Attacchi di ansia/panico/pianto

Buongiorno, mi chiamo Alessia e ho 25 anni. Da tre anni vivo da sola e sono docente di sostegno alle scuole medie.Sono una ragazza estremamente solare e di compagnia. Nella vita ho sempre avuto tanta fretta che spesso mi ha spinto a vivere e fare cose molto prima dei miei coetanei ed è per questo che mi definiscono molto matura.
Ho avuto una lunga ed importante relazione sentimentale di 5 anni dai 15 ai 20 e dopo quella non ho mai più avuto un fidanzato. Ho frequentato tanti ragazzi ma nessuno di questi voleva impegnarsi seriamente in una relazione. Da qui tutti i dubbi e le domande se allora il problema fossi io e mi sono messa in testa che mai più troverò un ragazzo e mai sarò fidanzata. Questo problema chiaramente non mi fa vivere serenamente i rapporti con i ragazzi che frequento nè tantomeno con le coppie che mi circondano, poichè li invidio molto, tanto da non sopportare il loro rapporto.
Da circa due anni di notte si presentano improvvise crisi di pianto (non so come definirli), senza un apparente motivo inizio a piangere talmente forte da non riuscire a respirare e ho dei pensieri brutti sulla soluzione a questo problema, come il suicidio o la morte più in generale.Non riesco a parlarne con nessuno_sono molto riservata. Sono stata due volte da due psicologi diversi, ma oltre a non potermi permettere la spesa, non racconto le cose come stanno e allora mi sembra che non abbia senso andare, perchè tanto non tiro fuori nulla.
Ieri sera ho avuto l'ultima crisi e mi è pesata molto. ho scritto a mia sorella per farla venire da me perchè avevo paura di rimanere sola ma lei dormiva e così ho dovuto aspettare di calmarmi da sola e poi addormentarmi.
Ho pensato di dormire dai miei per un pò perchè di solito si presentano di notte o quando solo da sola.
Ditemi secondo voi come posso risolvere questa cosa.
Grazie
[#1]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara Alessia,

<<sono stata due volte da due psicologi diversi, ma oltre a non potermi permettere la spesa, non racconto le cose come stanno e allora mi sembra che non abbia senso andare, perchè tanto non tiro fuori nulla.>>

con questi due psicologi ha fatto un percorso o si è trattato di un singolo colloquio?
A quando risalgono questi incontri?

Prima di due anni fa non ha mai avvertito disagi analoghi?
E' successo qualcosa che reputa possa essere significativo prima della comparsa di questi sintomi?

I pochi elementi che ci fornisce non permettono di darle indicazioni chiare sul suo malessere; ciò che, invece, mi sento di consigliarle è di rivolgersi di persona ad un collega della sua zona che possa fare una valutazione precisa ed aiutarla a superare questo momento.

Se il problema fosse di sola natura economica, tenga conto che anche nelle strutture pubbliche può trovare professionisti preparati in grado di accogliere il suo malessere.

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

[#2]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
La prima volta che sono stata da uno specialista è stato due anni fa, ho fatto un percorso durato diversi mesi che non mi ha dato grandi risultati si era solo attenuato il senso di colpa di non star facendo nulla. Poi il pagamento è diventato insostenibile. Allora a dicembre mi sono rivolta allìASL di zona dove ho incontrato uno specialista per tre incontri gratuitamente. Al terzo incontro mi spiega che il percorso non può essere intrapreso tramite l'ASL ma che devo rivolgermi ad uno psicologo comportamentista (non so se si chiama così) di cui mi da i riferimenti ma che ovviamente è a pagamento. Quindi non sono andata!
Prima di questi due anni ho avuto sentimenti e sensazioni strane mai sfociate però in vere e proprie crisi. A parte la fine della relazione con il mio ex fidanzato che si è rifidanzato subito dopo non riesco ad individuare altre cause (forse il rapporto morboso con mia sorella verso la quale però ho sempre nutrito molta gelosia e invidia e ho sempre cercato di fare miei i suoi atteggiamenti perchè vedevo che funzionavano nel mondo esterno, il fatto di non essre in grado di parlare di mie debolezze, di non riuscire a sfogarmi).
Da piccola sono andata dallo psicologo della scuola per parlare un pò e lui mi ha subito indirizzato ad un centro specializzato dove facevo degli incontri con degli psicologi insieme ad altri bambini. Questa cosa non mi piaceva e non sono mai più andata.
Questo è il quadro della situazione, vorrei solo rendere più vivibile la mia vita in momenti di sconforto come questo.
Grazie
[#3]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara Alessia,

<<Prima di questi due anni ho avuto sentimenti e sensazioni strane mai sfociate però in vere e proprie crisi.>>

queste sensazioni e sentimenti, farebbero pensare che la crisi attuale abbia radici antiche.

