Famiglia tossica

Salve, sono una ragazza di 23 anni al terzo anno di università.

Ho bisogno davvero del vostro aiuto e adesso vi spiego la mia situazione.

Ho purtroppo un rapporto tossico con mia madre penso che questo sia dovuto al fatto che pretenda che io faccia il suo ruolo che badi ai miei fratelli, che li accompagni a scuola, che faccia i colloqui e li aiuti a fare i compiti.
E come se non bastasse cucino, pulisco casa tutte le mattine e lavo i piatti di tutta la giornata di notte anche in sessione andando così a letto verso le 4 5 di notte in modo da riuscire a studiare.

Per quanto riguarda lo studio i miei genitori (tutti e due con la terza media) non capiscono che ci vogliono giornate intere di studio e si lamentano a vedermi studiare dicendo che lo faccio apposta per non aiutare, dopo tutto quello che faccio a casa e fuori.
Per quanto riguarda l'università sono al terzo anno anche se dovrei essere al quinto, perché hanno deciso 5 anni fa di ritornare in Italia dopo aver vissuto per 7 anni all'estero, così ho dovuto rifare la terza superiore e la quarta.
Il mio problema più grande in questo momento è che mi sento una fallita, me lo sento dire anche dai miei parenti non solo dai miei genitori, anche loro sostengono che io debba già a quest'età avere un lavoro che non riesco a trovare part time e una laurea.
Mi sono scordata di dire che io studio all'università per i miei genitori e per renderli orgogliosi, ma non sta servendo.

Infine vorrei dire che ho provato molte volte a dialogare con mia madre spiegandole come mi sento quando parla male di me ai suoi parenti e non apprezza quello che faccio, ma mi inizia a urlare contro e finisco sempre a piangere come una disperata.
Inutile dire che questa situazione ha effetti anche sulla mia vita al di fuori della famiglia soffro di attacchi di panico, ansia, evito tutti e non ho fiducia in me stessa.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.9k 187
Gentile ragazza,
è necessario che prenda in pugno la sua vita.
Al Consultorio familiare troverà la consulenza di uno psicologo; ancora prima può prendere contatto con quello della sua università: in ogni ateneo ce n'è più d'uno dedicato ai problemi degli studenti.
Le parlo di consulenza psicologica perché temo che lei non sia pronta ad una decisione molto pratica: andare via di casa.
Alla sua età la cosa si attua offrendosi come badante o baby sitter o domestica part time, con vitto, alloggio e stipendio ovviamente commisurato alle ore di lavoro effettivamente svolte.
Potrebbe così avere, scegliendo con qualche oculatezza i datori di lavoro, un ambiente sereno in cui studiare fino alla laurea.
Tutto il resto della sua vita, compreso il tentativo di aggiustare le cose coi suoi spiegando e piangendo, è soltanto una tortura che non aiuta nessuno.
Una curiosità: qual è l'origine dei suoi genitori, e in quale stato straniero siete vissuti? Anche la conoscenza di un'altra lingua può aiutarla.
Buone cose; ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com