Ansia e panico lieve

Salve, sono un ragazzo a di 25 anni e da settembre 2018 sto affrontando un periodo molto particolare. Sono sempre stato un tipo ansioso e insicuro, ho sempre nascosto bene queste mie debolezze mostrando un carattere forte e deciso, mi sono sempre sforzato di affrontare situazioni problematiche facendomi tanto coraggio, ho sempre mostrato un carattere duro e sicuro di se come scudo, amici e parenti sono tutt'ora convinti che io sia strafottente e insensibile quando invece è l'opposto. Già da bambino ho iniziato ad avere disturbi d'ansia, un estate al mare con la famiglia non scendevo in spiaggia se prima non ero andato in bagno, capace di starmene pomeriggi interi se non riuscivo ad andare in bagno e questa convinzione mi provoca crampi alla Pancia forti da stare veramente male e tutto si tolse una volta rientrati a casa finite le vacanze. Crescendo ho fatto uso di sostanze stupefacenti (marijuana) la piu comune di tutte, mai usato altre sostanze. Con l'uso di queste sostanze scoprii i primi attacchi di ansia/panico, sudorazione, tachicardia, paura di svenire. Tolsi da mezzo quel pessimo vizio e tutto andò via, fin quando dopo 5 anni si sono presentati all'improvviso, senza aver fumato o bevuto niente. Il mondo mi è crollato addosso, non riuscivo a capire come mai mi fosse quella sensazione orrenda senza aver fumato, da allora la paura che potesse ripresentarsi è quitidiana. Inizialmente avevo paura di andare ovunque, mi sono fatto forza e ho affrontato le mie paure andando in luoghi diversi, supermercati, barbiere, cinema, centro commerciale ecc. Dopo varie PROVE se così posso chiamarle sono riuscito a capire in quali situazioni specifiche mi vengono questi attacchi... Mi vengono in situazioni dove sono costretto ad aspettare,. Dove nn posso andare via tipo una fila dove è quasi il mio turno, oppure se sto pagando alla cassa di un bar o supermercato e la commessa per un problema ci mette Tempo a Darmi il resto, dal barbiere che devo aspettare che finisca di tagliare. Prima di potermi alzare.. In metropolitana, dove sono costretto ad aspettare la mia fermata prima di scendere.. Ovviamente sono andato dallo psichiatra che voleva farmi iniziare una cura con Daparox che io ho rifiutato perché credo sia per situazioni più gravi della mia, ho anche chiesto se Ci fosse Qualcosa di piu leggero perché so di poterne uscire con un piccolo aiuto... Un mio amico prende il daparox ma lui non esce nemmeno di casa, io inceve esco e vado un po' ovunque, sono solo quelle situazioni che mi mandano in tilt...so che un attacco di panico non uccide, so che non succede niente ma è comunque molto fastidioso avere quella sensazione, ho anche capito che la Mia piu grande paura è quella Di svenire davanti alle persone, è questo pensiero di poter svenire a farmi andare In tilt...concludo chiedendovi, esistono farmaci più leggeri, con meno effetti collaterali possibili? Se potete dirmene qualcuno così che io possa proporlo al mio medico e Vedere cosa ne pensa.Grazie mille
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
"Ovviamente sono andato dallo psichiatra che voleva farmi iniziare una cura con Daparox che io ho rifiutato perché credo sia per situazioni più gravi della mia, "

E quindi la ragione per cui non lo ha iniziato dove starebbe ? Se funziona in situazioni più gravi della sua, allora in quelle meno gravi ancora meglio a logica.
Sta trovando scuse per non seguire le indicazioni del medico, tutto qui. Si comporta come se queste prove la rendessero in qualche modo "meritevole" di evitare una cura, che poi è andato Lei stesso a chiedere. Una posizione decisamente assurda.

Ha ricevuto un'indicazione terapeutica sensata. Il resto dei ragionamenti che ci sta facenco intorno invece non lo è.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Dr. Matteo Pacini innanzitutto la ringrazio per la tempestiva risposta. Il mio rifiuto a quel farmaco è perché ho anche paura degli effetti indesiderati che provocano, mio fratello ne fa uso già da un po' e mi ha detto che ha avuto problemi con piacere sessuale e sensazioni varie nei primi giorni di assunzione. Il mio rifiuto non è per presunzione di essere migliore o che, semplicemente pensavo esistessero vari tipi di farmaci, con una loro "potenza" a seconda dello stato/gravità della patologia.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Di opzioni ne esistono diverse, ma il medico ha giustamente pensato ad una di quelle classiche. Gli effetti collaterali, pur possibili, poi sono variabili su cui si ragiona, non sono vincolanti. Niente impedisce di cambiare cura se ci sono e sono interferenti.
In genere, una cura che funziona bene sui casi di gravità normale o elevata è anche efficace su quelli di gravità minore. Il suo, tuttavia, ha tutta l'aria di un caso classico, con una evoluzione verso un controllo parziale ma limitante, e in parte illusorio: in altre parole si sviluppa quello che si chiama evitamento, attraverso cui la persona crede di stare al sicuro, con un effetto che poi è di fatto auto-concordante: siccome si crede che certe situazioni siano pericolose, evitarle fa sentire al sicuro, ma questo non incide poi sul decorso vero e proprio.
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