Bipolarismo/depressione

Salve, ero in panico, quindi ho deciso di rivolgermi a lei.
Non so che fare, come comportarmi..mi sento sola, non ho nessuno apparte la mia migliore amica, che però dista da me chilometri quindi oltre a consigliarmi e a farmi sfogare dietro ad un computer non può, e il mio ragazzo..mi hanno aiutato entrambi a farmi allontanare dalla lametta, anche se continuo ad autolesionarmi con morsi, graffi, mi rompo le goti a sangue, insomma...cerco di fare tutto il possibile per provocare dolore fisico, l'unica cosa che mi ''calma'' in un certo senso. E' orribile, forse è sbagliato, ma dopo mi sento bene con me stessa. Alla scuola secondaria di primo grado non mancavano gli insulti da parte dei miei coetanei, poi iniziò anche mia madre, hanno sempre fatto in modo che la mia autostima non crescesse mai. Sono sempre stata atelophobica, anche da piccola, non ho mai avuto tanti amici, sono sempre stata sola, come lo sono tutt'ora. Le persone che mi capiscono sono davvero poche, una-due, e per di più sono distanti. E' tutto un incubo. Per mia madre sono una delusione, è come se lei non avesse il ruolo di madre..non conosce praticamente nulla della mia vita, sa solo spiare quello che faccio su internet, ma della mia vita non si interessa. E' come se io fossi ''l'errore della famiglia'', quella in più, nata per caso. E' una sensazione orribile, ho pensato spesso di far terminare questa sensazione col suicidio, ma forse sono troppo codarda, mi basterebbe solo un po più di coraggio, ne sarei veramente felice, o almeno lo sarei dopo. So che è una conclusione sbagliata, ma io davvero non ne posso più. Dicono che l'adolescenza si vive solo una volta e sono gli anni più belli..ma non è vero, sono tutte idiozie, sto solo soffrendo come un cane abbandonato, io sono sola, non ri-vivrei per nulla al mondo questi anni, e se ci fosse un modo per far finire tutto lo farei, ora.
Spesso ho sintomi del bipolarismo -ma io infondo non sono nessuno per dire da quali patologie sono affetta quindi lascio la parola a voi professionisti- sia maniacali che depressivi. Insomma, è orribile, vorrei farla finita. Spesso riaffiora tutto...così..su due piedi, e io non so davvero cosa fare. Non ho nemmeno più lacrime per piangere, non ne posso più, vorrei solo che quest'incubo terminasse. Chiedo solo un aiuto da parte sua, un consiglio..cosa potrei fare?come comportarmi? non lo so, mi dica tutto quello che potrebbe aiutarmi, la prego. Grazie per l'aiuto.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara ragazza,

accolgo la sua richiesta come uno sfogo, in cui evidenzia tutta la sua sofferenza, palpabile tra le righe della descrizione della sua vita.

Ci parla di un rapporto difficile con sua madre.
Ha fratelli o sorelle?
E suo padre?

Ci sono altri familiari cui poter far riferimento per potersi aprire e con cui parlare del suo disagio?

Purtroppo, da qui, senza conoscerla personalmente, è difficile darle risposte più puntuali.
Ha mai pensato di contattare uno psicologo della sua zona, magari nel servizio pubblico, per farsi aiutare a superare queste difficoltà?

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
il dolore fisico, serve a spostare l'attenzione da quello psichico, sicuramente più importante, insopportabile e gestibile.

Uno psicologo potrebbe aiutarla a dare un nome ed un volto a questo suo grido di dolore, il suo corpo le sta chiaramente dicendo che qualcosa non va e deve essere ascoltato

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
Si, ho due fratelli, e diciamo che non sono aperta con nessuno della famiglia, nemmeno mio padre. Ho paura di chiedere un aiuto per una risposta poco piacevole, insomma mi riderebbero in faccia. Non mostro molto i miei sentimenti, e per loro i problemi sono altri. Ci ho pensato spesso a qualche aiuto, magari faccia a faccia con qualche specialista, ma non trovo il coraggio di chiedere aiuto ai miei.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara ragazza,

lei è maggiorenne e non ha bisogno del consenso dei suoi genitori per chiedere aiuto; se non se la sente di renderli partecipi della sua sofferenza può comunque rivolgersi presso una struttura pubblica o presso un consultorio dove potrà trovare professionisti preparati ad accogliere il suo disagio.

