Depressione ciclica: è un disturbo da portare a vita?

Gentili dottori,
Vi presento la mia situazione.


Da almeno sei anni (forse anche più), soffro di depressione (che torna periodicamente) insieme ad ansia sia sociale che generalizzata (tendenzialmente sempre presente ma si acutizza in alcuni periodi) ma tutto ciò si è aggravato soprattutto nel e post periodo pandemia e ancor più quest'anno.
Infatti, dopo un crollo depressivo a dicembre, a febbraio stavo finalmente riprendendo la vita in mano (o così pensavo) ma poi ad aprile e maggio ecco una ricaduta: mi è peggiorata moltissimo l'ansia e il culmine lo si ha avuto a fine maggio, quando ho avuto un crollo pesante, in cui ero molto triste, in ansia, paranoica e sentivo il bisogno di farmi del male.
Non feci nulla alla fine, ma ciò e il sentirmi fuori controllo mi aveva abbastanza spaventato e mi aveva fatto rendere conto di quanto la situazione mi fosse, e mi sia tutt'ora, sfuggita di mano.


Comunque, decidendo di trovare finalmente una soluzione e porre fine all'ansia, che non riuscivo piu a gestire, mi rivolsi al MMG che mi disse che poteva darmi un ansiolitico ma sarebbe stata preferibile una visita specialistica e mi indirizzò a un presidio.

Dunque feci una visita psichiatrica e mi venne prescritto un SSRI che da allora (circa luglio) sto prendendo insieme a un antipsicotico (da settembre).
Poi era passato il momento di 'crisi' e sembrava la situazione si fosse risollevata verso fine agosto/settembre.

Ma adesso sembra essersi aggravata nuovamente e mi sembra di essere tornata in depressione maggiore come lo ero anni fa.
La cosa mi spaventa per un verso, perché ho paura, e sento dentro di me, che non riuscirei ad uscirne di nuovo; per un altro mi sento distaccata dalla situazione e cerco nell'alcol un modo per far 'tornare' la nebbia, che da quando prendo questo antipsicotico ha iniziato a schiarirsi e darmi una chiarezza mentale che da un po non avevo.
Ma questo senso di chiarezza per un certo senso è doloroso e rende le cose ancora più difficili da affrontare.


Ogni giorno è difficile e so che idealmente potrei fare tante cose e l'unico ostacolo è la volontà ma non sento la forza di fare nulla.

Non sento energia o motivazione, ma solo una stanchezza assurda addosso e vorrei che finisse...
Non vedo il senso di continuare qualsiasi cosa... la vita, gli studi, il trovare un lavoro o portare avanti amicizie.

Il senso di andare avanti qual è?

Mi sembra tutto vuoto e privo di significato.

Vorrei anche conoscere nuove persone e instaurare connessioni e penso mi aiuterebbe ma poi penso che neanche questo riempirebbe il vuoto, continuerei a sentirmi sola in me stessa e mi sembra tutto inutile.



La mia domanda è: c'è davvero modo di uscirne, realisticamente parlando?

Questa cosa va avanti da anni ormai e si ripete sempre ciclicamente.
Quando penso di starne uscendo e riprendendo le cose in mano, ecco che si ripresenta e facendomi precipitare nuovamente... Non ne posso veramente più.

Se questa è una cosa da portare a vita io davvero non ce la faccio.
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 19.1k 609
Gentile utente,

"Questa cosa va avanti da anni ormai e si ripete sempre ciclicamente", Lei ci dice.
Però, a parte il passaggio presso "un presidio (di che si tratta?), non risulterebbe che Lei sia in terapia fin da quando il problema si è presentato.

E forse è proprio questa la causa delle continue ricadute, la mancata cura fino a poco fa.
Oppure è il disturbo di cui soffre, ad alternare fasi in cui lei si sente "risollevata" ed altre di crisi.

"..l'unico ostacolo è la volontà ma non sento la forza di fare nulla."
In realtà molti disturbi psichici colpiscono proprio la volontà, per cui quando ad una persona depressa diciamo "sfòrzati", si tratta di una vera sciocchezza.

Che fare ora?
Si tratta di introdurre una cura efficace.
Tenga conto che l'abbinamento di farmaci e psicoterapia sembra essere la cura più efficace,
dato che -come Lei acutamente osserva - ".. da quando prendo questo antipsicotico [la nebbia] ha iniziato a schiarirsi e darmi una chiarezza mentale che da un po non avevo. Ma questo senso di chiarezza per un certo senso è doloroso". Ed ecco dove interviene efficacemente la psicoterapia, proprio nell'aiutare ad utilizzare questa nuova "chiarezza", anzichè subirla dolorosamente.

Ne potrà leggere qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html .

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dottoressa, grazie per la risposta.
In effetti ho intrapreso un percorso di cura soltanto di recente, e durante quel lungo periodo depressivo in pandemia non ero stata visitata mai o seguita (sebbene sarebbe stato necessario).


Grazie, però quello che mi chiedo e che vorrei sapere attraverso la mia domanda è: un disturbo che si ripete così è davvero curabile o è una condizione da portare a vita? Cioè attraverso queste cure (farmacoterapia e psicoterapia) si arriverebbe a curare questo disturbo e porre finalmente fine a questi cicli, oppure sarebbe solo trovare un modo per "tamponare" e avere gli strumenti per affrontarli diversamente?

Inoltre non so se abbia senso continuare, non mi sembra i farmaci stiano funzionando... mi chiedo se dovrei provare a interrompere giusto per capire se almeno così troverei il senso. Da un lato vorrei funzionassero, dall'altro non se abbia senso o se mi servano effettivamente? Forse sto facendo un po' di confusione, spero abbia senso.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 19.1k 609
Gentile utente,

ho l'impressione che non abbia letto la ricerca allegata con link,
nè che abbia riflettuto sulla risposta ricevuta.

Rispondo nuovamente:
il disturbo è curabile nelle modalità già descritte. Finora ciò non è stato fatto e dunque non ha senso chiedersi teoricamente se funzionerà, dato che il futuro non riusciamo ancora a prevederlo.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Ho riletto l'articolo e ci ho riflettuto. Ha ragione sì, il futuro non lo si può prevedere e forse è anche questo che mi spaventa.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 19.1k 609
Ci scrive che:
"Da almeno sei anni (forse anche più), soffro di depressione insieme ad ansia sia sociale ..".
Come pensare ad un futuro di questo genere? "Il futuro mi spaventa", afferma giustamente.

Se non altro nella speranza di un "meglio" potrebbe pensare a curarsi seriamente, non crede?

Eppure fin quando non sarà Lei stessa a decidere, nessuno può decidere per lei.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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La speranza non so se ce l'ho ancora, è un periodo un po' confuso... mi sento molto stanca e demotivata. A dir la verità non so nemmeno se ne valga la pena, come sarebbe o se io lo meriti effettivamente.
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