Posologia ceftazidime vs infezione vie urinarie da pseudomonas
Buonasera,
mio padre - 74 anni - è allettato al domicilio da 3 anni, non autosufficiente, con incontinenza urinaria (senza catetere) e stipsi cronica (evacuazione con clistere); ciò a seguito di decadimento cognitivo avanzato. Alimentato ed idratato via orale, urina regolarmente, seppur con fatica (mostra evidente contrazione muscolare, aggravati da ipertonia cronica). Colore urine in genere nella norma.
Nel 2021 viene diagnosticata IPB con diverticolo di 1 cm (da anni lamentava mitto debole ed urgenza minzionale).
Da allora non è piu stato possibile svolgere controlli causa peggioramento sintomi cognitivo comportamentali; non è da escludere quindi la situazione sia peggiorata con possibili ristagni vescicali.
Assume tamsulosina 0. 4 mg/die.
L'allettamento è avvenuto dopo un ricovero in ospedale nell'estate 2022 (venne cateterizzato), con emo ed urocoltura negative e subito dopo trattato con ceftriaxone come profilassi (?) .
Al rientro venne scateterizzato e dopo alcune settimane/mesi ha iniziato ad avere secrezioni urinarie muco-filamentose giallognole, che sul pannolone tendevano al giallo intenso/verdognolo dopo qualche ora. Secrezioni però a volte non presenti, altre volte accompagnate da urine piu scure (mai oltre giallo-arancio).
Odore sempre abbastanza debole, a parte a cavallo del 2022-23 dove erano sensibilmente maleodoranti.
In questi 3 anni ha svolto non piu di 3-4 cicli di terapia con levofloxacina (500mg/die, 5 gg - andando a memoria: autunno 2022, aprile 2023, giugno 2025), a seguito di qualche episodio di febbre alta improvvisa (38-39 C) e/o con difficolta respiratorie (vedasi disfagia sopra), come atto preventivo su suggerimento del MMG e infermiere domiciliare negli episodi più sospetti, purtroppo però SENZA urocoltura (vista la situazione complessiva).
Puntualmente, dopo la terapia, le secrezioni sono sempre sparite per ripresentarsi dopo qualche mese.
Vado al dunque: dopo l'ultimo ciclo di levofloxacina (giugno scorso), secrezioni sparite per poi ripresentarsi ad agosto in modo spesso abbondante (piu dei 2 anni precedenti), ma fortunatamente urine non puzzolenti.
Stavolta siamo riusciti a svolgere urocoltura, positiva a Pseudomonas aeruginosa (>=100. 000 ufc/ml), con ABG:
- ceftazidime: I, MIC 2
- ciprofloxacina: I, MIC 0. 25
- levofloxacina: I, MIC 2
- meropenem: S, MIC >=0. 25
- amikacina: S, MIC 4
Il MMG ha prescritto ceftazidime 1gr/24h per 6gg.
La ratio della scelta: i 2 fluorochinoloni esclusi per precedenti cicli svolti; amikacina per nefrotossicità non trascurabile, meropenem indicato per casi gravi in ambito ospedaliero. Fin qui ok. Capisco le precauzioni vista età e quadro incerto (anche se mio padre non ha una storia di disfunzione renale). Mi chiedo però, per evitare quanto possibile successiva resistenza, se non sia il caso di raddoppiare ad almeno 1gr/12h per 6gg, visto il MIC sopra riportato e la storia di precedenti sospetti episodi (infezioni mai diagnosticate, ma a sto punto direi probabili).
Grazie mille
mio padre - 74 anni - è allettato al domicilio da 3 anni, non autosufficiente, con incontinenza urinaria (senza catetere) e stipsi cronica (evacuazione con clistere); ciò a seguito di decadimento cognitivo avanzato. Alimentato ed idratato via orale, urina regolarmente, seppur con fatica (mostra evidente contrazione muscolare, aggravati da ipertonia cronica). Colore urine in genere nella norma.
Nel 2021 viene diagnosticata IPB con diverticolo di 1 cm (da anni lamentava mitto debole ed urgenza minzionale).
Da allora non è piu stato possibile svolgere controlli causa peggioramento sintomi cognitivo comportamentali; non è da escludere quindi la situazione sia peggiorata con possibili ristagni vescicali.
Assume tamsulosina 0. 4 mg/die.
