La sua malattia, il deperimento fisico, l'ansia del percorso, la paura della morte

non ho mai avuto un buon rapporto con mio padre, ha causato tanto dolore a me e al resto della famiglia. Nonostante ciò ho vissuto tutti questi anni assecondando la sua personalità. i miei genitori sono separati e io per fortuna vivo con mia madre da sempre. con mio padre è sempre stato più un rapporto di facciata, formale. lui non mi conosce e io non conosco lui realmente.ho avuto le chiavi di casa sua pochi mesi fa, quando ha scoperto di avere un male grave.. da li è cambiato tutto, una continua richiesta di assistenza perchè non c'è altro supporto. io sempre pronta, con l'affanno ho messo tutto in secondo piano per assecondare le sue nuove esigenze. nessuno mi ha chiesto come sto, se sono stanca, se voglio staccare un pò.. no solo richiestacontinua di aiuto in una fase quasi terminale. In ospedale le infermiere mi dicono che non hanno mai visto tanta dedizione verso un genitore. io sono quasi esaurita, inizio a piangere per niente, forse mi voglio fare compatire.. mi da fastidio la gente che mi viene a dire che 'lui è bravo', 'per lui esistono solo i figli', 'lui ha solo paura perchè lascia qui noi che non ci siamo ancora realizzati', lui, lui, lui... èsempre stato così, per lui possiamo prosciugare tutte le energie anche domani. lui non è che mi ha abbandonata, lui mi ha sempre cercata per un discorso di facciata.. adesso io sto vivendo la sua malattia, il deperimento fisico, l'ansia del percorso, la paura della morte e per questo provo tenerezza e mi dispiace ma.. ho anche tanta rabbia e voglia di scappare. l'aiuto economico non c'è e credo sia una sua scusa per 'tenerci stretti' in questa fase, ma non ci vede.. e questo mi fa male. siamo solo in due ad alternarsi per lui che ci chiede di essere presenti sempre, giorno e notte e giorno ancora. io voglio andare via due giorni per staccare, ne ho diritto ma nonostante tutto sono qui a scervellarmi perchè non so cosa possa pensare lui se io lo lascio due giorni.. perchè ora non deve esistere altro...non ho il coraggio di dirgli che ho già prenotato per andare a 100 km di distanza per essere fuori da tutto.. e perchè?per paura di cosa?dei sensi di colpa? e perchè? mi sento in una gabbia. forse esagero, forse esaspero la situazione ma tutti mi dicono che effettivamente anche dal di fuori è un pò troppo esagerato. sono diventata una badante e l'amore non è così' tanto come sembra da fuori.. continuo a lamentarmi di questa situazione e non riesco a sbloccarmi a mandare tutti a quel paese.. perchè? per paura del domani? non lo so.
scusate lo sfogo e il disordine del discorso, mi spiace rubare del tempo per questi problemi che tra pochi mesi saranno superati ma avevo proprio bisogno di scrivere a qualcuno di competente, forse solo per sentirmi vittima del momento.
Buona serata e grazie
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

la grave malattia di suo padre le ha dato l'occasione per conoscerlo e stargli vicino, anche se in un momento tragico, e per quanto tutto questo sia difficile penso che le stia permettendo di colmare almeno in parte le lacune che lui ha lasciato nella sua vita.

Lui è suo padre anche se ha avuto un comportamento inaccettabile e se lei non gli è potuta stare vicino mentre cresceva (visto che ci dice di abitare da sempre con sua madre immagino sia così) è naturale che adesso che ne ha l'opportunità non riesca a staccarsene, anche se stargli accanto la sta distruggendo.

E' inoltre naturale che le interessi cosa suo padre pensa di lei nonostante ne abbia una pessima opinione e che si preoccupi per lui:

"io voglio andare via due giorni per staccare, ne ho diritto ma nonostante tutto sono qui a scervellarmi perchè non so cosa possa pensare lui se io lo lascio due giorni...".

Probabilmente sta inconsapevolmente cercando di ottenere da lui quell'affetto, quell'attenzione e quell'approvazione che le sono sempre mancate da parte sua e che sono tanto fondamentali nella crescita di una bambina.
Penso che abbia cercato di ottenerle "assecondando la sua personalità", come ci ha scritto, ma ora forse potrà ottenerle per la donna che è comunque diventata.

