depressione.
Io sono un pessimista nato ed ho cercato di farle vedere sempre il mondo per come lo vedo io, per come ritengo sia davvero.
Insieme alla sua forte depressione io ho smesso di lavorare, quindi abbiamo iniziato a fare poco niente insieme se non letto e divano.
Ha iniziato ad andare a dormire tardi e svegliarsi tardissimo, probabilmente per scappare dal giorno dopo e dal suo malessere che era iniziato da dolori fisici (mal di stomaco e attacchi di panico) ad una vera e propria diagnosticata depressione.
Lo psichiatra ha iniziato a darle daparox insieme ad un ansiolitico ed inizialmente stava meglio, era tornata a cercare la "vita" (cosa che senza lavoro e con la mia malinconia costante non potevo offrirle).
Così le si è presentata un occasione di partire per l'estero e io non gliel'ho potuto e non avrei nemmeno voluto negargliela (è andata a lavorare lì per 3 mesi).
Poco prima della partenza iniziavano a presentarsi i primi problemi, mentre io facevo piani per il futuro e cercavo di cambiare vita lei si tirava indietro.
Fatto sta che la mia gelosia è rinata, spinta dalla mia assoluta insicurezza, ed una volta partita ho cercato rassicurazioni costanti fino a quando lei mi disse che aveva bisogno di staccarsi da me e vivere perché meritava di essere felice.
Andai da lei dopo solo una settimana ma passati i primi 10 minuti di felicità quando mi ha visto (era una sorpresa, lei non sapeva che venissi) non mi è più sembrata "interessata".
Tanto che quando le chiedevo se mi amava ancora lei si ammutoliva.
Diceva che la depressione non la fa vivere e che era destinata a stare male (nonostante io abbia sempre fatto quel che potevo per aiutarla e starle accanto, per non perderla).
L'ultima sera andò malissimo.
Quando tornai mi chiamò per prendersi una pausa e qualche giorno dopo mi disse che non vedeva speranza per noi insieme, che mi aveva dato tutto quel che poteva e si sentiva svuotata.
Diceva che mi vede a come ad un altro livello mentalmente e che non riusciva più a starmi dietro.
Quindi ci lasciammo ma io la voglio ancora, non le scrivo per non assillarla ma non mi resta che aspettare che torni in Italia e vedere cosa fare.
Intanto sto lavorando su me stesso, sulla mia mentalità per essere migliore ed ho trovato un lavoro, ma il mio pensiero costante resta lei, che non mi scrive da giorni e quando lo fa è disinteressata.
Non so nemmeno perché mi scrive.

Scusate la confusione mentale, secondo voi che dovrei fare...
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Dr. Michele Spalletti Psicologo, Psicoterapeuta 209 6 1
Caro utente, le rispondo porgendole alcune domande: lei che idea si è fatto del reale motivo per cui la vostra relazione è andata scemando fino alla rottura?
Dice che lei è ancora innamorato come i primi mesi, le vorrei chiedere, se se la sente di rispondere ad una domanda così personale, come mai sia innamorato e quindi a cosa risponda questa ragazza nel suo desiderio e nella sua economia psichica.
Credo sia importante analizzare queste questioni per costruire una l"ogica della sua vita amorosa" e capire come poter risolvere o cercare di risolvere il comprensibile dolore che è derivato dalla separazione o per riavvicinarvi.
Restando in attesa, le porgo i miei saluti.

