Chirurgia radicale vs radioterapia nel carcinoma prostatico

Buona sera ho 65 anni e alcontrollo biennale del psa 4, 75 ratio 0, 06.
Ho eseguito rmnmultiparam, ove evidenziava nodulo di 1 cm a elevata cellularita PIRADS 4 Classificato.
il nodulo e in zona sottocpsularre a contatto con la capsula.
Iperplasia il resto della ghiandola.
successivamente biopsia random 12 prelievi che evidenzia pin di basso e alto grado diffusi e zona atipica ASAP atipie cellulari.

SUCCESSIVAMNTE BIOPSIAFUSION SUL NODULO DI UN CM CHE EVIDENZIA ADENOCARCINOMA CON GLEASON 7 (3 più 4) 37 per cento sui frustoli esaminati.


VI CHIEDO E VI RINGRAZIO PER LA RISPOSTA SE L OPZIONE TERAPEUTICA PRINCIPE E^ La chirurgia radicale robotica oppure
qualcuno potrebbe preferire la radioterapia.
Tenendo conto che un intervento chirurgico e^ sempre un intervento nello specifico non leggero.


Volevo ulteriormente chiedere quanto posso aspettare ancora per l una o altra terapia. GRAZIE
[#1]
Dr. Alessandro Sciarra Urologo 575 34 7
Buongiorno,
parliamo di una diagnosi di adenocarcinoma prostatico rischio intermedio apparentemente ancora localizzato alla ghiandola prostatica.
Come tutte le neoplasia anche questa con il tempo progredisce e dalla ghiandola prostatica tende ad invadere sia le strutture vicine , sia attraverso i vasi ematici e linfatici dare metastasi a distanza prevalentemente su ossa e linfonodi.
La possibilita' di una cura definitiva e' limitata ad una situazione in cui ancora il tumore e' presente solo all'interno della prostata.
-Questa premessa per rispondere alla sua ultima domanda: quanto posso aspettare? Il meno possibile.
Più' passa il tempo più' si riducono le possibilità' di poter curare la sua neoplasia e più' aumento il rischio di una fuga del tumore dalla prostata. Una volta che il tumore si e' diffuso non e' più' possibile curare ma solo rallentare e cronicizzare la sua progressione che comunque avverrà'.
-Relativamente alla sua prima domanda: meglio operare od eseguire una radioterapia
sono entrambe opzioni possibili e non esistono certe evidenze a favore di una terapia rispetto all'altra.
Alcuni dati dicono pero' che se l'aspettativa di vita del paziente e' maggiore di 10 anni, la chirurgia po' avere un vantaggio in termini di sopravvivenza a lungo termine.
Molto spesso , pur offrendo al paziente entrambe le due opzioni, se il paziente ha un eta' inferiore ai 70 anni si tende a preferire la chirurgia ( se non specifiche controindicazioni per stato di salute generale), al contrario dopo i 70 anni si tende a preferire la radioterapia esterna.
-Per chirurgia si intende solo la prostatectomia radicale, asportazione totale della prostata ormai per via laparoscopica o robotica che riducono l'invasiva' dell'intervento e comportano degenze brevi di 3-4 giorni. I rischi sono incontinenza urinaria , che in un centro ad alto volume e' meno del 2% dei casi, ed impotenza erigendi, che invece varia molto in base ad eta' e stato generale del paziente ( 40-60% dei casi).
Se il tumore e' confinato alla prostata all'esame istologico definitivo, la guarigione puo' essere definitiva. In caso contrario puo' essere necessario eseguire altre terapie quali radioterapia esterna sulle zone vicine .
-Per la radioterapia esterna, si tratta di sedute ambulatoriali con durata differenti a secondo della macchina e del centro. Anche qui e' importante affidarsi ad un centro ad alto volume per avere buoni risultati da un punto di vista del controllo del tumore e limitare il rischio di effetti collaterali che sono dovuti alla possibilità' che alcune radiazioni colpiscano gli organi circostanti la prostata quali la vescica od il retto. Il rischio di incontinenza e' quasi nullo ma il rischio di impotenza esiste anche con la radioterapia. Se vengono colpiti vescica e retto si puo' avere da semplici stati infiammatori a vere e proprie emorragie ricorrenti anche per lungo tempo.
Generalmente a fallimento della radioterapia non si procede ad intervento (possibile ma con aumento considerevole dei rischi di complicanze) e si procede ad una terapia sistemica di blocco androgenico.

Per concludere:
- in questi casi non bisogna perdere tempo e procedere subito al trattamento.
- considerando la sua eta', se non particolari controindicazioni chirurgiche od anestesiologiche, pur essendo valide entrambe le terapie, una certa preferenza e vantaggio nel controllo tumorale a lungo termine, puo' essere fornito dalla prostatectomia radicale

Un cordiale saluto

Prof Alessandro Sciarra

Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2021 al 2022
Ex utente
Grazie tante Professore per la risposta molto esaustiva le avevo scritto quanto posso attendere perché avevo letto che gli ADK prostatici sono molto lenti nella crescita tanto che sono reperto occasionale nelle autopsie .Una leggenda metropolitana. Grazie ancora
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