Relazione : doc o no?

Buongiorno,
scrivo su questa piattaforma per avere qualche delucidazione per quanto possibile su una tematica che mi pone sotto assedio ormai da tempo.

Da premettere che anni fa mi è stato diagnosticato il DOC e sto continuando a prendere 20 mg di cipralex al giorno.

Ho avuto tantissime paranoie nel corso degli anni: dai dubbi sulla prima relazione, ai dubbi sull'orientamento, passando per l'ipocondria e infine altre paranoie sessuali.
Ho una relazione da circa 2 anni e mezzo quasi e da novembre circa, sono attanagliato dal costante dubbio di lasciare o meno la mia attuale partner per dedicarmi alla vita da single.
Ci sono della fasi.
Questo dubbio si rafforza se per esempio qualcuno si è lasciato e si diverte oppure se esco con i miei amici e si indebolisce se sono con la mia ragazza in intimità e non, oppure la guardo e sento che mi piace, che è ciò che desidero.
È ormai da tempo che sono incastrato in questo limbo.
A volte è come se cercassi legittimazione per lasciarla, le sensazioni di andare con altre e la voglia di evasione sono forti, ma poi la penso, penso a me senza lei e mi sento stramalissimo.
Altre volte invece non voglio scendere nemmeno con i miei amici e prefrtisco stare solo con lei.
Oppure sono felicissimo di andare e di vederla, altre volte sembra mi annoio quasi di andare orfsino a casa sua.
Mi sento in ansia pure se confermano che devo lasciarla.
Oppure mi capita di pensare che forse è presto per una relazione, ho paura che non mj sto godendo al meglio la mia gioventù e potrei avere rimpianti visto che la vita è una sola.
Sono ancora in una trappola del doc?
Come faccio a distinguere una reale esigenza dal meccanismo del doc?
Se questo dubbio è così ricorrente è perchè è vero?
[#1]
Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 372 4
Buon pomeriggio,


Non è saggio usare una diagnosi per etichettare sé stessi, le consiglio anzitutto di lasciare le note tecniche ai tecnici e pensare a vivere senza cercare di semplificare ciò che sente come dovuto o meno al DOC; è altrettanto vero tuttavia che la diagnosi indica che in lei ci sono questioni non risolte ovvero le sue reazioni emotive sono non sempre ottimali, se ne è reso conto lei stesso avendo vissuto le paranoie e le ossessioni

Il suo disturbo più che metterla in trappola le sta distorcendo la realtà impedendole di capire correttamente cosa viene dalla realtà e cosa invece rappresenta un suo personale bisogno che certe cose siano in un modo od in un altro; per uscirne definitivamente avrà bisogno di affiancare alla terapia farmacologica una terapia psicologica, stesso qui su Medicitalia potrà trovare una lista di Psicologi a cui rivolgersi in presenza oppure online

Può esserle utile riflettere su cosa l'ha fatta innamorare di questa donna e di cosa sembra minacciare la vostra relazione: cosa desidera di lei? Cosa la fa annoiare alle volte dello stare con lei?

Psicologo Online/Presenza
Prenota un Consulto Gratuito: www.miodottore.it/alessio-fogliamanzillo
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[#2]
dopo
Utente
Utente
Sono già in cura e la mia psicologa sostiene che è frutto di energia in eccesso non canalizzata che sfocia nella relazione, sull'aspetto fisico e su altro. Infatti nello stesso momento a questo dubbio, se ne alternano altri relativi ai miei denti ( son storti o diritti?) o al mio respiro, per esempio. E si alternano ciclicamente.
Della mia ragazza mi piace tutto, e ciò che mi annoia lo fa quando sono già in apatia a causa di questi continui tarli mentali che le ho citato. Per non parlarle anche delle tante visite fatte ( urologiche, dermatologiche ) senza alleviare i sintomi. Pensi che ancora oggi controllo per esempio lo stato dei miei capelli.
[#3]
Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 372 4
Immagino la sua Psicologa sia di orientamento dinamico, forse psicanalitico; questa interpretazione "idraulica" è classica di alcuni modelli teorici di questo genere. Nella pratica abbiamo detto la stessa cosa, ovvero nel tentativo di sfogarsi si addiviene ad una distorsione legata al desiderio; la distorsione è un tentativo di "canalizzare". Come potrà intuire sono concetti che detti così sono poco più che metafore, ciò su cui lavorerà è la vita e questa è fatta di cose, eventi, bisogni che hanno forme più o meno confuse et cetera

Se ho indovinato l'orientamento della sua Psicologa allora le consiglio di riferirle che sta chiedendo a noi un consulto in quanto è opportuno che si sforzi di tenere queste sue sensazioni all'interno del setting terapeutico, nel caso lo studio della dottoressa, e che quindi parliate di questa "fuoriuscita"

Concludo notando che ha parlato della noia che prova con la sua ragazza senza citare nulla della sua ragazza, ha rispecchiato quel che le avevo detto ovvero che queste sue sensazioni endogene distorcono la realtà ed alla fine ciò che prova non ha a che fare con essa bensì con i suoi effetti su di lei

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[#4]
dopo
Utente
Utente
Innanzitutto, ci tengo a ringraziarla per la sua attenzione alla mia situazione.
Ora, in parole povere, le chiedo : non amo più la mia ragazza? Devo lasciarla? È questo ciò che è emerso e che mi ha cercato di dire nelle ultime righe che ha scritto? Grazie ancora
[#5]
Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 372 4
Nessuno Psicologo serio le risponderebbe che ama ancora o non ama più la sua fidanzata, non è lavoro nostro interagire in modo così manipolativo su chi ci chiede aiuto; faccio il mio lavoro al meglio ribadendole che sta facendo uscire fuori dal setting terapeutico molto materiale e non è con noi che dovrebbe analizzarlo

Ravvedo delle difficoltà a farlo, non si trova bene con l'attuale sua terapeuta?

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