Come le ha spiegato bene la collega, dr.ssa Randone, il dolore fisico è uno strumento che, probabilmente, utilizza, in modo non del tutto consapevole e razionale, per soffocare un dolore psichico altrimenti insopportabile.

E' un campanello d'allarme, che va ascoltato, accolto ed elaborato; ma per fare questo è necessario che lei trovi il coraggio per chiedere aiuto.

E' ancora così giovane e credo che abbia tutto il diritto di vivere la sua vita con la serenità che la sua età merita.

Il fatto che abbia trovato il coraggio di scrivere qui è un segnale; credo si tratti di un primo passo importante; rappresenta la consapevolezza di aver bisogno di aiuto.

Ora si tratta solo di concretizzare questa richiesta di aiuto e di rivolgersi ad un professionista di persona che possa aiutarla in modo concreto; purtroppo, da qui, a distanza, pur con tutta la buona volontà e l'empatia per il suo disagio, è davvero impossibile darle una mano.

Dice che il suo ragazzo la sta aiutando; lui è al corrente di tutto?
Riesce, almeno con lui, ad aprirsi?

Non ha parlato al suo medico curante di questa sua situazione?

Di seguito le mando un paio di link utili cui potrebbe far riferimento nella sua zona:

http://sito.aslna1.napoli.it/distretti_sanitari--distretto_33--unita_operative--ReadArticle_salute_mentale.aspx

http://napoli.virgilio.it/pubblicautilita/CONSULTORI_FAMILIARI.html

Un caro saluto
[#5]
dopo
Utente
Utente
è piuttosto difficile aprirmi con lui, infatti spesso è all'oscuro di tutto. Viene a conoscenza delle cose solo quando scoppio e gli parlo, superficialmente, dei miei problemi...è difficile per me aprirmi, in generale..non voglio essere considerata pazza. Sono atelophobica già da piccola, e ho il terrore di essere giudicata male dagli altri...diciamo che faccio condizionare il mio comportamento dal pensiero altrui.
[#6]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara ragazza,

<<ho il terrore di essere giudicata male dagli altri>>
il suo timore del giudizio si coglie in quanto ci ha detto di sé e lei, da quanto scrive, ne è pienamente consapevole... ma credo che sia giunto il momento di affrontarlo insieme alle altre sue dinamiche poco funzionali; diversamente rischia di radicare il suo modo di essere e di peggiorare ulteriormente la situazione.

Non dico questo per spaventarla; lo dico solo perché quanto prima si affrontano disagi quali lei riferisce, tanto più è facile risolverli... ma da qualche parte bisogna pur cominciare.

<<Sono atelophobica già da piccola>>
Anche questa è una sua interpretazione o le è stato detto da qualche specialista?

<<non voglio essere considerata pazza>>
Lei non è pazza... ha solo bisogno di una mano in un momento difficile della sua vita.
Se avesse male ad una gamba avrebbe paura di essere considerata zoppa o andrebbe dal suo medico per capirne le cause e per trovare una soluzione?

<<è difficile per me aprirmi>>
probabilmente perché non ne ha mai avuto la possibilità, avendo avuto un rapporto con sua madre un po' complesso e non avendo trovato nei suoi fratelli e in suo padre un appoggio alternativo.
Ma questo si può superare.

Le ho fornito i recapiti di alcune strutture che operano nella sua zona; lì sarà accolta senza *alcun* giudizio. Nessuno la considererà pazza e troverà validi professionisti che le daranno la possibilità di provare, finalmente, ad aprirsi.

Ora sta a lei decidere se continuare in questa situazione o se provare a chiedere un aiuto di persona. Dal mio punto di vista non ha nulla da perdere a provarci!
Non crede?

Un caro saluto
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