Ultimamente non mi riconosco

Salve.
Ho un problema che mi affligge da circa un anno, più o meno sono stata in una relazione per una decina di anni, dai 16 ai 26 anni.
Praticamente sono cresciuta insieme a lui.
Ma a causa delle nostre famiglie non eravamo molto felici, finendo per rovinare la nostra relazione.
Posso dire di averlo amato infinitamente fino a che negli ultimi due anni di relazione mi sono resa conto che quel amore non mi rendeva felice.
Mi sono spinta sempre di più verso il mio migliore amico, innamorandomene.
L’ho realmente scoperto a gennaio 2021 questo sentimento, a marzo l’ho dichiarato e a maggio ho chiuso la mia vecchia relazione.
A settembre ho reso pubblico il mio nuovo amore anche a chi ancora non ne era al corrente, ricevendo mille critiche e disprezzo.
Sono stata veramente male, soprattutto per i sensi di colpa.
Però ho capito che serviva veramente che qualcuno mi portasse via da lì altrimenti non me ne sarei mai andata.
Avrei continuato a pensare che andasse bene continuare ad essere infelici per amore e perché era il primo uomo della mia vita e che con lui dovessi concluderla.
Però purtroppo non sempre va come immaginiamo, no?
Problema che ora per essermi sentita tanto ferita dagli altri, per colpa della mia coscienza, a causa di essermi ritrovata in una nuova relazione così in fretta con una persona totalmente diversa da quella di prima, mi rende, non so, strana.
Ho degli atteggiamenti con il mio nuovo fidanzato che non mi sembrano da me.
Sono diventata molto immatura, molto viziata, non accetto niente che non mi va e gli do la colpa di ogni nostro litigio.
Anche se fa di tutto per far andare bene tutto e rendermi felice, trovo sempre motivo per essere infelice e litigarci.
Ma dei litigi che non ho mai avuto in vita mia, tipo che lo minaccio di suicidarmi e lo faccio piangere.
E in quei momenti mi sento isterica.
Ho sempre tenuto questa voce chiusa dentro di me, nella vecchia relazione non usciva una parola da me, accettavo sempre tutto e ora sembro esplodere ogni giorno ma non voglio che a causa del mio comportamento un’altra persona ne resti ferita.
Lo amo veramente, penso ad un futuro serio insieme a lui, quando stiamo insieme sono la persona più felice del mondo, ma appena va via per lavoro (quindi relazione per lo più a distanza), vado fuori di testa.
Anche a causa della gelosia, che veramente non me ne da motivo, nella mia testa lo capisco ma poi agisco veramente come una pazza.
Lo stresso.
Non mi riconosco più.
Ero la persona più calma e paziente del mondo, ora sono un uragano e senza motivo.
Ora sono cattiva e immatura e non voglio farlo soffrire.
A sua volta però mi tiene testa in quei momenti invece di cercare di capire che sono fuori di me invece di calmarmi mi fa bollire di più e in giusta causa essendo che viene attaccato senza motivo come dovrei fare?
Cosa dovrei fare per sentirmi in pace con me stessa e ritrovare la serenità?
Sono anche costantemente tormentata dagli attacchi di panico o da incubi
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 185
Gentile utente,
forse è arrivata per lei la svolta che può spingerla a prendere coscienza di quella che è stata la sua vita e quella che può diventare, se accetterà finalmente l'idea che le sue scelte, fin qui, sono nate da situazioni traumatiche le quali vanno riconosciute, affrontate e curate.
Ho letto tutte e trentatré le richieste di consulto inviate ad una serie di specialisti di Medicitalia.
Se ne ricava l'impressione che lei abbia chiuso gli occhi sulla realtà, che abbia accettato come inevitabile la malattia ("ansia" e "crisi di panico" ricorrono nelle sue email), che abbia perfino cercato inimmaginabili condizioni di disagio ribattezzandole "amore", pur essendo tali da rendere infelici i membri della coppia e anche i genitori.
Ha fatto questo non per sua colpa -era troppo giovane, del tutto inesperta e alla disperata ricerca di sicurezze- ma sull'onda di un disagio emotivo che viene da lontano, forse dai traumi vissuti da suo padre poco tempo prima della sua nascita, mai elaborati, trasmessi a lei nelle "scelte" che le sono state consentite per apparente indulgenza, ma in realtà per una profonda incapacità di tutela.
Tutto questo può essere dolcemente dipanato, compreso, elaborato solo con l'aiuto di uno specialista.
