Ansia, panico e crisi di pianto quando litigo con il fidanzato

Carissimi,
sono una ragazza di 24 anni che studia lettere, da sei mesi sono fidanzata con un uomo di 49.
Tra noi è nato subito un amore profondo, che non ci siamo vergognati di mostrare agli altri.
Io sono sempre stata una ragazza molto forte e determinata, non mi sono mai lasciata piegare da niente. Il mio fidanzato non si è mai sposato e vive con la madre, ha avuto alcune relazioni (due convivenze) durate 2, 3 o 4 anni, in passato.
Litighiamo molto spesso, in larga parte a causa di sue idee del tutto infondate: mi accusa di aver detto cose di cui invece non ho mai parlato (per esempio, mi rimprovera di non ricordarmi un fatto che sostiene di avermi spiegato, di cui in realtà non ha mai parlato, mi rimprovera di aver detto di lui cose che non ho mai minimamente insinuato ecc)....Poi si scusa.
o nel frattempo reagisco malissimo, poiché sono messa di fronte a fatti totalmente falsi. Quando tento però di fargli capire che accusarmi per parole mai dette è offensivo, lui mi risponde che non ha detto nulla di grave e si spazientisce per le mie crisi di pianto....invece che tentare di supportarmi e consolarmi, spegne il telefono, mi risponde male e sostiene che "non ci capiamo", aggiungendo che di questo passo ci lasciamo.
Io di fronte a tutto questo rimango impotente, di fronte alla sua freddezza che non lo rispecchia, dal momento che è un uomo solitamente molto sensibile e passionale.
In tali momenti si crea un muro, lui è convinto di avere ragione e io non so come spiegargli il mio disagio immenso e incompreso.
Io, da ragazza determinata e sicura che ero, mi trovo ora a piangere spessissimo e a dover assumere, addirittura, saltuariamente dei tranquillanti, per evitare che anche le minime attività quotidiane siano compromesse. Io ho reazioni eccessive di pianto, dispiacere e paura, ma di fronte a tutto ciò sono paralizzata.
Lo amo molto, moltissimo, e lasciarlo sarebbe un dolore immenso...talvolta addirittura ho paura che lo faccia lui, e cerco di avvicinarlo a me pur essendo lui ad avere torto.
Cosa posso fare? Sto veramente male.

Vi ringrazio infinitamente
[#1]
Dr.ssa Sara Siniscalchi Psicologo, Psicoterapeuta 41 2
Gentile Utente,

La comunicazione in una relazione è di primaria importanza (poter condividere apertamente e sinceramente quello che si sente e si pensa col proprio partner). Da quello che lei riferisce il suo compagno spesso interrompe la comunicazione ed è naturale che lei di fronte a ciò sperimenti senso di impotenza.

La domanda che lei pone è "Cosa posso fare?".
Cosa intende esattamente? Vorrebbe capire se continuare questa relazione? o vorrebbe capire altro?
Quando afferma "ho reazioni eccessive" cosa intende? come mai le reputa eccessive?

Cordiali Saluti.

Dr.ssa Sara Siniscalchi
Psicologa e Psicoterapeuta
http://www.gioiosamente.it

[#2]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
la vostra relazione d'amore, da quanto scrive, sembra fortemente asimmetrica:
lui ha il doppio dei suoi anni, una scarsa propensione al dialogo, relazioni d'amore naufragate ed un bisogno di controllo e dominio su di lei...
lei invece fragile, giovane ed addirittura traballante sul piano psichico a causa del suo comportamento.....

Di cosa si occupa quest'uomo?
Perché vive ancora con la madre?

fate progetti di vita futura?
Lei ha mantenuto la sua cerchia di amicizie ed interessi, studia, lavora?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Grazie infinite. Cerco di rispondere alle vostre domande in modo appropriato:

@ dott. Siniscalchi- con la domanda "che posso fare?" intendo, come posso pormi di fronte a un tale comportamento? Mi conviene lasciar perdere, se dopo i tentativi di fargli comprendere non ottengo risultati? Le reazioni che io definisco eccessive sono crisi di pianto e veri e propri "momenti bui". Io so che dovrei reagire con calma, cercando di rispondere in altro modo, ma gli occhi mi si riempiono di lacrime. Non sono una persona che di norma piange spesso, ho un carattere molto forte, ma i suoi comportamenti mi paralizzano.

@dott. Randone: in realtà è lui che si appoggia a me, lui ha un carattere piuttosto debole e io no. Dice spesso che sono la sua spalla, cerco di aiutarlo quando è in difficoltà, soprattutto psicologica, tende a diventare ansioso spesso.
Vive con la madre poiché non riesce a vivere da solo, gli pesa... è un avvocato.
Abbiamo interessi molto simili, facciamo progetti, sì, io studio e quando finirò di studiare, teoricamente, dovremmo andare a vivere insieme. Ho mantenuto tutte le relazioni di amicizia e gli interessi, sì.

Grazie ancora, davvero grazie!!
[#4]
Dr.ssa Sara Siniscalchi Psicologo, Psicoterapeuta 41 2
Gentile Utente,
mi colpisce molto questa sua sensazione di essere paralizzata ed ipotizzo che questa sua sensazione sia legata ad alcune paure ed insicurezze.
Le può corrispondere questa ipotesi?
Quello che mi chiedo è come può evolvere e crescere una relazione in cui uno dei due si sente paralizzato per paura della reazione che può suscitare nel partner?
Potrebbe esserle utile esplorare queste paure insieme ad un professionista al fine di trarre rassicurazioni e una più generale sicurezza che le restituisca una piena sensazione e capacità di agire efficacemente.
Cordialmente
[#5]
dopo
Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Si, dottoressa, credo proprio che mi possa corrispondere. In più, aggiungo che spesso, quando lui nomina alcune ex fidanzate che per età potrebbero essere mie madri, avverto una sensazione di rabbia e gelosia, che sicuramente non sono altro che una forma di insicurezza.

grazie infinite per la gentilezza e professionalità!!!
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