Interruzione xeristar - crisi d'astinenza

Buongiorno, sono una ragazza di 27 anni e circa 7 anni fa ho iniziato a soffrire di ansia e attacchi di panico, accompagnati da stati depressivi. Ho scelto la sezione neurologia in quanto sono stata sempre seguita da neurologi o neurofarmacologi. Dopo aver cambiato diverse cure, seguite tutte negli ultimi cinque anni e prescritte da diversi medici, sono finalmente riuscita a liberarmi dei diversi farmaci. Lo Xeristar è quello che ho eliminato per ultimo, e per il quale è servito più tempo. Ho provato ad eliminarlo nei tempi consigliati dal foglio illustrativo ma i sintomi di astinenza erano troppo forti e non sapendo se ce l'avrei fatta o se sarebbero passati ho scelto di togliere il farmaco molto più lentamente. In questo modo ho impiegato circa un anno, durante il quale ho scalato lo Xeristar 60 in modo regolare dalla dose iniziale di due pastiglie al giorno (mattina e pomeriggio) a quella finale di una pastiglia la mattina ogni 5 giorni. A questo punto mi sono davvero resa conto di non averne più bisogno in quanto le dosi che stavo assumendo erano ormai ridicolmente basse, quindi anche facendomi forza nel leggere da forum come questo che i sintomi dell'astinenza sarebbero passati, ho deciso di non prenderla più. I sintomi sono stati quelli (terribili) di routine per chi interrompe questo farmaco: tachicardia, nausea, disorientamento, scosse ai nervi, formicolii, perdita dell'equilibrio, ansia e depressione. Adesso, a distanza di circa un mese dall'ultima pastiglia, ho perso tutti i sintomi di natura fisica, ma depressione, angoscia e ansia con tachicardia permangono, e questo mi sta preoccupando molto. Ho paura di tornare nel circolo vizioso della paura di deprimermi che alla fine diventa la causa stessa della depressione. Anche quando prendevo ancora i farmaci ero incline a ansia e depressione, ma mi sembravano molto più controllabili, e inoltre le ritenevo quasi normali perché avevano il loro picco massimo durante i giorni precedenti il ciclo mestruale e dunque mi sono fatta l'idea che si tratti di cause più ormonali che non psichiche.
Mi chiedo se ho ragione di preoccuparmi o se si tratta di una fase normale che passa da sé, dovuta solo all'interruzione definitiva del farmaco.

Spero di essermi spiegata bene, non ho scritto molte cose che forse potrebbero essere rilevanti perché i caratteri a disposizione non mi sarebbero bastati per descrivere tutta la situazione nel dettaglio, specie gli aspetti delle cure che ho seguito in passato e i motivi per cui non mi sono più rivolta a dei medici.
Se sono necessarie ulteriori informazioni per una risposta più precisa sono pronta a fornirle.

Grazie per l'ascolto e per l'aiuto
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.3k 2.3k 20
Gentile Utente,

eventuali sintomi da sospensione, se presenti, durano pochi giorni. E' più probabile che adesso sia venuta fuori la sintomatologia ansiosa-depressiva non controllata più dal farmaco, cioè, durante la terapia, i sintomi erano pienamente controllati dal farmaco, ora, sospeso questo, sono riemersi.
Mi pare che la sospensione sia avvenuta autonomamente, non dietro consiglio medico.
Evidentemente non era del tutto guarita, in alcuni casi infatti è necessaria una terapia di mantenimento per alcuni anni.
Le consiglio di rivolgersi al neurologo che La segue o ad uno psichiatra.

Cordiali saluti

Dr. Antonio Ferraloro

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta velocissima. Attualmente nessun medico mi segue, e vorrei spiegarne il perché. Inizialmente ero in cura in un centro specializzato presso la mia regione, e durante i quasi due anni in cui sono stata seguita da loro non solo non sono stata meglio, ma credo che la mia situazione sia addirittura peggiorata. Avevo bisogno di una terapia psicologica che accompagnasse i farmaci, in quanto io (e anche loro) ne conscevo le cause e avrei avuto bisogno di qualcuno che mi aiutasse ad elaborarle. Loro mi sconsigliarono di rivolgermi a uno psicologo dicendomi che i colloqui con loro erano più che sufficienti (dieci minuti una volta al mese), contemporaneamente mi facevano seguire una cura a base di Rivotril, Serenase e un altro farmaco il cui principio attivo mi pare fosse la Fluoxetina, le cui dosi venivano aumentate sempre più all'aumentare del mio malessere. Trascorsi quasi un anno addormentata, mangiando pochissimo e non riuscendo a guardare nemmeno la tv per la concentrazione che richiedeva. Non so come ma un giorno mi resi conto che, nonostante mi venisse detto che era tutto normale, c'era qualcosa di sbagliato nel modo in cui stavo e dunque trovai la forza di rivolgermi ad un altro specialista, piuttosto rinomato. Fu lui a farmi buttare via tutti quei farmaci e a prescrivermi Alprazolam, Cipralex per la notte e Xeristar per il giorno. Stetti subito meglio. Dopo circa sei mesi però le visite (carissime, che a malapena potevo permettermi) si fecero sempre meno "interessate" da parte sua, e nonostante io continuassi ad andarci perché avevo bisogno di parlare e non perché stessi male a livello di ansia o depressione, anche lui non si preoccupava affatto dei problemi contingenti ma solo del dosaggio dei farmaci. Decisi così di non andarci più. Ho continuato a prendere i farmaci fino a quando non ho capito che stavo bene e che i miei problemi erano di natura psicologica e con cause ben evidenti. Cipralex e Alprazolam sono riuscita ad interromperli in modo immediato, Xeristar mi dava sempre il problema dell'astinenza, e volendo ultimare gli studi che ormai si trascinavano da anni non avevo il coraggio di affrontare il passo prima della laurea, e dunque ho fatto quello che ho scritto prima, scalando gradualmente fino a quando avrei potuto approfittare di una situazione priva di stress per smettere del tutto. A quale figura dovrei rivolgermi secondo lei perché abbia una visione globale della mia situazione?

La ringrazio ancora
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.3k 2.3k 20
Gentile Utente,

capisco e La comprendo!
Si rivolga ad uno psichiatra in modo da avere una diagnosi corretta ed un'adeguata terapia, anche con associazione di farmacoterapia e psicoterapia in quanto mi pare, con tutti i limiti del consulto on line, che forse potrebbe essere la migliore soluzione.

Cordialmente
[#4]
dopo
Utente
Utente
Va bene, la ringrazio tanto per la risposta.
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