L'allettamento è avvenuto dopo un ricovero in ospedale nell'estate 2022 (venne cateterizzato), con emo ed urocoltura negative e subito dopo trattato con ceftriaxone come profilassi (?) .
Al rientro venne scateterizzato e dopo alcune settimane/mesi ha iniziato ad avere secrezioni urinarie muco-filamentose giallognole, che sul pannolone tendevano al giallo intenso/verdognolo dopo qualche ora. Secrezioni però a volte non presenti, altre volte accompagnate da urine piu scure (mai oltre giallo-arancio).
Odore sempre abbastanza debole, a parte a cavallo del 2022-23 dove erano sensibilmente maleodoranti.
In questi 3 anni ha svolto non piu di 3-4 cicli di terapia con levofloxacina (500mg/die, 5 gg - andando a memoria: autunno 2022, aprile 2023, giugno 2025), a seguito di qualche episodio di febbre alta improvvisa (38-39 C) e/o con difficolta respiratorie (vedasi disfagia sopra), come atto preventivo su suggerimento del MMG e infermiere domiciliare negli episodi più sospetti, purtroppo però SENZA urocoltura (vista la situazione complessiva).
Puntualmente, dopo la terapia, le secrezioni sono sempre sparite per ripresentarsi dopo qualche mese.
Vado al dunque: dopo l'ultimo ciclo di levofloxacina (giugno scorso), secrezioni sparite per poi ripresentarsi ad agosto in modo spesso abbondante (piu dei 2 anni precedenti), ma fortunatamente urine non puzzolenti.
Stavolta siamo riusciti a svolgere urocoltura, positiva a Pseudomonas aeruginosa (>=100. 000 ufc/ml), con ABG:
- ceftazidime: I, MIC 2
- ciprofloxacina: I, MIC 0. 25
- levofloxacina: I, MIC 2
- meropenem: S, MIC >=0. 25
- amikacina: S, MIC 4
Il MMG ha prescritto ceftazidime 1gr/24h per 6gg.
La ratio della scelta: i 2 fluorochinoloni esclusi per precedenti cicli svolti; amikacina per nefrotossicità non trascurabile, meropenem indicato per casi gravi in ambito ospedaliero. Fin qui ok. Capisco le precauzioni vista età e quadro incerto (anche se mio padre non ha una storia di disfunzione renale). Mi chiedo però, per evitare quanto possibile successiva resistenza, se non sia il caso di raddoppiare ad almeno 1gr/12h per 6gg, visto il MIC sopra riportato e la storia di precedenti sospetti episodi (infezioni mai diagnosticate, ma a sto punto direi probabili).
Grazie mille
In queste situazioni, in assenza di febbre e gravi comolicazioni, è sempre raccomandabile la massima parsimonia nella prescrizione di antibiotici, poiché questi, a fronte di una ipotetica e del tutto transitoria negativizzazione dell'urocoltura, vanno a danneggiare la flora betterica intestinale (microbiòta), inducendo la seslezione di batteri sempre più resistenti ed aggressivi. Raccomanderemmo in ogni caso, prima di prende di valutare anche la presenza ed il numero di celule infiammatorie (leucociti) nel sedimento urinario
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/
Utente
Buongiorno dottore,
grazie della celere risposta. Certamente, non posso che concordare con lei. Infatti le volte che abbiamo proceduto con levofloxacina l'abbiamo sempre fatto con titubanza. A posteriori, credo che eviterei di sicuro la somministrazione fatta pochi mesi fa (giugno), mentre ad aprile 2023 i sintomi erano molto più preoccupanti.
Anche io mi chiedo come mai il MMG non abbia prescritto anche un esame completo urine; quando ho mostrato il referto dell'urinocoltura, ho provato a chiedere se non fosse il caso di valutare un emocromo+formula prima di iniziare una terapia antibiotica (in prima istanza non avevo pensato all'esame urine, ipotizzando che l'urocoltura fosse sufficiente come analisi sul distretto urinario): da profano ho pensato che potesse aiutare a dare un quadro un po' generale anche a livello sistemico (per quanto ovviamente mi rendo conto non sia una emocoltura, che però mi pare venga svolta in ambito ospedaliero in quadro di urgenza ... direi non sia il nostro caso per fortuna).
