Alterazioni ritmo sonno-veglia

Gentili dottori, sono un ragazzo di 21 anni e mezzo che ha sofferto in passato di attacchi d'ansia con somatizzazioni allo stomaco. Ho seguito cure mediche diverse per un periodo di tempo abbastanza lungo, dapprima con compresse di valeriana, poi con le gocce di Lexotan e ora sto alla fine del ciclo, durato un anno, di farmaci prescrittimi dalla neurologa (Pasaden e Cipralex, assunti con dosaggio prima ascendente e poi discendente) il tutto accompagnato da un ciclo di psicoterapia individuale. Nel corso di questi anni, ossia dalla mia maggiore età, ho avuto un disturbo che nell'ultimo periodo si è acuito a dismisura, che è quello dell'alterazione del mio ritmo circadiano. Premetto che durante il giorno ho molto sonno e che quindi dormo diverse ore, ma dacchè riuscivo ad addormentarmi facilmente alle 2.00-3.00 di notte e quindi volendo, a svegliarmi la mattina, nell'ultimo mese o due ho bisogno di aspettare prorpio quasi la mattina, quindi le 6.30-7.00, potendomi svegliare solo a pranzo con un gran mal di testa, oppure alle 17.00 per poter stare bene. La neurologa mi ha consigliato un anno fa di svegliarmi forzatamente alle 8.00 dicendomi che dopo un paio di giorni sarebbe tornato tutto come prima, ma purtroppo anche non dormendo proprio per una notte intera e restando sveglio per tutto il giorno successivo, non sono riuscito a risolvere il problema. Premetto anche che non ho problemi o pensieri tali da lasciare che la notte la mia mente divaghi senza riuscire a prender sonno. Venendo al dunque, questo mio problema ha diverse fastidiose conseguenze sia fisiche che mentali, compromettenti anche i miei doveri soprattutto da studente, dal momento in cui non riesco praticamente mai ad esser sveglio la mattina. Chiedo consulto perchè vorrei tanto risolvere il problema in via permanente e non so se si possa fare in modo breve, supponendo che sia un problema legato anche o soprattutto all'ansia, oltre ciò vorrei chiedere se c'è un modo per far sì che io possa essere attivo di mattina entro un paio di giorni, dal momento che questo lunedì 17/06 ho un esame importante all'università, che si terrà alle 9.00 e sono disperato su come fare per essere attivo fisicamente e mentalmente per quell'ora dato che sto andando sempre a letto la mattina svegliandomi direttamente il pomeriggio.
Ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti.
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Dr. Matteo Preve Psichiatra, Medico delle dipendenze, Psicoterapeuta, Farmacologo 410 11 13
Gentile utenter,
ma al momento sta assumendo una terapia specifica? e quale diagnosi le é stata fatta? ha fatto anche degli altri accertamenti neurologici?
Cordiali saluti.

Dr. Matteo Preve
Specialista in Psichiatria e Psicoterapia Cognitiva

[#2]
dopo
Utente
Utente
Dottore la ringrazio per la celerissima risposta,
comunque al momento prendo solo 8 gocce di Pasaden la sera a giorni alterni, mi è stato detto dalla neurologa il mese scorso di eliminare le compresse di Cipralex e a fine mese smetterò del tutto di assumere farmaci. Il ciclo è durato un anno, progredendo il dosaggio con i due farmaci per poi regredirlo. La diagnosi è stata "ansia e attacchi di panico con spunti depressivi" Nell'arco dell'anno ho fatto due visite dalla stessa dottoressa che mi ha fatto "test" del tipo il controllo del tremore delle palpebre ed altri, tenendo la situazione del dosaggio dei farmaci sotto controllo. Non mi ha consigliato né sconsigliato la psicoterapia, ma io l'ho fatta ugualmente in ospedale con la diagnosi generica di "ansia".
Oltre ciò non ho fatto altri accertamenti e non ho mai capito se e in che modo la questione del sonno sia legata a questo problema, se si tratta di un sintomo o di una cattiva abitudine. Io ho la volontà di fare visite approfondite e cercare di risolvere permanentemente il problema. Per ora mi chiedo, può essere una questione caratteriale e/o abitudinaria che ho oramai radicato in me? Ci sono consigli pratici che posso seguire e che possano aiutarmi sia a lungo termine che nell'immediato per via dell'esame? Perchè conoscendo le mie abitudini mi vedo infelicemente costretto a non poterlo sostenere, cosa che tra l'altro non potrei assolutamente permettermi di fare.
La ringrazio per la disponibilità.
Cordiali saluti.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

la situazione andrebbe rivista un po' meglio anche alla luce della nuova manifestazione di sintomi.

Sarebbe il caso di sentire il parere di uno specialista in psichiatria.

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Dr. Matteo Preve Psichiatra, Medico delle dipendenze, Psicoterapeuta, Farmacologo 410 11 13
Gentile Utente,
i suoi sintomi vanno inquadrati nall'interno del contesto clinico e vanno corretamente valutati dal suo specialista in modo da permetterle un miglioramento del ritmo sonno veglia, e consentirle di ritornare a "dormire" come faceva prima.
Inoltre sarebbe opportuno che si valutassero possibili altre cause della alterazione del ritmo sonno/veglia (con un neurologo).
Cordiali saluti.
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