utilità dell'ultrascreen

Buongiorno,
ho 29 anni e sono in gravidanza (23+4).
Vi scrivo per motivi più di curiosità (data la mia epoca gestazionale), che di effettiva utilità per la mia situazione, dato che ormai ho già fatto una scelta settimane fa... diciamo che vorrei capire se ho fatto una scelta giusta o quantomeno di non essere stata negligente.
Io sono seguita da un consultorio pubblico e premetto che ho un buon rapporto con in ginecologo del centro, malgrado spesso io senta parlare male della sanità pubblica. A 12 settimane circa ho deciso di eseguire translucenza nucale + bitest. il risultato è stato:
rischio combinato trisomia 21 < 1:10000
rischio combinato trisomia 18 < 1:10000
quindi mi sono sentita rassicurata e non ho ritenuto opportuno effettuare l'amniocentesi, in quanto il mio medico mi ha detto che generalmente alla mia età non è necessaria (ma che comunque avrei potuto decidere io cosa fare, ovviamente).
la cosa che mi preoccupa ora è che mi è stato detto che quel risultato non indica niente e che l'amniocentesi sarebbe stata l'unica cosa sicura da fare. sinceramente queste affermazioni mi hanno messo in allarme, anche perché io ho svolto una eco morfologica di I livello (e anche qui... mi è stato detto che sarebbe stato meglio farla di II, ma sinceramente non sapevo nemmeno che esistesse, né quale sia la differenza), da cui sembra essere tutto nella norma.
Scusandomi per essermi dilungata così, vorrei chiedervi gentilmente un'opinione: è davvero inutile l'ultrascreen, visto che è solo probabilistico e non diagnostico? E' quindi stato irresponsabile alla mia età non aver svolto un esame diagnostico come villo o amniocentesi?
Grazie molte per la disponibilità.
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Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 282 6
Gentile utente
il Suo atteggiamento e quell del Collega curante sono giusti.
Noi sottoponiamo a questi esami di "screening" tutta la popolazione NON a rischio specifico di malformazioni generalizzate o settoriali dell'embrione/feto, proprio per individuare (screenare) i soggetti che, non presentando fattori di rischio nella propria storia personale, familiare o patologica, dovrebbero comunque essere sottoposti ad indagini invasive di diagnostica citogenetica fetale, diagnostica invasiva che presenta minimi (ma non assenti) rischi specifici di interruzione della gravidanza stessa legati alla tecnica utilizzata per l'indagine stessa.
In altre parole: laddove vi sono fattori di rischio già conosciuti, l'indagine invasiva è consigliata a prescindere, laddove i fattori di rischio sono assenti, le indagini invasive si eseguono se risultano anomali i risultati dei test di screening non invasivi.
Eppoi: non esiste una indagine morfostrutturale fetale di I o II livello anche qui a prescindere. Ogni ecografia, in qualche modo, è una ecografia strutturale del feto. L'eco che si esegue fra 18 e 22 settimane è maggiormente dettagliata perchè in quell'epoca il feto presenta un accrescimento tale da poter permettere nella stragrande maggioranza dei casi uno studio maggiormente accurato della sua anatomia, ma non si parte per una indagine strutturale cosiddetta di II livello direttamente.
Anche qui, si esegue una indagine morfostrutturale di base per poi, eventualmente, richiedere un approfondimento con apparecchiature maggiormente sofisticate se all'indagine eseguita emergono particolari che fanno individuare o solo pensare ad un quadro malfromativo generalizzato o settorializzato specifico.
Perciò: scelte giuste effettuate e serenità per il prosieguo della Sua gestazione.

Saluti

Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli

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