A ciò il medico ha risposto che si poteva anche valutare ma **dopo** aver svolto la terapia antibiotica, il che mi ha lasciato con ancora più dubbi.
Nel frattempo, sono riuscito ad avere un consulto **telefonico** da un geriatra che occasionalmente (soprattutto in passato) ha seguito mio padre.
A sua detta, concorda nel lasciare la terapia antibiotica solo all'insorgenza di febbre alta e/o complicanze gravi - in tal caso valutando combinazione ceftazidime 1gr/12h 5/6 gg + levofloxacina 250mg/12h 5/6 gg.
Come terapia quotidiana di supporto piuttosto opterebbe per fermenti lattici probiotici (es Yovis) in modo costante.
Le chiederei quindi un suo parere generale anche alla luce del consulto geriatrico: da profano, per quel poco che so, è sempre difficile orientarsi sul prodotto più indicato, visto che parliamo di integratori e non di farmaci (è sempre un discreto far west il mercato degli integratori).
Come valuta ciò? Quali ceppi e con quali UFC giornaliero minimo potrebbero essere più indicati?
Facendo una ricerca veloce (sottolineo, da profano) *sembrerebbe* esserci una qualche sparuto indizio a favore in letteratura per esempio sui lattobacilli (in particolare plantarum, rhamnosus, acidophilus) o saccaromiceti sp. boulardii, anche come supporto al contrasto di P. aeruginosa.
La ringrazio nuovamente,
cordiali saluti
grazie della celere risposta. Certamente, non posso che concordare con lei. Infatti le volte che abbiamo proceduto con levofloxacina l'abbiamo sempre fatto con titubanza. A posteriori, credo che eviterei di sicuro la somministrazione fatta pochi mesi fa (giugno), mentre ad aprile 2023 i sintomi erano molto più preoccupanti.
Anche io mi chiedo come mai il MMG non abbia prescritto anche un esame completo urine; quando ho mostrato il referto dell'urinocoltura, ho provato a chiedere se non fosse il caso di valutare un emocromo+formula prima di iniziare una terapia antibiotica (in prima istanza non avevo pensato all'esame urine, ipotizzando che l'urocoltura fosse sufficiente come analisi sul distretto urinario): da profano ho pensato che potesse aiutare a dare un quadro un po' generale anche a livello sistemico (per quanto ovviamente mi rendo conto non sia una emocoltura, che però mi pare venga svolta in ambito ospedaliero in quadro di urgenza ... direi non sia il nostro caso per fortuna).
A ciò il medico ha risposto che si poteva anche valutare ma **dopo** aver svolto la terapia antibiotica, il che mi ha lasciato con ancora più dubbi.
Nel frattempo, sono riuscito ad avere un consulto **telefonico** da un geriatra che occasionalmente (soprattutto in passato) ha seguito mio padre.
A sua detta, concorda nel lasciare la terapia antibiotica solo all'insorgenza di febbre alta e/o complicanze gravi - in tal caso valutando combinazione ceftazidime 1gr/12h 5/6 gg + levofloxacina 250mg/12h 5/6 gg.
Come terapia quotidiana di supporto piuttosto opterebbe per fermenti lattici probiotici (es Yovis) in modo costante.
Le chiederei quindi un suo parere generale anche alla luce del consulto geriatrico: da profano, per quel poco che so, è sempre difficile orientarsi sul prodotto più indicato, visto che parliamo di integratori e non di farmaci (è sempre un discreto far west il mercato degli integratori).
Come valuta ciò? Quali ceppi e con quali UFC giornaliero minimo potrebbero essere più indicati?
Facendo una ricerca veloce (sottolineo, da profano) *sembrerebbe* esserci una qualche sparuto indizio a favore in letteratura per esempio sui lattobacilli (in particolare plantarum, rhamnosus, acidophilus) o saccaromiceti sp. boulardii, anche come supporto al contrasto di P. aeruginosa.
La ringrazio nuovamente,
cordiali saluti
Ovviamente concordiamo con le indicazioni del Collega geriatra. I probiotici sono su un gradino un po' più alto degli integratori alimentari, sui quali ci permettiamo di non esprimerci. Non abbiamo la competenza per consigliare un probiotico piuttosto che un altro, pensiamo che quelli reperibili in farmacia e non sulle piattaforme commerciali siano generalmente affidabili.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 279 visite dal 23/09/2025.
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