Ansia generalizzata persistente - cura farmacologica o percorso psicoterapeutico

Salve,
negli ultimi anni mi si è ingenerata un'ansia definibile come generalizzata; non soffro di crisi di panico né di forme sociali di ansia. Tuttavia registro , soprattutto negli ultimi 2 anni, sintomi quali:
1) riduzione della capacità di esercitare uno sforzo fisico intenso (in allenamento) con soglia di stanchezza molto abbassata
2) tono dell'umore e motivazione (sia nell'ambito professionale che nel tempo libero) diminuiti
3) pensieri parassiti legati quasi sempre al (presunto) ridotto vigore fisico e sempre consuntivistici sulla mia vita, quasi che il meglio sia andato, con la tendenza spesso a ripiegare sul passato in preda a rimpianti vari
4) difficoltà a gestire anche semplici coinvolgimenti emotivi, quali l'iniziare, ad esempio, nuove conoscenze o relazioni ; questo fatto associato ad un ridotto sex-drive

Dormo regolarmente, pratico attività fisica, tendo a ricondurre le mie problematiche al forte isolamento che vivo negli ultimi anni e nel degrado della qualità e delle motivazioni professionali.
Ho vari interessi, passioni, ma negli ultimi anni tutto sembra essere un pò subordinato a questo pensiero ansioso dominante, legato in toto alla mancanza di una persona con cui condividere la vita.
Mi sono rivolto a due specialisti (uno qualche anno fa , durante un evento ansioso piuttosto importante) e l'altro di recente. Il primo ha sempre ritenuto che non dovessi sottopormi ad alcuna cura farmacologica (anche in piena crisi). Il secondo professionista , a cui mi sono rivolto recentemente, ritiene che non ne possa fare a meno (per poi eventualmente intraprendere un percorso di analisi); i miei livelli di ansia attuali sono sicuramente più blandi di quelli dell'epoca del primo psichiatra. Vi chiedo gentilmente se potete indicarmi qualche specialista nella mia zona (intendo fascia La Spezia, Pisa), per avere una voce ed un parere in più. Chiedo anche un Vostro cortese parere, anche se capisco che è fondamentale una visita.
Grazie anticipatamente
Cordiali saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 992 248
Gentile utente,

Non mi sembra ci sia niente di strano al consiglio di un trattamento, non riesco bene a comprendere cosa significhi "un percorso di analisi" in termini di terapia medica.
Comunque, il secondo specialista non le ha quindi indicato la cura, visto che ha detto che era necessaria ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Quello che lei descrive non rimanda a un Disturbo da Ansia Generalizzata, ma piuttosto a un,sembra lieve,disturbo depressivo.
Naturalmente non è possibile fare una diagnosi precisa a distanza.
A Pisa c'è un'ottima scuola universitaria di Psichiatria.

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

[#3]
dopo
Attivo dal 2013 al 2022
Ex utente
Per il Dott. Pacini: si, il secondo specialista mi ha indicato la terapia (Zoloft 50mg), ma i miei dubbi nascono dalla divergenza dei due pareri e sul fatto che comunque gli effetti collaterali non sono trascurabili (l'ho provato in passato); parlavo di un percorso psicoterapeutico.
Più in generale la mia domanda è: qual è la condizione necessaria per l'utilizzo di questi farmaci? Io ho parecchia resilienza, ma questo ovviamente non vuol dire che ad essa corrisponda una qualità di vita ottimale

Al Dotto Paolo:capisco la sua osservazione e prendo atto del suo suggerimento.
Ringrazio di cuore ambo i Medici per le pronte risposte.
cordiali saluti
[#4]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 992 248
"qual è la condizione necessaria per l'utilizzo di questi farmaci"

La diagnosi.

Se il farmaco l'ha provato in passato e non lo tollerava bene, si faccia indicare opzioni alternative, ce ne sono diversi per la stessa indicazione.
[#5]
dopo
Attivo dal 2013 al 2022
Ex utente
Buongiorno , mi sembra evidente che la mia domanda andava oltre ....visto che ci sono due pareri e due diagnosi (fra l'altro in condizioni psicologiche differenti, l'ultima molto migliore della precedente in cui non si raccomandava l'utilizzo di farmaci ). Quello che intendevo , esulando nell'argomento dal mio caso , è se esiste in ambito psichiatrico una guideline che aiuta ad inquadrare i possibili percorsi da intraprendere , una sorta di vademecum che supporti il medico nel processo decisionale.
Il mio commento sugli effetti collaterali è riferito alla sfera sessuale e all'aumento ponderale che questi farmaci inducono : la domanda che mi pongo è se farmaci che abbattono la libido possono aiutare una persona che sta cercando un incontro importante e non certo un paradiso introspettivo.
Ringrazio ancora e porgo distinti saluti
[#6]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 992 248
Appunto, la sua domanda va oltre ma non si capisce perché.
La terapia si definisce in base alla diagnosi, questo è il primo punto in genere, e così è anche in questo caso.
Il vademecum sono i criteri della diagnosi, dopo di che da questa discendono -se disponibili - una o più opzioni terapeutiche.
Essendoci in questo caso alternative a quella medicina, ha senso chiedere se e quali può eventualmente usare, onde evitare o minimizzare l'impatto sulla vita sessuale.
[#7]
dopo
Attivo dal 2013 al 2022
Ex utente
Salve , provo , vista la sua disponibilità , a spiegarmi meglio : pensavo che esistessero degli indici chiari che fanno propendere verso l'utilizzo di farmaci; per esempio , se una persona per l'ansia non riesce a dormire mai la notte, forse questa è una situazione da affrontare farmacologicamente . Oppure : se una persona non riesce , per stati d'ansia intensi (che ho provato ) a concentrarsi assolutamente per poter lavorare , neppure per leggere una mail.... questo può essere un altro caso piuttosto che se non riesce a gestire la propria giornata. Permetta dunque la considerazione (e la legittima domanda), visto che poi il farmaco lo devo assumere io ....purtroppo , per esperienza personale , conosco determinati stati . La cosa che molto serenamente dico , è che non sono affatto soddisfatto di due DIAGNOSI mediche completamente differenti e credo che il beneficio del dubbio sia più che giustificato .Mi farebbe piacere incontrarla , visto che mi pare riceva anche a Pisa , per parlare e per avere un Suo parere e una Sua diagnosi.
Cordialità
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 992 248
Ho capito, quindi il punto è che le diagnosi ricevute non la persuadono o non ha capito esattamente cosa implicano.
Il concetto era che, data una diagnosi, ne discende una cura, ovvero la diagnosi si definisce apposta in maniera standard, altrimenti ci si accontenterebbe di descrivere i sintomi e di provare empiricamente una cosa o l'altra.
L'intervento non consiste nello stabilire se c'è bisogno di farmaci o no, ma di individuare le terapie possibili, e poi di sceglierne una o l'unica che c'è. Non è che tra farmaci e non-farmaci ci sia un criterio di gravità, piuttosto di specificità (anche perché farmaci in generale non significa niente, non è che prima si stabilisce che servano dei farmaci e poi se ne sceglie uno).

I miei recapiti sono sulla scheda cliccando sul nome qui accanto o sul sito www.psichiatriaedipendenze.it
[#9]
dopo
Attivo dal 2013 al 2022
Ex utente
Perfetto Dottore. La ringrazio.
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