Crisi interiore

Salve, mi chiamo Marco e ho 33 anni.
Mi sono inscritto perché ho letto molte testimonianze e ho visto che dall'altra parte di questo computer ci sono dottori molto bravi e specializzati competenti. Crisi... Sto in crisi ormai da 2 anni con la mia fidanzata e non riesco a spiegarmi il perchè e soprattutto non riesco a fare finita la storia.. Ho paura.. di che non so... ma resta il fatto che non riesco a parlare con lei... Penso e ripenso al perché non provo più niente per lei dopo 4 anni di fidanzamento in cui non ci ho fatto mai l'amore!!! Sembra strano ma è così. Se volete posso anche spiegarvi il perchè. Se volete altre informazioni sulla mia vita basta che me le chiedete. Grazie
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro Marco,

<<dopo 4 anni di fidanzamento in cui non ci ho fatto mai l'amore!!!>>

posso chiederle i motivi di questa affermazione?
E' stata una scelta sua, della sua fidanzata o di entrambi?

Forse è da questo che dovremmo partire per provare a darle qualche indicazione di massima.

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Gentile Marco,
Effettivamente sembra strano che in quattro anni in cui lei e la sua ragazza state insieme non abbiate mai fatto l'amore. I tre punti esclamativi che lei usa sembrano molto significativi a questo proposito. Mi associo, quindi, a quanto suggerisce il mio Collega, ovvero di partire da questo punto per formulare delle ipotesi in merito a quali dinamiche si siano innescate e perpetuate. Inoltre, vorrei chiederle, visto che scrive di essere in crisi da due anni, se nei primi due di corteggiamento lei si sentiva attratto verso la sua ragazza e cosa e' cambiato. Si sono, forse, aggiunte esperienze che hanno potuto, in qualche modo, modificare il rapporto tra di voi? In precedenza, lei aveva avuto altre storie? Scusi le domande, ma e' importante avere alcune informazioni al fine, non di effettuare una diagnosi, ma di formulare delle ipotesi e fornirle delle indicazioni.
Un cordiale saluto

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

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dopo
Utente
Utente
Grazie di cuore per le risposte. Mi serve in questo periodo difficile della mia vita qualcuno che sa ascoltarmi aiutare e starmi vicino anche da pc a pc. Usavo i tre punti esclamatici perché sono stato in precedenza fidanzato con altre 4 ragazze, tutte storie più o meno brevi, e una storia come quest'ultima non mi era mai successa in precedenza! Non ci ho fatto mai niente perché lei fa parte di un altra religioni che gli " vieta " di fare l'amore prima del matrimonio. quindi ho aspettato... aspettato... con l'idea di sposarmi ma poi non ho avuto più intenzione di fare questo importantissimo passo. I primi 2 anni di corteggiamento, con tutte le difficoltà del caso ( come dicevo per causa della sua differente religione) , mi sentivo molto molto attratto da lei!! Ma una cosa indescrivibile!!! Di esperienze ne sono aggiunte abbastanza nei 4 anni. Una la più significativa è stato quando ha deciso di farsi " segnare" dalla sua religione per poter stare insieme a me. Ma non parliamo di convivenza o dormire insieme la notte o di stare sempre insieme. Il segnare significa che lei doveva lasciare i suoi amici e quelli che facevano parte di quella religione, per stare con me. Ma lasciare loro, NO la religione.... Poi una seconda esperienza significativa è stata quando ho aperto una mia attività di ristorante, con tutte le difficoltà del periodo per tirare avanti con questa crisi. Diciamo che 2 anni pensavo solo a lavorare come un matto... Da qui sono scoppiato in attacchi di panico e ansia che sto ancora curando da solo senza medicine! Lei in precedenza non aveva mai avuto altre storie. Io sono stato il primo anche perchè quando l'ho conosciuta lei aveva 21 anni. Sperando in una vostra risposta vi saluto. Potete farmi anche altre domande. Comunque ancora sto insieme a lei ma in netta crisi. Lei è arrabbiatissima e io non so che fare.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro Marco,

<<Diciamo che 2 anni pensavo solo a lavorare come un matto...Da qui sono scoppiato in attacchi di panico e ansia che sto ancora curando da solo senza medicine!>>

intende che interpreta gli attacchi di panico e ansia come conseguenza diretta della sua attività lavorativa?

Non è detto che ci sia una ragione lineare "causa-effetto" tra le due cose.
Di certo lo stress generato dalle difficoltà lavorative non l'ha aiutata ma, a me sembra, che stia sottovalutando l'insoddisfazione derivante dalla sua relazione che, a quanto sembra, crea da 4 anni una condizione che, di fatto, lei sta subendo suo malgrado.

