Tremori ad ansia post sforzo fisico

Salve,
sono un uomo di 51 anni e da alcuni mesi mi capita di provare una costrizione allo sterno, improvvisa dispepsia o nodo alla gola (tipo reflusso esofageo), sensazioni di tremori, agitazione ed un battito leggermente alterato appena dopo aver effettuato uno sforzo (qualche serie di flessioni o una camminata accelerata per raggiungere il luogo di un appuntamento sono le classiche situazioni).

A seguito di questi episodi mi sono rivolto ad un Cardiologo che ha escluso problemi cardiaci o cardiovascolari.

Devo premettere che negli anni passati ho avuto disturbi da ansia e attacchi di panico, situazioni che capitavano specialmente durante la giornata lavorativa o comunque lontano da casa. Dopo due anni di psicoterapia gli episodi hanno subito una forte riduzione, ma negli ultimi tempi, come accennato, è apparsa questa nuova modalità.

Per completezza vorrei aggiungere che, soprattutto nella bella stagione, faccio una moderata attività fisica (prevalentemente jogging e saltuariamente bike) e che a seguito della quale difficilmente si susseguono gli episodi descritti precedentemente.

Grazie per un'eventuale risposta.
Saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Signore,

è possibile che il percorso che ha effettuato non le abbia consentito di risolvere del tutto il suo problema e che attualmente questo si stia ripresentendo.
L'esclusione di disturbi di natura fisica effettuata dal cardiologo fa pensare che la situazione sia proprio questa.

Ci può dare qualche informazione in più sulla terapia effettuata?
In particolare vorrei chiederle a che età l'ha iniziata e da quanto tempo soffriva di ansia, che tipo di psicoterapia era e con che cadenza effettuava le sedute.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dott.ssa,
innanzitutto grazie per la celere risposta.

Per completare seppur sommariamente il quadro, dovrei dirle che sono stato in terapia
tre volte ((dal 1992 ad oggi rispettivamente in cicli di 6 anni, 3 anni e 1 anno) e che sono abituato ai segnali somatici che mi si presentano (pur sempre diversi per ogni periodo). Solo nell'ultima sessione terapeutica si è iniziato a parlare di ansia. (ho iniziato a prenderne coscienza, a chiamare questo insieme di sintomi/sensazioni/stato d'animo con il termine ansia)

L'ultimo percorso terapeutico (si trattava di psicoterapia ad indirizzo psicosomatico ed ipnosi) è iniziato nell'Ottobre 2010 ed è terminato nel Giugno 2012 (da 48 a 50 anni circa). Le sedute erano, per mia scelta ma condivise con il terapeuta (questione economiche), una ogni 15 gg.



[#3]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro Signore,

è successo qualcosa di significativo nell'ultimo periodo della sua vita che possa aver fatto emergere i sintomi di cui ci parla?
Dispiaceri, preoccupazioni, separazioni, cambiamenti lavorativi o di altra natura?

Come, giustamente, anche lei scrive, i segnali somatici derivanti da un disturbo di natura ansiosa non sono sempre uguali; ritengo, pertanto, avendo escluso possibili cause organiche al suo disturbo, che si possa parlare, anche in questo caso, di un quadro di natura ansiosa.

Il fatto che la sintomatologia che accusa in questo momento rimandi a preoccupazioni legate al buon funzionamento dell'apparato cardiovascolare, può avere qualcosa a che fare con un consulto di un paio d'anni fa postato con il suo account in cardiologia che, credo, riguardasse una persona a lei vicina?

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore,
le preoccupazioni specie in questo periodo non mancano (precarietà lavorativa e come ha rilevato Lei timori per la salute di mio padre), ma in generale è questa fase della vita che mi ha reso più preoccupato perché sento che, senza cadere nel melodrammatico, tutto intorno inizia a "decadere".

La cosa strana è che questi ultimi segnali non sono invalidanti come quelli in altri periodi (intendo che non condizionano molto lo svolgere della mia vita, né il mio umore momentaneo) e si lasciano guardare rimanendo periferici al mio centro.

I miei migliori Saluti
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro Signore,

<<La cosa strana è che questi ultimi segnali non sono invalidanti come quelli in altri periodi (intendo che non condizionano molto lo svolgere della mia vita, né il mio umore momentaneo) e si lasciano guardare rimanendo periferici al mio centro.>>

questo mi sembra un ottimo presupposto, frutto, forse, anche dei suoi precedenti percorsi di psicoterapia.
Significa che, in una certa misura, ha "imparato" a convivere con i malesseri che, inevitabilmente, la vita ci pone davanti e a gestire meglio i segnali che arrivano dal suo corpo.

In merito alla "decadenza" cui accenna, credo che questo possa essere anche messo in relazione, oltre ai fattori congiunturali del particolare momento storico che tutti stiamo vivendo, alla sua età.

Per ogni uomo, la sua età è un importate momento di bilanci in cui si fanno i conti con quanto messo a frutto nella vita, con quanto ci si possa aspettare dal futuro e, non ultimo, con l'estremo limite di ognuno di noi, la morte.

Il fatto di vedere i propri genitori invecchiare, la preoccupazione per la loro salute, l'accorgersi che la nostra precedente apparente "invincibilità" vacilla, ci impone un nuovo modo di vedere e percepire il significato della vita; un cambio di prospettiva è indispensabile e, spesso, la nostra ontologica capacità di adattamento riesce a ristabilire l'equilibrio.

Se il suo malessere dovesse divenire invalidante per la gestione della sua vita quotidiana, il consulto con un collega, de visu, potrebbe aiutarla a raggiungere l'equilibrio necessario. In caso contrario la "gestione periferica" del suo disagio mi sembra un'ottima strategia adattiva.

Un caro saluto

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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