Questo padre che si è sottratto sia ai suoi doveri sia al suo ruolo nelle dinamiche familiari (compresa la triangolazione edipica) per lei è ancora prezioso e ha ancora qualcosa da darle.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
"non so cosa possa pensare lui se io lo lascio due giorni.. perchè ora non deve esistere altro...non ho il coraggio di dirgli che ho già prenotato per andare a 100 km di distanza per essere fuori da tutto."

Gentile Utente,

Lei è sempre stata così nelle relazioni, ovvero molto propensa ad aiutare gli altri e ad accudire, oppure lo è adesso con Suo papà per le ragioni che ci ha spiegato (paure? sensi di colpa? ecc...)?

Se inoltre con il papà Lei ha sempre avuto un rapporto di facciata, mi pare chiaro che adesso Le riesca bene comportarsi ancora in questa maniera.

Però, mettendo da parte la facciata e le apparenze, Lei come sta adesso per questa situazione?

Immagino stia facendo dei bilanci che coinvolgono sia Lei sia il papà... si sente chiaramente la Sua rabbia. Con chi è arrabbiata e per quale ragione?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

la situazione è sicuramente difficile per lei, soprattutto in questa fase dove gli affetti sono fortemente contrastanti. La sua dedizione per le cure nasconde aspetti legati alla rabbia e al risentimento nei confronti di suo padre, sicuramente legati alla natura vostro rapporto.

Dovrebbe a mio avviso mettere una distanza. Questo significa bilanciare tra un'eccessivo coinvolgimento e la "fuga", ossia scappare dagli aspetti più intimi e nascosti che riguardano le sue emozioni.

Il suo comportamento in questo senso è ambivalente, da una parte ci sono le cure e la dedizione forse eccessiva, ma rispetto agli affetti si parla di risentimenti e rabbia.

La invito semplicemente a riflettere su questo.

Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno e un grande ringraziamento a tutti voi per le risposte, tutte utilissime. Scusate ancora per lo sfogo gettato ieri in un momento di grande sconforto e smarrimento. Purtroppo io ho sempre avuto un pessimo carattere, non mi rispetto, mi faccio mettere facilmente i piedi in testa, non so dire di no e tutto questo si sta accentuando in questo momento. chi capisce questo mio lato debole il più delle volte ne approfitta, in questo caso, mio padre ne sta abusando e io lo sto assecondando e per alcuni versi riesco a giustificare il mio comportamento per altri no. in alcuni momenti anch'io ho pensato che questa fase potrebbe essere arrivata per costruire qualcosa di positivo in questo rapporto padre - figlia, ma più passano i giorni più mi rendo conto che le cose sono un pò più complicate. il suo non è un bisogno di affetto, di recuperare qualcosa, di porsi con umiltà. e non credo sia solo il tipico egoismo che colpisce le persone gravemente malate.. lui esige, non chiede, da per scontato. noi non dobbiamo avere più vita sociale o che perchè tutto deve girare intorno alla sua sofferenza. anche ridere può essere un problema perchè in questi momenti non sta bene. io non sono me stessa in questo momento, sto facendo tante cose ma più per un senso di dovere e non riesco a fermarmi e non riesco a capire il motivo di tanto timore a imporre le mie esigenze o la mia stanchezza. a volte mi fa male vedere il deperimento fisico e pensare che arrivati ad un certo stadio l'unico pensiero che può fare una persona è di paura della morte, altre volte non vedo l'ora che tutto questo finisca perchè non ne posso più. sicuramente ho molta rabbia per tante cose, quando dico di aver ricevuto le chiavi di casa alla comunicazione della malattia non sto scherzando, io sono una persona che è sempre stata considerata ospite e che ora deve fare e gestire la casa perchè c'è il bisogno di fare e lui non ce la fa più. mio padre oltretutto soffre di una depressione da molto tempo ma che solo ora è stata riscontrata (anche in riferimento al pre malattia) e secondo me e lo continuo ad affermare da tempo, anche di una specie di sdoppiamento della personalità. al di fuori è un santo, premuroso e buon padre di famiglia, da dentro le cose sono l'opposto. il problema più grande è che non capisco come smetterla di assecondarlo senza sentirmi in colpa. se gli dico di voler andare via per due giorni perchè ne ho bisogno la risposta sarà del tipo 'come facciamo adesso, cerca di andare via per poche ore, c'è bisogno di te, io ho male e mi sento meglio se so che sei qui, se proprio devi vai' seguito da un pianto e da crisi di malore o altro. e io invece di prendere posizione a tutela di me stessa finirò o per stare a casa o di andare via con l'opressione o il senso di colpa.
grazie ancora di tutto e buon lavoro
[#5]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Mentre si trova con lui prova mai a parlargli di qualcosa che vi riguardi?
[#6]
dopo
Utente
Utente
NO, è un tabù parlare di cose personali adesso più che mai, non c'è mai stata fiducia tra noi, parlare di cose personali significhierebbe gridare situazioni di sofferenza che ormai ho sepolto e che non voglio far riemergere ora, ad un passo dalla fine... comunque la situazione sta crollando, la malattia avanza, la depressione aumenta, io ho iniziato a precipitare nel rifiuto di tutto, della sofferenza, degli ospedali, dei medici, dell'organizzazione delle terapie, tutto mi inizia a schifare tutto. Questa malattia che doveva rappresentare un opportunità per noi non lo è stato, ora stiamo arrivando al capolinea, non so se cambierà qualcosa nei prossimi giorni ma sarebbe troppo egoistico prendere e sfogarsi su una persona che sta per lasciare questa esperienza di vita. me ne pentirò? può essere, ma sarei finta. io non riesco a dirgli ti voglio bene, anche se mi sforzo di farlo non ci riesco e se lui me lo dice sento che è solo per comprare il mio tempo, non riesco a vederci la bontà o l'altruismo.
alla fine sono andata via per due giorni, non ho avuto senso di colpa ma solo voglia di andare via ancora e ancora.
mi spiace ma è così.
grazie ancora per l'ascolto
[#7]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,
E se invece il suo obiettivo fosse proprio esorcizzare il senso di colpa?
Quanta rabbia avra' accumulato negli anni verso questo padre cosi' poco attento a lei? Ora questa rabbia non e' scomparsa. Ma non si puo' permettere piu' di esserne consapevole.
E allora risuona dentro di lei il suo ruolo di figlia, il dovere di soffocare il desiderio di scappare.
Il fatto che chi vede la sua dedizione la valuti accessiva dovrebbe costituire un campanello di allarme. E infatti lei l'ha sentito.
E' proprio sicura di non riuscire a dirlo a suo padre, ora, perche' ora e' ancora in tempo per farlo, quanto abbia dovuto soffrire per i suoi comportamenti?
Non lo sente venirle su dal cuore il desiderio di comunicarglielo davvero quello che sente?
Potrebbe essere un momento di verita' catartico per entrambi. Una comunicazione umana profonda che non accetta di essere bloccata dalla pieta' e dal senso di colpa..
Spero di non averla turbata troppo con la mia esortazione, ma dalla sua domanda ho percepito che lei ne avesse bisogno.
I mIei auguri gentile signorina.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#8]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Sottoscrivo pienamente la risposta della d.ssa Esposito e la invito anche a considerare che, forse, trovandosi in punto di morte suo padre sta trovando una lucidità che prima non aveva per quanto riguarda gli affetti:

"io non riesco a dirgli ti voglio bene, anche se mi sforzo di farlo non ci riesco e se lui me lo dice sento che è solo per comprare il mio tempo, non riesco a vederci la bontà o l'altruismo".

E' normale che lei "senta" un certo significato dietro a quelle parole, perchè interpreta la situazione in linea con quanto ha sempre visto e subìto in oltre 30 anni di vita.

Questo non significa però che suo padre non le voglia bene e che glielo stia dicendo per "comprare il suo tempo".
Oramai è giunto alla fine, non ha nulla da perdere e sa che lei lo assisterebbe comunque, quindi se glielo dice io penso che possa iniziare a pensare che sia vero.

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