Ora dice di non essere più convinto di volersi sposare; e come darle torno?

Mi sembra che le premesse non siano delle migliori.
Quanto sarebbe importante per lei poter fare l'amore con la sua ragazza prima del matrimonio?
Pensa che questo potrebbe cambiare la situazione o, a questo punto, non è più convinto dei suoi sentimenti?

Personalmente, comunque, eviterei di concentrare l'attenzione solo sulla sua relazione; mi concentrerei invece sulle sue crisi di panico e ansia e sulla globalità della sua persona.
Il panico e l'ansia non si curano da sé; sono segnali che il nostro corpo ci manda per avvertirci del fatto che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe nella nostra vita.
Il farmaco può aiutare, soprattutto in una fase iniziale, a controllare il sintomo.
E' tuttavia necessario un intervento psicoterapeutico per una remissione completa della sintomatologia ansiosa.

In questo senso, credo sarebbe utile una consulenza di persona con uno psicologo psicoterapeuta della sua zona che possa valutare la situazione complessiva e suggerirle il percorso più adatto a lei.

Un caro saluto
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Vi sono alcuni elementi nella vostra storia di coppia che non ritengo del tutto salutari per sviluppare complicità ed armonia. Io rispetto le scelte religiose, ma, come psicologa, ho cura del benessere delle persone e quando questo e' inficiato da qualsiasi tipo di dottrina sono sempre molto dubbiosa e perplessa. Ogni tipo di fondamentalismo religioso non va d'accordo con la natura umana che, per crescere e svilupparsi, ha bisogno di spazio, libertà e creatività. Non certo costrizioni e divieti come lei dice!!! E qui, i punti esclamativi li metto io! Gli attacchi di panico, così mi sembra, hanno molto più a che fare con una relazione limitante e costrittiva, piuttosto che con altri avvenimenti di vita, considerato che lavorare, magari molto, non dovrebbe, teoricamente, rientrare nelle possibili cause della sua ansia. Al massimo, può trattarsi di concausa. Concordo, pertanto, con il dott. Callina e la invito a focalizzarsi sui suoi bisogni reali e, se dovesse scoprire che questi non concordano con quelli della sua ragazza, pur con tutto il dispiacere, sarebbe opportuno rivolgersi altrove. Se avesse problemi a chiarire a se stesso quello che per lei e' importante, si indirizzi a uno psicologo, soprattutto perché gli attacchi di panico, non solo sono estremamente sgradevoli, ma non possono essere curati da soli.
Un caro saluto
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Utente
Utente
Carissimi Dottori.
IL PROBLEMA grande, che mi affligge e non mi fa dormire la notte è: si può perdere il desiderio sessuale ancora prima di averci fatto l'amore???
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Se la sua domanda e' riferita alla sua storia e a tutte le esperienze connesse, la risposta e', senz'altro, si. Il suo desiderio iniziale, frustrato sufficientemente a lungo, ha perso di intensità fino quasi a sparire. Questo e' quello che pare essere capitato a lei. Ora, la domanda che le pongo e' un'altra: vuole fare qualcosa per modificare questo stato di atarassia e di distacco oppure pensa di poterci convivere ed accettarlo?
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dopo
Utente
Utente
Carissima Dottoressa,
Si mi riferivo alla mia storia.
I primi 2 anni sono stati molto duri per me ( forse anche per lei) in quanto ero molto innamorato ma per problemi causati dalla religione, i suoi genitori non me la facevano vedere. In una settimana ci vedevamo 1-2 volte al max sotto stretta sorveglianza. Poi magari ci vedevamo di nascosto e ci scambiavamo qualche bacio e qualche abbraccio un po più intimo ma MAI cose serie. Così per 2 anni anni in cui la desideravo più di ogni altra cosa! Poi la sua decisione di lasciare i suoi amici della congregazione e di frequentarmi. Da quel momento potevamo vederci molto di più ma sempre sotto sorveglianza del padre e della madre. Dovevamo chiedere il permesso anche se dovevamo andare a prendere un caffè. A lungo penso che questa situazione mi abbia pesato molto in quanto io sono una persona molto libera e non mi piace che qualcuno mi stia con il " fucile puntato" dietro le spalle....
