Alternativa agli psicofarmaci

Buonasera,
Tre anni fa incominciai l’università e, oltre a questo, avvennero dei cambiamenti nella mia vita. Scelsi una facoltà difficile sia per passione sia perché messa a confronto con altre persone della famiglia.
Non tollerai molto bene la mia incapacità di rimanere al passo.
Questo in aggiunta ad una delusione sentimentale, dettata più dall’orgoglio ferito, che dall’amore, mi portó a problemi di insonnia, Ne parlai con il medico curante, il quale mi prescisse delle gocce (zolpidem). A questo seguì un mio abuso di queste, poiché usate come fuga da qualsiasi situazione che non volevo affrontare.
Dopo ripetute overdose e un ricovero in una clinica psichiatrica, mi furono aumentati i farmaci (trazodone, zolpidem e un antidepressivo).
Alla mia dimissione mi fu affiancata una psichiatra, ma smisi di andare dopo sei mesi, poiché essendo sommersa di pazienti, rimandava continuamente le mie sedute (a volte di 1/1,5 mesi). Io mi sentivo abbandonata ogni volta che disdiceva un appuntamento. Perciò alla fine decisi di lasciare perdere, perché forse stavo meglio.
Un giorno interruppi drasticamente i farmaci, poiché non riuscivo a gestire i dosaggi e non volevo che la mia vita andasse avanti così, non ero mai lucida e non facevo altro che rimandare tutti i miei problemi.
Ad oggi non mi sono mai realmente ripresa, passo ancora periodi di sconforto totale, sono insicura su qualsiasi cosa, non riesco a gestire i rapporti umani, non riesco a esplicitare le mie sensazioni. Lascio sempre che gli altri facciano ciò che vogliono, nonostante mi dia tutto fastidio, perché sono consapevole di non essere normale. Alla fine arrivo a limiti di non sopportazione e sfocio in esaurimenti nervosi o chiusura totale.
L’unica certezza è niente farmaci, ma so di non poter vivere la mia vita così.
Delle volte vedo le persone che comunicano i loro bisogni, le loro esigenze, ciò che piace e ciò che no e mi chiedo come si possa riuscire a fare questo, o meglio come posso tornare a farlo.
Purtroppo non posso permettermi uno psicologo, ma sento di non essere compresa dalle persone che mi circondando. Tutti questi pensieri e paranoie complicano ogni aspetto della mia vita.
Ogni bocciatura all’università mi devasta, la vivo come un fallimento personale, mi sento stupida e incapace, nonostante sia consapevole che sia normale. Questo mi porta a non dare esami, a meno non sia sicura al 100%, il che è un problema perché, vista la mia storia famigliare, tutti si aspettano una laurea in tempo con il pieno dei vori. Cosa che non accadrà. Tutta questa fiducia in me mi manda in tilt, poiché ingiustificata.
Ultimamente sto sviluppando delle manie di ordine e controllo. I miei amici ridono e si divertono a mettere alla prova queste mie manie, ma io mi rendo conto sempre di più che ne sto perdendo il controllo.
Sento che la mi testa è sempre più piena e delle volte vorrei solo la pace.
Cosa devo fare? Una volta (se) finirò l’università non potrò più permettermi questa instabilità.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
L'unica certezza che ha è sbagliata, quindi forse deve rivedere la sua certezza è curarsi sul serio.

Dr. F. S. Ruggiero

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