Dieta ed abbuffate
Buongiono gentilissimi dottori,
sono un ragazzo a regime alimentare di circa 1900 kcal,svolgo attività fisica quale corsa quotidianamente,dai 30 ai 60 minuti giornalieri,a seconda del tempo che riesco a dedicare alla palestra.
La mia dieta mi soddisfa quasi del tutto,solo a volte sento la mancanza e la voglia di cibo,specialmente dolci di cui sono molto goloso.
Vi scrivo poichè a volte mi capita di andare a cena fuori con amici,e invece di concedermi un piccolo strappo alla regola,che non mi farebbe troppo male credo,mi abbuffo in maniera,credetemi,esagerata,tanto da provare dolori alla pancia,mancanza di sonno,senso di vomito..più di una volta mi è capitato,ma invece di imparare dai miei errori,puntualmente ci ricasco.
Credetemi,quando parlo di abbuffata intendo proprio finire tutto il mio pasto,spazzolare i piatti dei miei amici e concedermi abbondanti quantità di dolci,anche più volte!
Mi rendo conto che il mio "problema"interessa anche il campo psicologi,chiedo ad ogni modo a Voi luminare del mestiere delucidazioni in merito...
deriva forse questa mia debolezza da un senso inconscio di insoddisfazione??
Quando mi lascio andare in questo modo,ho come la sensazione di mangiare il più possibile,anche oltre le mie possibilità,come se poi non potessi concedermi più tali prelibatezze,e sarebbe anche comprensibile,se non fosse che poi arrivo proprio al malessere fisico,ed è questa la causa che mi ha portato a chiederVi spiegazioni,oltre all'ovvio danno che tali mangiate arrecano alla mia dieta alimentare...premetto che ho perso 12 kg nell'arco di 6 mesi,ora sono 1.78 cm per 62 kg di peso,e il mio obiettivo è mantenere la mia forma fisica attuale.
Ringrazio fin da ora le vostre eventuali e cortesi risposte in merito
sono un ragazzo a regime alimentare di circa 1900 kcal,svolgo attività fisica quale corsa quotidianamente,dai 30 ai 60 minuti giornalieri,a seconda del tempo che riesco a dedicare alla palestra.
La mia dieta mi soddisfa quasi del tutto,solo a volte sento la mancanza e la voglia di cibo,specialmente dolci di cui sono molto goloso.
Vi scrivo poichè a volte mi capita di andare a cena fuori con amici,e invece di concedermi un piccolo strappo alla regola,che non mi farebbe troppo male credo,mi abbuffo in maniera,credetemi,esagerata,tanto da provare dolori alla pancia,mancanza di sonno,senso di vomito..più di una volta mi è capitato,ma invece di imparare dai miei errori,puntualmente ci ricasco.
Credetemi,quando parlo di abbuffata intendo proprio finire tutto il mio pasto,spazzolare i piatti dei miei amici e concedermi abbondanti quantità di dolci,anche più volte!
Mi rendo conto che il mio "problema"interessa anche il campo psicologi,chiedo ad ogni modo a Voi luminare del mestiere delucidazioni in merito...
deriva forse questa mia debolezza da un senso inconscio di insoddisfazione??
Quando mi lascio andare in questo modo,ho come la sensazione di mangiare il più possibile,anche oltre le mie possibilità,come se poi non potessi concedermi più tali prelibatezze,e sarebbe anche comprensibile,se non fosse che poi arrivo proprio al malessere fisico,ed è questa la causa che mi ha portato a chiederVi spiegazioni,oltre all'ovvio danno che tali mangiate arrecano alla mia dieta alimentare...premetto che ho perso 12 kg nell'arco di 6 mesi,ora sono 1.78 cm per 62 kg di peso,e il mio obiettivo è mantenere la mia forma fisica attuale.
Ringrazio fin da ora le vostre eventuali e cortesi risposte in merito
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Gentile utente,
Le sindromi con abbuffate sono ben conosciute in psichiatria, e sono trattabili. Quando c'è un disturbo del comportamento alimentare, non da ricercarsi in presunti e magici meccanismi "occulti", ma nell'alterazione del controllo dell'appetito e degli impulsi ad esso collegati, la cosa migliore è farsi inquadrare psichiatricamente e avere un'indicazione terapeutica. Le "diete" a scopo dimagrante altrimenti in questo tipo di persone riescono male, indipendentemente dalla loro " bontà" o "dolcezza", perché sono pensate per persone senza disturbi del comportamento alimentare.
Le sindromi con abbuffate sono ben conosciute in psichiatria, e sono trattabili. Quando c'è un disturbo del comportamento alimentare, non da ricercarsi in presunti e magici meccanismi "occulti", ma nell'alterazione del controllo dell'appetito e degli impulsi ad esso collegati, la cosa migliore è farsi inquadrare psichiatricamente e avere un'indicazione terapeutica. Le "diete" a scopo dimagrante altrimenti in questo tipo di persone riescono male, indipendentemente dalla loro " bontà" o "dolcezza", perché sono pensate per persone senza disturbi del comportamento alimentare.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.2k visite dal 03/02/2010.
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