Analizzando bene la mia situazione, ho capito che mi sono cominciato a stufare proprio in quel periodo, in cui lei ha scelto di stare sempre con me. In cui io sono diventato l'unico suo punto fisso. Infatti lei non avendo più amici con cui uscire faceva riferimento solo con me. Cioè se io non volevo uscire la sera anche perché stanco del troppo lavoro, lei rimaneva a casa ed era come se ci rimaneva male. Io dovevo pensare a lavorare, diciamo che anche adesso è così, perché ho un mutuo grande da pagare e sono rimasti altri 5 anni. Io nei primi 2 anni gli ho sempre promesso che ci saremmo sposati ( in comune ovvio) matrimonio senza nessuno perchè lei come spiegavo ha deciso di stare con me che faccio parte di un altra religione. Ma poi la crisi e ho preso tempo anche con la scusa del lavoro. Non sono stato più convinto del matrimonio. Forse la stavo conoscendo meglio e ho visto che un po di cose di lei non mi andava bene( prima nei primi 2 anni non la potevo frequentare e non mi sono accorto). Il desiderio sessuale è quasi 2 anni che è andato piano piano scomparendo... Poi l'anno scorso la malattia. Panico e ansia e non so perché ma in quel periodo durato 1 anno, pensavo solo a me e da come guarirmi da questa malattia che mi terrorizzava. A lei no pensavo quasi più per niente. Stavo male e ne dovevo venirne fuori. Poi l'attività.. dovevo lavorare per forza essendo io l'unico titolare... Così ho pensato anche che il CALO del desiderio era stato dovuto a questa malattia, ma adesso ho capito che non è così. Ora sto bene senza ansia ne attacchi di panico. Il desiderio è ritornato ma non per lei.
Dottoressa rispondendo alla sua domanda, non penso proprio che posso convivere e accettare questo stato. Sono stato fidanzato e so cosa significa fare l'amore con la persona che ami. Purtroppo prima le mie storie sono stati brevi e tante volte per colpa mia. Sono un ragazzo che si stufa molto facilmente e non so come curare questa cosa! Anche nella mia attività ho attraversato un brutto periodo di crisi ma fortunatamente adesso superato. ADESSO mi sono rimaste solo 2 cose da fare, ho sposarmi ( visto che lei è segnata e così non può stare fino all'eternità, dopo il matrimonio la segnatura decade e torna tutto come prima) ho finire la storia. Non posso convivere come tanti altri fanno e non posso stare fidanzato a vita. Il PROBLEMA grande e che non riesco a dirgli che non provo più attrazione per lei... Perché?? Come devo fare?..
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dopo
Utente
Utente
Salve dott. Callina.
Per gli attacchi di panico ebbi già qualche piccolissimo allarme 4 anni fa. Non avevo aperto l'attività e avevo conosciuto lei da soli 5 mesi. Già stavo male perchè mi ero innamorato ma a causa della religione e della sua famiglia non la potevo vedere mai! Poi 3 anni fa i primi cenni della malattia. Tipo giramenti di testa quando stavo in auto e soprattutto sotto le gallerie, giramenti di testa e senso di soffocamento quando stavo dal parrucchiere... Ma non gli ho mai dato tanto peso. Fino all'anno scorso quando i sintomi si fecero più forti con influenza e depressione. Paura di stare da solo e guidare. Deperimento fisico e difficoltà a mangiare. Dolore alle gambe e stanchezza perenne.. Tutto causato da questa situazione sentimentale? Dimenticavo che 3 anni fa mio padre ebbe un bruttissimo incidente in scooter ricoverato in coma ma fortunatamente adesso sta bene!
Il problema è che non riesco a finire la storia. E' solo tanto dispiacere o perchè ancora gli voglio bene...
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
E' stato molto chiaro a parlare di se' e degli sviluppi della sua storia. Altrettanto chiara la sua risposta alla mia domanda, ovvero che lei ha compreso di non poter accettare un rapporto senza coinvolgimento affettivo e sessuale. Questa sembra la logica conseguenza di questo suo graduale allontanamento e della sua demotivazione a continuare. Ritengo che gli attacchi di panico abbiano qualche collegamento con il suo conflitto tra desiderio di troncare e paura di farlo. Forse, e' ancora affezionato alla ragazza, o questo rapporto, pur insoddisfacente, le da' un certo senso di apparente sicurezza, o, forse, si sente in colpa al pensiero di ferire la sua ragazza che, per lei, si è' distaccata dalla congregazione e dagli amici..o, forse, tutte queste cose insieme. Quello che, però', le e' chiaro e' che non sente più attrazione per lei, mentre ne sente per altre. La storia, quindi, dentro di lei e' conclusa e continuarla per paura o per rimorso non è' un buon modo per rispettare se stesso, i suoi desideri, le sue emozioni, e nemmeno i sentimenti di lei. Comprendo la sua crisi interiore e i suoi dubbi, e proprio per questo le suggerisco di farsi aiutare da uno psicologo con il quale superare le sue perplessità e comunicare alla sua ragazza, con delicatezza e fermezza, quello che lei sta sentendo. Che ne pensa?
Un caro saluto
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro Marco,

non posso che condividere l'attenta lettura della collega, dr.ssa Scolamacchia.