Posso chiederle, se lo ricorda, quali ragioni ha addotto lo psicologo della scuola per inviarla ad un centro specializzato? Quanti anni aveva?

Oltre alla fine della sua relazione che risale, se non sbaglio i conti, a qualche anno prima, mi sembra di capire che poco prima di questi due anni era andata a vivere da sola per la prima volta. E' così?

Crede che anche in questo caso abbia avuto tanta fretta tanto, forse, da precorrere i tempi.

Ci parla di sua sorella, che immagino sia più grande di lei, ma non ci dice nulla della relazione con i suoi genitori?
Ci può dire qualcosa in merito?

Mi perdoni per le numerose domande ma sono utili per darle una indicazione più puntuale, pur nei limiti di un consulto on line.

Un caro saluto

[#4]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Ragazza,
da quanto riferisce sembra che anche prima della rottura del suo rapporto fossero presenti alcune problematiche, seppure non con una sintomatologia così evidente, probabilmente emerse con più evidenza e amplificate da quanto è accaduto.

Parrebbe che lei continui ad avvitarsi in rimuginazioni, probabilmente in cerca di perché e soluzioni al suo problema, alimentando la sua convinzione e paura di restare sola...ipotizzo

Rispetto a quanto riscontrato alla ASL, provi comunque a rivolgersi ad altre strutture pubbliche, anche ospedaliere, che possano magari offrirle un percorso con un maggiornumero di incontri.

Cari saluti

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#5]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Vi ringrazio per l'attenzione e l'interessamento...per me vale molto.
Rispondo al dott. Callina :
Ricordo che ero alle scuole medie, quindi intorno agli 11 anni, non ricordo di preciso di cosa parlavo, quello che ricordo è che erano tutti discorsi leggeri, riferiti a problematiche riscontrabili a quell'età, sicuramente abbiamo parlato anche della famiglia ma non ricordo in che termini. Ricordo che un giorno tornando a casa, i miei genitori hanno ricevuto una telefonata dalla psicologa della scuola che li invitata ad un colloquio (io non avevo detto ai miei genitori che frequentavo lo sportello psicologico scolastico) proponendogli poi questo percorso...non ricordo la struttura, mi ricordo che facevamo dei giochi con altri bambini ma mi sembrava tutto molto stupido e non ci volevo più andare. (In quel periodo ho avuto psoriasi e fuoco di sant'antonio, non so se c'entra).
Sono andata a vivere da sola 3 anni fa perchè i miei genitori hanno cambiato casa e ne hanno presa una più piccola perchè non riuscivano a sostenere le spese del mutuo, nella casa nuova non avevo una cameretta e dormivo in sala, non ero abituata a non avere privacy e visto che lavoravo già da anno ho deciso di andare a vivere da sola, così con l'aiuto dei miei mi sono trasferita. Sono molto orgogliosa di questa scelta, avevo 21 anni e per me era un traguardo enorme.
Si mia sorella è più grande di 4 anni, inutile dire che per me è stata un esempio da seguire in molte occasioni.
I miei genitori hanno sempre avuto un rapporto fatto di alti e bassi, non sono una grande coppia ma li reputo dei grandi genitori.Rapporto più conflittuale con mia mamma perchè ha un carattere molto simile al mio e quindi ci scontriamo molto, mio padre è più giocherellone quindi è un rapporto basato più sullo scherzo.

Concordo con questa ipotesi della dott.ssa Rinella "Parrebbe che lei continui ad avvitarsi in rimuginazioni, probabilmente in cerca di perché e soluzioni al suo problema, alimentando la sua convinzione e paura di restare sola".