Dr. Michele Spalletti, psicologo - psicoterapeuta

[#2]
dopo
Utente
Utente
La motivazione la metto sulla sua depressione e il mio periodo non lavorativo e quindi non economicamente sano. Aveva bisogno di vivere e io non le ho potuto dare niente.
Mi sono innamorato perché.. non lo so, perché è lei. È il mio ideale di donna. Quella che io definisco "donna". È quella che vorrei affianco nella vita, e non solo una relazione.
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Dr. Michele Spalletti Psicologo, Psicoterapeuta 209 6 1
Gentile utente, grazie per le risposte e gli approfondimenti.
Entrambi in quel periodo di cui parla eravate in una fase in cui avevate subito delle perdite ed eravate in uno stato di concentrazione malinconica su voi stessi che rendeva difficile investire sull'altro.
Questa contingenza non avrà di certo giovato alla vostra relazione che, infatti, sembra da allora essersi inabissata in una routine e in un vissuto temporale subito nella sofferenza piuttosto che come protagonisti attivi immersi in una progettualità di coppia.
Potrebbe starci che questo, alla lunga, possa portare a percepire e concepire il partner più come un "peso" che come una risorsa, più come un compagno di "sventura" che come soggetto sul quale riporre la propria fiducia per un futuro insieme.
Al di là di questi fattori circostanziali, io mi interrogherei sulla funzione che la sua ragazza esercitava per lei e viceversa.
Che cosa rappresentava lei per la sua partner e reciprocamente cosa cercava in lei?
In sostanza, in quella fase, potrebbe essere venuta meno qualche motivazione immaginaria che faceva legame.
Inoltre, lei dice di essere un pessimista nato e che questa sua forma mentis l'ha, in qualche modo, applicata nel dialogo con lei, la quale, a posteriori, le ha riferito che avrebbe meritato di essere felice.
Non se ne faccia una colpa del suo modo di pensare ma potrebbe starci che questa sua indole, associata al periodo di depressione abbia in lei fatto maturare delle ulteriori angosce sulla possibilità di vedersi adeguatamente nel vostro futuro insieme.
Lacan dice che "amare è donare ciò che non si ha" e in questo caso potrebbe essere proprio cedere questo pessimismo appannaggio di qualcosa che per lei è apparentemente estraneo, come un modo diverso di concepire la vita che potesse in qualche modo smuovervi da quella fase "larvale" in cui tutto scorreva in modo abbastanza passivo.
La invito, inoltre, a riflettere sul suo investimento nei confronti di questa ragazza, perché come è plausibile che lei avrevve potuto donare un amore inedito rispetto al suo modo di essere e pensare è anche vero che la sua compagna avrebbe potuto, nonostante il momento che stava e stavate affrontando, non farla cadere appena si è ripresa.
È legittimo che lei sia innamorato di lei ma lei stessa è capace di sostenere il suo essere e di rispettare, in una relazione, quel che ne può conseguire, nel bene e nel male?
A quanto pare per ora no e, infatti, si sta aprendo ad altro.
Questo non deve assolutamente farla sentire in difetto, anzi, tutt'altro ma farla solo riflettere sulla leicita' di rivolerla a tutti i costi.

Dr. Michele Spalletti, psicologo - psicoterapeuta

[#4]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio infinitamente.. bellissime parole e mi ha aperto un mondo, dove non mi sento più in colpa solo io. Il problema è che io lei la amo. E ciò che mi attira a lei è la persona che è. Che ho cercato tanto negli anni e non ho MAI trovato, nemmeno lontanamente una come lei. Quando finisce un rapporto sono entrambi ad aver sbagliato, e lei me lo ha fatto capire. Grazie. Voglio comunque cercare di riavvicinarmi a lei. So che la maggior parte degli errori li ho commessi io, mentre lei se ne è andata perché ha visto un barlume di speranza che con me non poteva cogliere. Penso abbia fatto bene, ha dato modo anche a me di vedere in faccia la realtà ed iniziare a cambiare ciò che non mi è mai piaciuto di me ma che usavo come "scudo" difensivo dalle difficoltà che la vita mi poneva avanti.
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Dr. Michele Spalletti Psicologo, Psicoterapeuta 209 6 1
Gentile utente, ha colto in pieno il senso della separazione e la possibilità che hanno i legami sentimentali di indurci a delle consapevolezze personali per farci cambiare ed evolvere.
Giusto che lei cerchi di riavvicinarsi con questo spirito e con queste motivazioni.
Comunque vada, infatti, per lei sarà comunque un successo perché questa esperienza l'avrà attivata in una crescita interiore e quindi potenzialmente potrà essere un uomo "migliore" e più consapevole di sé nel rapporto con sé stesso e con l'altro.
In bocca al lupo.

Dr. Michele Spalletti, psicologo - psicoterapeuta