Non credo sia un caso che i primi sintomi siano comparsi proprio dopo aver conosciuto la sua ragazza e aver incontrato le prime difficoltà.

La sua iniziale apparente capacità di adattarsi ad una situazione che le stava stretta ha, probabilmente, ceduto il passo a una sensazione di malessere che rispecchia il conflitto interiore cui non riesce, oggi, a far fronte.

Sono certo che ancora le voglia bene; sarebbe strano il contrario.
Tuttavia penso sia giusto che cominci a pensare alle sue esigenze, al suo benessere.

L'aiuto di un collega della sua zona potrebbe essere prezioso per aiutarla a fare un po' di chiarezza.

Un caro saluto
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Il problema è che non riesco a finire la storia. E' solo tanto dispiacere o perchè ancora gli voglio bene.."


Gentile Utente,

è possibile che Lei non riesca a chiudere questa storia semplicemente perchè è una persona ansiosa, come Lei stesso asserisce e quindi, anzichè mettere sopra una pietra e voltare pagina, continua a rimuginare su questa storia e questa ragazza.

Quando una persona è ansiosa utilizza tutte le sue energie, fisiche e mentali, per cercare di risolvere il problema che lo affligge. Ecco però che fa più danni, alimentando -anzichè spegnere- il problema stesso.

Legga qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3715-la-rimuginazione-ossessiva-come-risolverla.html

Come indicato anche dall'Autore di questo articolo, "...la ricerca nel passato di qualche evento che possa aver scaturito questa rimuginazione rappresentano solo numeri aggiunti alla nostra espressione che rischiano di renderla ancora più complicata e di trasformare la procedura mentale in un territorio ancora più tortuoso.
Il rimuginatore è un ricercatore senza speranza che troverà l’illuminazione solo se smetterà la sua ricerca mentale!"

Ora sta a Lei scegliere se continuare ad amplificare il problema o ridurlo. Chiaramente non da solo, come ha dichiarato sopra, anche perchè sta sperimentando che da solo non riesce ad uscire dal problema dell'ansia.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#13]
dopo
Utente
Utente
Carissimi Dottori,
Pensavo a una cosa. Se dopo sposati e quindi così con la possibilità di fare l'amore con lei, la mia storia da finita che sembra, può acquistare di nuovo valore? Cioè non riesco a spigarmi il perché dei primi 2 anni in cui ero innamoratissimo e gli avevo promesso di sposarla e adesso invece sono 2 anni in cui tanto volte faccio fatica a volerla vedere e starci insieme.
Grazie ancora di cuore
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

se da una parte vorrei chiederLe di provare a rispondere alle domande che pone e provare a capire se questa soluzione possa essere la migliore, dall'altra La invito a riflettere sul fatto che tali dubbi possono essere l'espressione di uno stato ansioso, che La spinge a porsi continuamente domande sul passato e non sulle soluzioni presenti.

Cordiali saluti,
[#15]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro Marco,

<<Pensavo a una cosa. Se dopo sposati e quindi così con la possibilità di fare l'amore con lei, la mia storia da finita che sembra, può acquistare di nuovo valore?>>

vorrei farle io una domanda: e se dopo sposati si accorgesse che non è cambiato nulla e il suo desiderio sopito non si risvegliasse?
Crede sarebbe più facile gestire la situazione?

Personalmente credo che questo suo cercare una soluzione alternativa alla separazione, sia un modo per non affrontare la situazione; sia, in altre parole, una finzione mentale che lei costruisce per evitare di ferire la sua fidanzata o per non "tradire" se stesso.

Le dinamiche che la spingono in questa direzione possono essere molteplici: può dipendere dal modo in cui è abituato ad affrontare le difficoltà della vita, può dipendere, certamente, dall'ansia che riconosce di provare; potrebbe anche essere che l'idea di aver fallito, di essere venuto meno alle sue promesse, sia ciò che la blocca in questa posizione di immobilità; potrebbe essere questo e molto altro ancora.

Il fatto che la sua fidanzata abbia rinunciato a qualcosa in cui credeva per lei, può essere un'ulteriore aggravante; come se lasciandola adesso significasse dire a se stesso: "lei ha fatto questo per me, ed io con che coraggio posso lasciarla ora?"
In quest'ottica, anche il senso di colpa diviene un elemento centrale nell'elaborazione di questa, per lei, difficile e penosa situazione.

Ciò che è certo è che lei sembra davvero impreparato ad affrontarla da solo.

