Come gestire il ripresentarsi di disturbi alimentari, dopo aver smesso di fumare

Buongiorno.
43 anni, fumatrice dai 15, ho smesso da un mese.
L'interruzione e' stata fortemente voluta, ben preparata, consapevole e felice; incredibilmente serena.

Molto piu' semplice del previsto.

Ma, contestualmente, si e' ripresentata la bulimia (o, per meglio dire, un disturbo da iper-alimentazione incontrollata) che era sotto controllo senza particolare sforzo da quindici anni.
All'epoca ero arrivata a 86 kg per 163 cm di altezza.
Dopo un periodo di rigidita' estrema ed eccessiva, durante il quale ho raggiunto i 63 chili, mi sono relativamente stabilizzata tra i 63 e i 68, riuscendo a controllarmi senza un sforzo insostenibile, per i successivi 13 anni.
Seppure riconosco alcuni atteggiamenti ossessivi, mantenevo un certo equilibrio.

Da un mese ho smesso di fumare e ho completamente perso il controllo: ho ripreso ad abbuffarmi, facendo anche quattro grossi pasti al giorno.
Ho ripreso il consumo smodato di zuccheri raffinati, che erano rpaticamente assenti dalla mia alimentazione, salvo rarissime eccezioni, e riconosco pienamente la dipendenza fisica conseguente.
Ho raggiunto i 73 kg e sono assolutamente terrorizzata all'idea di non riuscire a fermarmi e trovarmi di nuovo nell'incubo (e gia' il fatto di non riuscire a riprendere le redini mi catapulta nell'abisso che tanto bene conosco).
Pratico yoga, e i chili in piu' cominciano ad essermi di ostacolo nella mobilita'.
Mi sento estremamente male.

Ho afforntato tre anni di psicanalisi (terminata sei mesi fa) durante la quale ho realizzato con grande chiarezza le origini del mio disturbo.
Ma conoscerne la causa, e aver risolto la quasi totalita' dei conflitti con mia madre (la quale e' stata molto collaborativa), nonche' aver recuperato il npstro rapporto, al momento, non mi permette in alcun modo di evitare di caderci.
Mi chiedo se sono l'unica a cui accade una cosa del genere.
E se non c'e' nulla che io possa fare per correre ai ripari con urgenza, al di la' del riprendere le sedute, perche', come e' ben noto, i tempi dei percorsi psicologici etc.
non sono brevi, mentre io, qui, sono in caduta libera.
RIschio di tornare obesa nel giro di due o tre mesi.
Grazie in anticipo per ogni suggerimento.
[#1]
Dr.ssa Silvia Ruggeri Psicologo 12 1
Buonasera,
il comportamento bulimico si attiva spesso quando esiste una privazione. Più cerco di privarmi di qualcosa più trasgredisco per ritrovare il piacere. Più cerco di tenerlo sotto controllo e più lo perdo. Quello che posso assolutamente consigliarle con convinzione è di iniziare un percorso terapeutico e di non cercare soluzioni da sola perché sarebbero fallimentari con estrema probabilità. I disturbi alimentari sono trappole da cui è difficile uscirne da soli. Le consiglio di cercare nella sua zona un bravo terapeuta con approccio breve-strategico. Sarà un percorso nuovo e diverso per lei rispetto a quello già affrontato e potrebbe risolvere il suo problema in tempi brevi. Questo approccio è molto efficace per il suo disturbo.
Cari saluti

Dr.ssa Silvia Ruggeri

[#2]
Dr. Donato Duse Psicologo, Psicoterapeuta 12
Gentile utente,

in accordo con la collega penso che le possa essere utile in questo momento trovare ascolto, anche rispetto a ciò che sta vivendo ora, al panorama attuale della sua vita, a queste sue preoccupazioni che riemergono rispetto all'alimentazione,...

Credo che potrebbe parlarne con il suo medico di base, per cominciare. Esistono molti luoghi in cui è dato ascolto a problematiche di tipo alimentare, dal punto di vista medico, nutrizionale, psicologico, anche in modo tempestivo. Il suo medico sicuramente avrà dei riferimenti.
Se lo ritiene il caso, potrebbe ricontattare anche il suo/la sua terapeuta, o un/una collega, magari non per un percorso lungo ma per un parere, un consulto.

Provi se può a non sentirsi troppo "la pecora nera" ("Mi chiedo se sono l'unica a cui accade una cosa del genere", ci dice): per cominciare ha ottimamente pensato di chiedere un confronto su questo tema, linea che continuerei a seguire, per uscire da questo momento difficile.

Se vuole ci aggiorni

Un saluto

Dr. Donato Duse
Psicologo Psicoterapeuta

[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Gentile utente,

aggiungo una informazione che potrebbe esserLe essenziale:
su tutto il territorio nazionale operano i "Centri per i disturbi del comportamento alimentare (DCA)", presso i quali collaborano in sintonia tutti gli Specialisti che si occupano di tale patologia:
Psicologo, nutrizionista, endocrinologo, ecc.. Questo perchè i disturbi alimentari sono multifattoriali, e dunque hanno bisogni di cure multiprofessionali.
Vi si accede con impegnativa del medico di base, pagando unicamente il ticket (se non esente).

Presso i DCA l'approccio psicologico frequentemente non è quello psiconalitico, bensì di terapia breve; Lei non è l'unica per cui ".. conoscerne la causa.. non mi permette in alcun modo di evitare di caderci", può essere necessario apprendere e possedere anche alcune strategie di fronteggiamento.
In questa News troverà la mappa di tutti i DCA d'Italia: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6999-anoressia-bulimia-binge-eating-come-sconfiggere-i-dca.html , o anche consultando il sito del Ministero della Salute https://piattaformadisturbialimentari.iss.it/ .

Nel caso abbia bisogno di uteriori informazioni, non esiti a scrivere qui.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

DCA: Disturbi del Comportamento Alimentare

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