Come torno alla normalità?

Buonasera
Ho un problema nel tornare alla normalità dopo aver fatto da caregiver a mia madre.

Poco prima di Pasqua hanno diagnosticato a mia madre un carcinoma alla mammella.

Diagnosticato in tempissimo, ha eseguito l'intervento i primi di maggio, le hanno asportato 3 linfonodi e il carcinoma, fortunatamente non c'erano metastasi, per cui tutto si è risolto molto molto bene.

Avendo difficoltà nel fare tutto, già dalla scorsa Pasqua dormivo a casa sua a giorni alterni.

Dopo tutte le visite eseguite, le hanno detto che può riprendere la sua vita di sempre perché è in salute.

Io per questa ragione, dopo quasi 3 mesi, vorrei tornare a riprendere a dormire a casa mia, continuando comunque a fornirle il mio aiuto, ho una bimba di 9 anni e un compagno con cui convivo, per cui per me è importante anche riprendere un po' la vita in mano.

Ma lei sembra non accettarlo, non vuole restare sola la notte.

Il suo compagno fa un lavoro serale a giorni, per cui rientra circa alle 2 di notte.

Fin'ora mi sono sempre occupata di tutto in casa sua, non è mai stata da sola, sembra essere entrata in una sorta di zona comfort che non le permette di riprendere in mano la sua vita.

Nel frattempo ho discusso con il mio compagno, perché vorrebbe che tornassimo quanto prima perlomeno a rincasare la sera insieme.

Mia madre ha un carattere molto particolare, dominante, vittimista e narcisista, questo mi frena pesantemente.

Aiutoooo
Dr.ssa Lorena Ruberi Psicologo 5
Gentile,
la situazione che descrive è molto comprensibile e tocca corde profonde, sia sul piano emotivo che relazionale.
Essere caregiver, anche per un tempo relativamente breve, può comportare un carico fisico ed emotivo intenso, specialmente quando si accompagna un genitore in una fase di vulnerabilità e malattia. Il fatto che sua madre stia ora bene, dal punto di vista medico, non significa automaticamente che sia facile per entrambe riorganizzare le rispettive vite e ruoli.
Tornare alla sua routine non è solo legittimo, è anche necessario, per il suo benessere e per quello della sua relazione di coppia e con sua figlia.
Non è raro che, dopo un periodo in cui ci si è sentiti al centro delle attenzioni e accuditi costantemente, alcune persone specialmente se hanno tratti di personalità narcisistici, come lei accenna facciano fatica a lasciare quel ruolo di "persona bisognosa".
Questo può generare in chi ha fornito cure e supporto una forte ambivalenza, divisa tra senso di colpa, senso del dovere e desiderio di libertà.
In queste dinamiche, è importante riconoscere che prendersi cura di sé non significa abbandonare l’altro. Al contrario: è proprio attraverso confini chiari e relazioni equilibrate che si può essere davvero d’aiuto, senza esaurirsi.
Non è egoismo scegliere di vivere la propria vita, è un atto di cura verso sé stessi e, indirettamente, verso chi ci sta accanto.

Le auguro di ritrovare il suo giusto equilibrio.
Saluti
Dott.ssa Ruberi Lorena

Dott.ssa Lorena Ruberi

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Risposta utile
Utente
Utente
Buonasera
Grazie per avermi risposto, le sue sono parole meravigliose e di grande comprensione.
Stamani ho detto a mia madre che considerata la situazione attuale, io continuerò ad aiutarla e starle vicino, ma riprenderò a dormire a casa mia.
Lei ha ( finto ) di accettare con comprensione, per il momento la situazione sembra essere chiara a entrambe, so già che presto o tardi me lo rinfaccerà, ma se non adotto queste misure, finisco appunto per esaurire le risorse .
Grazie ancora di cuore
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