Si chiede come mai nei primi due anni ne era così innamorato ed ora non lo è più.
Forse la risposta è molto semplice. Forse solo perché le cose cambiano, le persone cambiano, le emozioni si trasformano e, laddove non si riesce a costruire una sorta di affinità elettiva, una vera complicità, l'amore si trasforma in qualcosa d'altro.

E allora le chiedo: su quali presupposti si sarebbe dovuta costituire questa complicità tra lei e la sua fidanzata? E' possibile che, al di la dell'attrazione fisica e mentale, ci fosse un'insormontabile distanza culturale tra voi; una distanza che non siete stati in grado di colmare.

La sua fidanzata ha rinunciato ad alcuni dei suoi valori religiosi, così come lei (che scrive) ha rinunciato alla sua sessualità.... non mi sembra poco!

Tutto ciò vuole solo essere un ulteriore spunto di riflessione, in attesa che abbia voglia di contattare un collega di persona per un aiuto più concreto.

Un caro saluto
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Gentile utente, non voglio aggiungere altro a quanto detto dai Colleghi in modo cosi esaustivo ma voglio anche io invitarla a contattare uno psicologo, altrimenti temo che lei corra il rischio o di prendere decisioni impulsive e disfunzionali per entrambi, oppure di rimanere incastrato in un'impasse difficile da superare.
Un caro saluto
[#17]
dopo
Utente
Utente
Carissimi Dottori,
vi leggo e riesco a trovare conforto e aiuto nelle vostre parole!

" può dipendere dal modo in cui è abituato ad affrontare le difficoltà della vita ".

Diciamo che non mi riconosco come persona molto coraggiosa...( NON PENSO COMUNQUE DI ESSERE UN VIGLIACCO).... I miei genitori sono stati molto protettivi nei miei confronti e ancora ora lo sono. Mi stanno molto molto vicino in ogni difficoltà. Sono molto attaccato a mia madre e mio padre... Ancora adesso lo sono soprattutto con mia madre! Non mi vergogno a dirlo ma non mi hanno mai fatto mancare niente, mia madre con l'affetto e mio padre magari con le cose materiali.... Tante volte hanno preso delle decisioni al posto mio... Decisioni anche difficile che potevano far scatenare una questione grande con i miei parenti.. Perché io sono così... Buono e non ho mai fatto questione con nessuno....
[#18]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro Utente,

in una prospettiva psicodinamica adleriana, genitori troppo accudenti rischiano di ostacolare il processo di autonomizzazione proprio perché il bambino/ragazzo/uomo non acquisisce il coraggio necessario ad affrontare le difficoltà che la vita gli pone di fronte.

Non si tratta di essere vigliacchi; si tratta di non essere in grado di gestire quelli che sono i compiti vitali cui ognuno di noi deve far fronte.

Non c'è, quindi, da sorprendersi se, in questa delicata situazione, lei non abbia le risorse e le capacità per agire in modo funzionale.
Del resto, come dice lei, i suoi genitori hanno spesso preso decisioni per lei... forse, più o meno consapevolmente, il suo dinamismo psichico la porta ad aspettarsi che qualcuno prenda anche questa volta la decisione.

E' per questo che il supporto di un collega di persona potrebbe aiutarla ad "apprendere" nuove strategie più funzionali e a completare il processo di separazione/individuazione dai suoi genitori che, probabilmente, non è stato portato a termine in modo completo.

Un caro saluto
[#19]
dopo
Utente
Utente
Salve Dottore Callina,
Scusi se rispondo a distanza di giorni ma sono stato impegnato con il mio lavoro.

<< in una prospettiva psicodinamica adleriana, genitori troppo accudenti rischiano di ostacolare il processo di autonomizzazione proprio perché il bambino/ragazzo/uomo non acquisisce il coraggio necessario ad affrontare le difficoltà che la vita gli pone di fronte.>>

Si questo è una cosa che mi sono sempre chiesto... Io sono coraggioso in tante cose, vedi decisione di aprire attività in questo periodo, ma in tante altre forse mi manca la giusta dose di coraggio da prendere di petto le difficoltà. Ma ora a 33 anni che colpa ne ho se ho avuto genitori così accudenti?

