Ansia e somatizzazioni?

Buonasera Egregi Dottori/sse
Vi spiego brevemente la mia situazione
Soffro di ansia generalizzata e ipocondria da anni ormai (diagnosticata da psicoterapeuta)
Dopo svariati sintomi e svariate visite, cardiologica negativa, pneumologica negativa, oculistica negativa, test equilibrio svolto dal mio medico tutto ok, emocromo completo perfetto, mi ritrovo ancora a sperimentare a giorni alterni un senso di disequilibro (come se fossi in barca) e a volte percepisco ancora lievi extrasistoli...tutto ciò era regredito fino quasi a scomparire dopo un percorso psicoterapeutico con metodo EMDR
Secondo Voi dovrei indagare ancora a livello organico o potrebbe essere un ritorno ansioso?

Mi rendo conto che a volte la mia ipocondria si fa spazio e mi fa pensare che tutto ciò non può essere solo ansia...
Anticipatamente Vi ringrazio!
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Dr. Mariateresa Di Taranto Psicologo 157 17 3
Gentile utente,

comprendo il disagio che vive; ho appreso dai suoi precedenti consulti che da tempo è afflitto da quest'ansia e questa ipocondria.
Nell'ipocondria il rapporto col corpo si altera profondamente, inesorabilmente, in quanto lo si vive come un luogo pericoloso, indecifrabile, nel quale si abita, in esilio, senza possibilità alcuna di schivare le sue minacce.
Oltre a ciò l'ipocondria costituisce spesso l'argine che si oppone ad emozioni impossibili da contenere, sopportare.

Mi rendo conto che spiegarle che il suo corpo è sano non le fornisce quella sicurezza interna che sta cercando, così come non gliela forniscono i numerosi esami ai quali si è sottoposto, in quanto lei è diventato il medico di sé stesso e forse pur sperando disperatamente da un lato di ricevere prove che attestino che non ha alcuna malattia, dall'altro, in un certo senso è paradossalmente alla ricerca di essa. Si è messo cioè sulle tracce di una malattia che al momento non esiste.
In effetti la sua ipocondria, come lei scrive, si fa spazio tra i suoi pensieri suggerendole che potrebbe non trattarsi di ansia soltanto. E qui si riattiva il circolo vizioso.

Io le suggerirei di continuare il percorso psicologico, parlando in seduta di tali questioni.
Forse è giunto ad un punto di svolta di tale percorso, nel quale avendo acquisito una consapevolezza sul dolore che la affligge, può approcciarsi ad esso in un modo diverso.
Potrebbe provare a mettere il suo corpo tra parentesi, considerare le emozioni che in esso abitano e dare ad esse una voce che forse non hanno mai avuto.
Anche questo è un modo per trattare e considerare il proprio corpo, in fondo, ossia non solo come il luogo in cui possono formarsi malattie, ma anche come il luogo in cui nascono ed esistono emozioni, pensieri, stati d'animo, desideri; dove si esiste nella propria intimità e soggettività.
Così potrebbe narrare la sua storia in un modo nuovo, che le permetterebbe anche di sviluppare col tempo un diverso rapporto col suo corpo ed un senso di appartenenza rispetto ad esso.
Inoltre, un altro punto importante da affrontare in terapia potrebbe essere la paura della morte, in quanto spesso la paura della malattia è in fondo paura della morte.
Potrebbe trovare un altro modo per considerare la morte, proprio a partire dalla sua ineluttabilità, proprio in virtù di essa, imparare a considerarla un evento che ci fa sentire liberi di vivere la propria vita, aprendola ad inedite possibilità di sviluppo, scovando modi sempre nuovi per liberarsi dal dolore e dalle paure e per essere felici.

Auguri di cuore.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dottoressa!
Innanzitutto La ringrazio per a risposta.
Non mi resta che darLe ragione su tutto ciò che ha intuito e risposto.
A volte riesco ad avere consapevolezza che e’ L ansia che alberga in me la causa di questi sintomi,mentre L altra faccia della medaglia è proprio il fatto che nel momento in cui io non percepisco più alcun sintomo,magari anche da diversi giorni,ecco come d incanto che ritorno in quel vortice di sensazioni corporee che mi portano ad immaginare chissà quale malattia.
Ne riparlerò sicuramente con la mia terapeuta!
Anticipatamente La ringrazio!
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Dr. Mariateresa Di Taranto Psicologo 157 17 3
La sensazione di una malattia immaginaria che sopraggiunge quando non avverte più sintomi, riattiva il circolo vizioso e tiene in vita il disturbo.
Spero di averle fornito spunti di riflessione utili, che potrebbe usare anche in seduta.

Cordiali saluti.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it

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