Grazie mille
[#6]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara Alessia,

concordo anch'io con la lettura della collega, dr.ssa Rinella.
Del resto le manifestazioni ansiose, in tutte le loro forme, derivano spesso dal tentativo di controllare una situazione che non riusciamo ad accettare; da qui il meccanismo delle rimuginazioni che, invece che darci sollievo, ci procurano malessere.

Solo qualche spunto di riflessione in merito a quanto ci dice.

Disturbi della pelle, quali psoriasi e fuoco di sant'antonio, secondo la psicosomatica, hanno cause polifattoriali e la componente psicologica è uno degli aspetti da prendere in considerazione per la loro cura.

Simbolicamente, la nostra pelle rappresenta il confine tra noi e il mondo, quindi una lettura del nostro modo di relazionarci con l'altro, in questi casi, è utile a comprendere cosa il corpo sta cercando di comunicarci attraverso questi segnali.

<<Si mia sorella è più grande di 4 anni, inutile dire che per me è stata un esempio da seguire in molte occasioni.>>

Forse anche un ideale, a volte, irraggiungibile, come se non si sentisse all'altezza delle sue qualità e capacità. E' possibile?

La relazione con il suo ragazzo, dai 15 ai 20 anni, l'ha forse protetta dai "pericoli" che, inconsapevolmente, vede nella relazione con l'altro ma, terminato il rapporto, ha sentito, di nuovo, il timore di restare sola, di aver perso un appoggio importante.

Anche la scelta di andare a vivere da sola, seppur soddisfacente, può ritenersi una scelta un po' forzata dalle circostanze; si è trovata, quindi, a dover far affidamento solo su se stessa, alimentando, nel tempo, il suo timore di rimanere sola.

In sintesi, credo che in questo momento sia un po' scoraggiata ed abbia bisogno di una sana iniezione di fiducia nelle sue capacità.
Lei, consapevolemente, è fiera dei risultati raggiunti (autonomia, lavoro...) ma, forse, a un livello più profondo, questa situazione la spaventa perchè non ha ancora raggiunto una sufficiente autostima.

Da qui, ovviamente, solo solo ipotesi che possono servirle come spunto di riflessione; magari per provare ad abbandonare un po' il controllo di quanto le accade cercando di vivere più serenamente e di godere degli ottimi risultati raggiunti.

Un caro saluto
[#7]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Tutto vero. Sono tutti punti che cerco di analizzare e sui quali riflettere di volta in volta. Senza farli pesare troppo sulla mia vita.

"magari per provare ad abbandonare un po' il controllo di quanto le accade cercando di vivere più serenamente e di godere degli ottimi risultati raggiunti" Sarebbe un obiettivo favoloso da raggiungere, spero solo che queste crisi non mi trascnino giù più di quanto stiano già facendo.

Sono sicura che il tempo e le situazioni mi aiuteranno a risolvere e superare questi momenti.
Grazie mille davvero.
[#8]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Glielo auguro di cuore.

In ultima analisi, rispetto alla sua ipotesi di andare a dormire dai suoi genitori, le segnalo solo che potrebbe risultare come un comportamento di evitamento che, nel tempo, potrebbe consolidare i suoi timori.

Se il dolore si facesse molto forte consulti un collega di persona.
Può provare a contattare altre strutture pubbliche dove, con un po' di pazienza, potrà trovare l'aiuto necessario.

Se crede, ci tenga aggiornati.

Un caro saluto

[#9]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Alessia,
le difficoltà, anche se dolorose andrebbero affrontate, il desiderio di andare a dormire dai suoi genitori, potrebbe rappresentare, come ha detto il Dr.Callina, una condotta di evitamento, una sorta di ritorno all'utero, un utero nel quale rintanarsi per non soffrire..
Il rapporto con lo psicologo è un rapporto molto particolare, unico, empatico, un legame mentale che o nasce o non nasce, forse dovrebbe cercare ancora per trovare il professionista giusto.
cari auguri

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#10]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Grazie mille, credo che il primo passo che farò sarà rivolgermi a qualche struttura pubblica.
Questo primo approccio - seppure on line- mi è stato molto utile, soprattutto perchè mettere nero su bianco problematiche e aspetti di vita personale non è semplice e non sentirmi giudicata mi ha aperto la possibilità di potermi affidare a professionisti come voi.

Ancora grazie
Alessia
[#11]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Lieti di averla aiutata, cara Alessia, auguri per tutto
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