<< Non si tratta di essere vigliacchi; si tratta di non essere in grado di gestire quelli che sono i compiti vitali cui ognuno di noi deve far fronte.
Non c'è, quindi, da sorprendersi se, in questa delicata situazione, lei non abbia le risorse e le capacità per agire in modo funzionale.
Del resto, come dice lei, i suoi genitori hanno spesso preso decisioni per lei... forse, più o meno consapevolmente, il suo dinamismo psichico la porta ad aspettarsi che qualcuno prenda anche questa volta la decisione. >>

Infatti non mi reputo un vigliacco, In questa situazione purtroppo mi manca il coraggio di lasciarla perchè soprattutto non voglio farla soffrire e capisco che soffrirà molto. Poi tutto quello che ha e abbiamo fatto per stare insieme... Quindi sto solo prendendo tempo... ma non posso rimandare per sempre, anzi, i suoi genitori mi hanno chiesto che cosa devo fare... Purtroppo nessuno prenderà questa decisione per me.... mi devo far coraggio?..

Sto pensando veramente di andare da un suo collega.. l'ho detto a lei e mi ha detto che sono pazzo perchè dopo 4 anni....

buona serata e apprezzerei molto una sua risposta. grazie di cuore
[#20]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

a me da quello che dice in questo ultimo post, mi pare di capire che il Suo atteggiamento verso questa ragazza sia estremamente controllante: è probabile che la ragazza possa soffrire, ma se Lei non sente o non è proprio convinto di voler stare con questa ragazza, in che maniera potrà impedire che soffra? In altre parole è vero che a volte, nelle relazioni sentimentali si soffre e si fa soffrire qualcun altro, ma non crede che siano fatti della vita all'ordine del giorno?
Quali alternative può avere? Restare con una ragazza con cui ormai non c'è nulla solo per non farla soffrire e perchè la morale religiosa impona questo?

Ma d'altra parte Lei è anche abituato ad essere a Sua volta controllato: i genitori che scelgono per Lei, i genitori della ragazza che Le fanno pressioni, la ragazza stessa che Le dice "sei pazzo" quando Lei comunica di voler far luce con uno psicologo su questo momento di confusione....

A me dà l'idea di un uomo intrappolato in una situazione che forse non ha saputo gestire al meglio. In questo senso vorrei chiarire che non vi sono colpe (nè Sue, nè dei Suoi genitori), ma se Lei è circondato di persone controllanti (e sarebbe interessante capire come mai Lei sceglie queste persone...) una Sua responsabilità può diventare quella di imparare a sganciarsi un po' ed essere più autonomo e indipendente.

Questo passo può compierlo con l'aiuto di uno psicologo di persona, perchè comprendo non sia semplice capire e agire da soli quando si è invischiati in relazioni del genere.

D'altra parte mi pare anche chiaro da quanto aggiunge che l'unico dato che La tiene insieme a questa ragazza sia il senso di colpa: tutto ciò è più che sufficiente per creare questa crisi interiore e queste crisi d'ansia, non crede?

[#21]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro Marco,

<< Io sono coraggioso in tante cose, vedi decisione di aprire attività in questo periodo, ma in tante altre forse mi manca la giusta dose di coraggio da prendere di petto le difficoltà>>

il coraggio di cui lei parla si riferisce ad aspetti più pratici, vedi decisione di aprire l'attività; il coraggio cui mi riferisco io è un concetto un po' più articolato che tiene conto delle motivazioni implicite.

Il coraggio, così come io lo intendo in senso adleriano, non rappresenta un’azione potente, eroica che, potrebbe essere mossa da motivazioni del tutto individuali; rappresenta, invece, l’esercizio della libertà di agire secondo il sentimento di appartenenza alla comunità; si riferisce ad atti e comportamenti le cui motivazioni tengono in considerazione l'altro.

In altre parole, è coraggioso colui che non perde tempo a compiangersi o a farsi compatire per i suoi comportamenti, le cui azioni e motivazioni si confrontano costruttivamente, tendendo a una meta di sicurezza personale che non sia solo "ego-riferita".

Lei potrebbe contestare questa mia affermazione dicendomi, per esempio, che la sua incapacità a lasciare la sua ragazza tiene in considerazione l'altro, nella misura in cui lei tende a proteggerla, a non farla soffrire.

In tal caso io ribatterei dicendole che bisognerebbe comprendere quali "benefici secondari" lei ottiene in questo modo per se stesso e solo per se stesso.
Vede Marco, anche nel volontariato, per farle un esempio estremo, ci sono sempre motivazioni e un "tornaconto psichico" individuale che soddisfa qualche nostro bisogno interiore.
Bisognerebbe forse comprendere quale suo bisogno lei stia cercando di soddisfare...

Farla soffrire è qualcosa che non può dipendere da lei; probabilmente la sua ragazza sta già soffrendo di questa situazione... ma è qualcosa su cui lei non ha potere. Se rimanesse con lei, pur non amandola e non desiderandola più, non la farebbe forse soffrire in modo anche maggiore?

