Infiammazione midollo cervicale

Buongiorno, scrivo per conto di mio padre (67 anni) che è stato colpito il 16 gennaio 2014 da una forma di tetraparesi piuttosto improvvisa (impossibilità a muovere gli arti superiori ed inferiori, capacità di muovere le dita sia dei piedi che delle mani, presenza di sensibilità anche se non completa), che nella fase acuta gli ha causato anche forti dolori, tant'è che lui di quella mezz'ora non ricorda più nulla. Prontamente chiamato il pronto soccorso, gli è stato somministrato del cortisone per endovena e già nelle ore successive (24-36 ore) c'è stato un miglioramento della situazione con un parziale recupero dei movimenti. Gli sono stati effettuatti diversi esami (TAC, RM senza mdc, prelievo del liquor, elettromiografia, prelievo del liquido cerebrale), ma la diagnosi è stata solamente quella di una grossa infiammazione a livello del midollo cervicale, che ha causato un ingrossamento del midollo che si è trovato quindi compresso nel canale cervicale. La causa dell'infiammazione risulta però sconosciuta (è stata ipotizzata forse una ischemia). Ricoverato in un centro riabilitativo per lesioni midollari, a distanza di 2 mesi dall'evento, stava iniziando a camminare nuovamente, con l'unico problema rimasto al braccio destro, dovuto all'impossibilità di contrarre il deltoide, mentre gli altri 3 arti avevano recuperato completamente. Il 21 marzo però ha avuto un altro attacco simile a quello avuto in precedenza, ma fortunatamente, poichè era già ricoverato, gli è stato somministrato del cortisone per endovena, non appena si sono manifestati i sintomi, e la mobilità degli arti non è peggiorata.
Prima del 16 gennaio 2014, si erano manifestati altri attacchi simili (almeno 3 a distanza di 2-3 mesi gli una dagli altri), ma di entità molto più ridotta, che non gli avevano comportato problemi motori successivi. I sintomi sono sempre gli stessi: dolore alle spalle, che compare qualche giorno prima ed aumenta via via, per poi estendersi alle braccia (prima come formicolio, poi come dolore) al torace (idem) ed alle gambe (idem). Tra il primo ed il secondo attacco, ha avuto anche un ricovero per un blocco intestinale, che nel giro di una settimana si è risolto da solo e le varie indagini diagnostiche non hanno rilevato nulla di anomalo.
Al momento siamo in attesa degli esiti una RM con mdc fatta in urgenza a seguito dell'ultimo attacco, in quanto i medici pensano si tratti di una fistola spinale.
Purtroppo non posso fare riferimento ai referti degli esami che gli sono stati fatti, ma riporto solamente quanto ci è stato riportato dai dottori verbalmente.
Può una fistola causare questi sintomi? Esistono centri specializzati (noi siamo di Ravenna) a cui è possibile rivolgersi (pensate allo stato d'animo di mio padre che pensa che da un momento all'altro gli possa venire un altro attacco)? I medici sembrano aver escluso qualsiasi malattia, ma a questo punto non ne sono più tanto sicuro. Cosa ne pensate?
Grazie.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 198 45
E' possibile una causa vascolare valutato il ripetersi degli episodi (molto simile a quanto accade a livello cerebrale in caso di attacchi ischemici recidivanti). Una fistola arterovenosa, una insufficienza vascolare delle arterie che nutrono il midollo, una patologia dell'arco aortico e dell'aorta toracica dalla quale originano i vasi per il midollo (aterotrombosi, embolismo, dissecazione di parete incompleta recidivanete) sono tutte ipotesi plausibili. Dovranno essere i colleghi che seguono suo padre a formulare una diagnosi. Le metodiche non mancano (es: RM con mdc, RM angiografica con mdc, angiografia, angioTC Torace con mdc, ecc).
Naturalmente sono ipotesi di lavoro.
Questo è solamente un consulto a distanza che in nessuna maniera può sostituirsi ad una valutazione clinica e strumentale diretta del paziente.

Cordialmente.

Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com

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dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
La ringrazio per la celere risposta. Al momento direi che la cosa migliore da fare è attendere i risultati della Rm con mdc effettuata ieri. Confido nei medici.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 198 45
Questo atteggiamento nei confronti dei colleghi mi sembra essere assolutamente il più adeguato e produttivo.

In bocca al lupo.
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dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Anche dagli esami diagnostici effettuati questo weekend non risulta nulla di anomalo (RM con mdc, angiografia e RM angiografica con mdc).
Inizio ad essere veramente preoccupato e mi sembra impossibile che non si riesca a trovare la causa.
Dalla prima risonanza eseguita era emersa dell'artrosi a livello cervicale: potrebbe questa insieme ad uno stato di stress/tensione prolungato nel tempo portare a conseguenze come quelle avute da mio padre? Può uno stato di tensione nervosa, accompagnato da problemi di natura artrosica, portare a insufficienza vascolare a livello del midollo? Confermo che nell'ultima risonanza con mdc sono state trovate sul midollo due piccole macchie derivanti dall'evento ischemico del 16/1.
Porto avanti questa ipotesi perchè conoscendo mio padre come una persona molto ansiosa, penso che possa aver scaricato la sua tensione in quella parte del suo corpo, ma non riesco a pensare che si possa arrivare fino a questo punto.
Che altre cause potrebbero essere ricercate?
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 198 45
E' certa la natura vascolare delle due lesioni osservabili alla RM del 16.01? Non potrebbe trattarsi di aree di demielinizzazione in esito ad infezione virale? ovvero a patologia vasculitica auto-immunitaria?
Sono state effettuate le relative indagini infettivologiche ovvero immunitarie? Circa la ipotesi vascolare: se nulla risulta alterato anatomicamente è stata esplorata la ipotesi di una trombofia acquisita (patologia del sistema emocoagulativo che potrebbe essere causa di lesioni ischemiche)?
Una importante disco-artrosi cervicale con stenosi (restringimento) del canale midollare potrebbe essere causa di sofferenza del midollo spinale.
L'ipotesi stress mi sembra "filosofica".