Ora ci scrive: "Agisco veramente come una pazza"; "Lo stresso"; "Non mi riconosco più";
"Ero la persona più calma e paziente del mondo, ora sono un uragano e senza motivo"; "Ora sono cattiva e immatura e non voglio farlo soffrire".
Ma questa "immaturità" è l'emergere di una donna giovane che aspira alla salute, dalle ceneri di una bambina ferita a cui era stato assegnato di rinunciare alle prerogative e ai sogni dei suoi anni per fare da finta moglie a un altro ragazzino nelle più grandi, inevitabili difficoltà.
Solo nel rapporto con uno specialista lei potrà superare, non la "dipendenza" di cui ci ha parlato nel 2018, ma la richiesta ansiosa di tutela che ha cercato nella convivenza precoce e forse sempre nella vita, per esempio quando ha cercato di essere, lei figlia, una tutela genitoriale, il baluardo contro la depressione suicidaria di suo padre.
Uno psicologo le farà superare la soggezione infantile al giudizio degli altri che ritorna ossessivamente nei suoi scritti: "Tutti si sono opposti e mi hanno impedito di vedere i sentire ancora questo ragazzo Dicono che è una infatuazione a causa dell'abitudine, della routine, della mancanza di attenzioni da parte del mio fidanzato e che passa" (già nel 2018). "Adesso io vengo giudicata da tutti e lui passa per quel uomo sensibile e non compreso" (2021). "A settembre ho reso pubblico il mio nuovo amore anche a chi ancora non ne era al corrente, ricevendo mille critiche e disprezzo".
Pensa ancora che tutto questo, e il resto che si annida dietro la trasmissione transgenerazionale del trauma, lei possa superarlo da sola?
Le faccio tanti auguri e spero che vorrà andare verso una serena guarigione.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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dopo
Utente
Utente
Grazie mille! Grazie per aver letto tutte le mie domande cercando di potermi dare una risposta così completa non mi ricordavo di aver parlato di questa infatuazione già prima, fatto sta che ho realmente capito l’amore che provavo nei confronti di quest’altra persona troppo tardi e questo solo perché ero costantemente sommersa dai sensi di colpa. Appena aprivo gli occhi al mattino, sentivo di non meritarmi quel risveglio e cominciavo la giornata piangendo. Ora la sua risposta mi ha fatto piangere, avevo proprio bisogno che qualcuno capisse che la mia vita non è mai stata facile ed alcune delle mie scelte azioni dipendono da quello che ho passato. Ora questa persona sta cercando di aiutarmi a riprendere i miei sogni. Quando l’altro giorno gli ho detto voglio realizzare tutto per renderti fiero di me , lui mi ha risposto se lo fai con questo pensiero sbagli, io sarò fiero di te in ogni caso, ma tu devi fare qualcosa per te stessa, per sentirti felice, devi capire che meriti questo . Sentendo queste parole penso che non potrei sentirmi più fortunata e come dice lei sicuramente ho bisogno di uno specialista che mi faccia rendere conto realmente di questo. Sto cercando di fare giorno per giorno tutto quello che non ho mai potuto fare e a volte ho i sensi di colpa pure per questo. Anche se lavoro e mi compro qualcosa con i miei soldi mi sento in colpa, piango poi cercherò di seguire il suo consiglio, però già il fatto che qualcuno abbia capito quello che io stia provando sento che un po’ mi ha curato. Io odio essere giudicata perché sono veramente troppo sensibile e non riesco a passarci su e quando le persone giudicano le mie scelte pur sapendo quello che ho passato mi fa andare fuori di testa. Ma forse dovrei solo realizzare che non ho bisogno dell’accettazione di nessuno ma solo della mia perché sono la persona che più si giudica e si disprezza. Spero un giorno di recuperare la serenità ma soprattutto di smetterla di ferire chi cerca di curare me.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 185
Cara utente,
tenga conto che al Consultorio, alle ASL e anche al Centro di Salute mentale può essere seguita a costo di ticket. Adesso c'è anche il bonus di Stato per la psicoterapia.
Lei dice che odia essere giudicata, ma consideri questo: 1) gran parte delle sue scelte sono state compiute in condizioni di non consapevolezza perché troppo giovane; 2) è lei stessa ad esporsi al consiglio giudicante di chi la circonda.
Non aggiungo altro, perché il resto lo scoprirà in terapia.
Le faccio ancora tanti auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com