<<Ma ora a 33 anni che colpa ne ho se ho avuto genitori così accudenti?>>
Lei non ha nessuna colpa, così come non l'hanno i suoi genitori che si sono prodigati, nel miglior modo che conoscevano, nel prendersi cura di lei.
Questo non significa che sia troppo tardi per rimediare.

Se deciderà di rivolgersi ad un collega, personalmente le consiglierei un consulto con un professionista di orientamento psicodinamico; in vista di un eventuale percorso psicoterapeutico, che solo il collega di persona potrà suggerirle, un approccio di questo tipo le consentirebbe di conoscere meglio se stesso e le dinamiche che muovono le sue azioni, aiutandola a completare quel processo di separazione/individuazione che, come le ho detto, credo non sia stato portato a termine.

Un caro saluto
[#22]
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Concordo con il dott. Callina rispetto al percorso terapeutico che, secondo me, potrebbe avere, a breve termine, l'obiettivo di lavorare sull''attuale relazione e, contemporaneamente, a lungo termine, l'obiettivo importantissimo di esplorare le sue dinamiche interne e il suo funzionamento al fine di conoscere se stesso. Senza tale conoscenza e senza l'acquisizione di una più ampia consapevolezza, difficilmente potrà uscire da questa impasse. Un percorso di consapevolezza la porterà a mettere in discussione molte fantasie o idee illusorie rispetto alle relazioni, al ruolo della famiglia, alla religione e molto altro ancora. Ma senza questo tipo di lavoro profondo, il rischio e' di continuare ad agire in base a preconcetti e pregiudizi vincolanti e spesso insensati.
Diventare autonomi significa prendere le distanze da un ambiente limitato e limitante e darsi il potere di dirigersi verso obiettivi che solo lei, e non altri, deciderà di porsi.
Mi associo ai Colleghi nel suggerirle anch'io uno psicologo psicoterapeuta per intraprendere tale percorso. Da solo, infatti, non è' proprio possibile.
Un cordiale saluto
[#23]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Gentile utente,

la religione, concepita e vissuta male, fa un sacco di danni.

Qualcosa si è messo di traverso sul vostro cammino.
La figura di Satana nell'antico Testamento, secondo Jung, è colui che sbarra la strada. E' colui che non vi permette di essere voi stessi e che ostacola le vostre trasformazioni psichiche. Ma "egli" va inteso come una forza negativa che è dentro di Voi, non come un essere esterno, reale e oscuro. L'oscurità è nel vostro animo.
Abbiate coraggio e abbandonatevi al corso degli eventi.
Rileggendo le frasi dei miei colleghi, penso di essere allineato, grosso modo, con le loto tesi.

Contatti uno psicoterapeuta, potrà aiutarla a superare questi eventi negativi.

Cordiali saluti e molti auguri.
[#24]
dopo
Utente
Utente
Salve dottoressa Scolamacchia.
<< ovvero che lei ha compreso di non poter accettare un rapporto senza coinvolgimento affettivo e sessuale >>

Si. Comunque i rapporti che ho avuto in precedenza sono stati normali e con coinvolgimento sessuale. Rapporti normali che però sono sempre finiti dopo 1-3 anni di fidanzamento. ( sia per colpa mia che per colpa delle mie ex). Io pensavo che dopo il matrimonio e quindi a quel punto potevo fare l'amore con lei le cose potessano cambiare...

<< Ritengo che gli attacchi di panico abbiano qualche collegamento con il suo conflitto tra desiderio di troncare e paura di farlo. Forse, e' ancora affezionato alla ragazza, o questo rapporto, pur insoddisfacente, le da' un certo senso di apparente sicurezza, o, forse, si sente in colpa al pensiero di ferire la sua ragazza che, per lei, si è' distaccata dalla congregazione e dagli amici..o, forse, tutte queste cose insieme.>>

I primi cenni di attacchi di panico li ho avuti dopo pochi mesi che l'ho conosciuta e mi ero innamorato perdutamente. A quel tempo non avevo paura di troncare ma ero molto incerto sul proseguo della nostra storia... Già allora avevo molti problemi... Sono molto affezionato a lei e tante volte mi manca e la devo cercare ma forse... non sò.... Mi fa sentire in colpa il pensiero di ferirla... Però quale sicurezza ho in questa storia?

<< Quello che, però', le e' chiaro e' che non sente più attrazione per lei, mentre ne sente per altre. La storia, quindi, dentro di lei e' conclusa e continuarla per paura o per rimorso non è' un buon modo per rispettare se stesso, i suoi desideri, le sue emozioni, e nemmeno i sentimenti di lei. >>

Si è vero... non sento più attrazione per lei e provo attrazione per altre ragazze... Ma questo non dovrebbe essere normale visto che con lei non ci ho fatto mai niente e comunque ripeto che questa perdita di desiderio è 2 anni a questa parte che la sento. Infatti così , dottoressa non mi sto rispettando.. Tutti i giorni mi alzo con l'ansia... con la paura.. non voglio che i giorni passano... Lei sta soffrendo molto.
la ringrazio. aspetto una sua risposta. buona giornata
[#25]
dopo
Utente
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Salve dott. Callina

<<Non credo sia un caso che i primi sintomi siano comparsi proprio dopo aver conosciuto la sua ragazza e aver incontrato le prime difficoltà.

La sua iniziale apparente capacità di adattarsi ad una situazione che le stava stretta ha, probabilmente, ceduto il passo a una sensazione di malessere che rispecchia il conflitto interiore cui non riesce, oggi, a far fronte.

Sono certo che ancora le voglia bene; sarebbe strano il contrario.
Tuttavia penso sia giusto che cominci a pensare alle sue esigenze, al suo benessere.

L'aiuto di un collega della sua zona potrebbe essere prezioso per aiutarla a fare un po' di chiarezza.>>

Si infatti anch'io lo penso che non sia stato un caso dei primi sintomi nati proprio all'inizio della storia.. Prima di conoscerla stavo tanto tanto bene e facevo addirittura 2 lavori.... Quindi il lavoro è da escludere... Concordo con lei dottore che all'inizio ero tanto innamorato e riuscivo ad adattarmi a quella situazione.. ma oggi non ci riesco più... soffro anch'io...

Quello che non mi spiego è perchè mi consigliate tutti di andare da uno psicologo..
grazie buona giornata
[#26]
dopo
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Salve Dottoressa Pileci.

Si sono una persona ansiosa ma prima quando avevo 20-25 anni non ero così.. Ci sono diventato adesso negli ultimi anni... Prendevo le mie decisioni e le portavo avanti fino alla fine. Si forse la mia ansia non mi fa decidere quello che devo fare... Mi parli di rimurginare ma cosa significa in parole povere? che penso al passato e alle cose magari belle di questa relazione e quindi non riesco a concludere la relazione?
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dopo
Utente
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Volevo chiedere se un passato trascorso con molte ragazze abbia influito sul mio stato attuale.... Ne ho avute tante 10 e sono stato più o meno sempre fidanzato.. Ma non sono mai riuscito a trovare quella giusta per sposarmi... Perché???
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

io credo che le risposte a tali domande (es. "perchè non ho ancora trovato quella giusta?") non potrà trovarle on line per ovvie ragioni: non La conosco e posso solo avanzare delle ipotesi.
Però potrebbe riflettere sul perchè si è proprio messo in una particolare situazione con una ragazza molto rigida e controllante (oltre che molto controllata...). Nessuno si sceglie a caso, ma in realtà in maniera molto accurata e sarebbe interessante, magari con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta, capire meglio questi aspetti e capire anche in che modo pensa che le esperienze del passato abbiano potuto influenzare le attuali esperienze.

A me sinceramente mi pare ci siano degli aspetti che tradiscono un po' d'ansia sin dall'inizio: il fatto di rimuginare e quindi avere dubbi e spaccare il capello in quattro su tante questioni, come ad esempio la relazione che non riesce a chiudere con la ragazza religiosa e molto praticante, sul futuro della storia, sul perchè prima andava bene e poi non più, ecc...

Chi non è ansioso nutre dei dubbi, ma riesce anche a venirne a capo, risolvendo i problemi e andando avanti con la propria vita.
i sintomi d'ansia non si esprimono solo con l'attivazione fisica, come ad es. la tachicardia, vertigini, tensione muscolare, sudorazione eccessiva, ecc.. ma anche a livello cognitivo, come ad esempio ponendosi mille dubbi e non riuscendo a prendere decisioni.

"Quello che non mi spiego è perchè mi consigliate tutti di andare da uno psicologo.."
Se non Le è chiaro, come mai continua a rivolgersi qui a noi in cerca di risposte?

[#29]
dopo
Utente
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Salve Dottore Antonio Vita,

<< Abbiate coraggio e abbandonatevi al corso degli eventi. >>

Cosa significa abbandonarsi al corso degli eventi? Che dobbiamo avere coraggio di lasciarci?
Cos'è magari che vorrebbe aggiungere di più a quello che hanno detto i suoi colleghi? La figura di satana nella loro religione è molto ricorrente...
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Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Gentile Utente,

Se lei non ha più il desiderio di stare con la ragazza, forse sarebbe il caso di soprassedere a tutta la storia. Quindi cercate di comune accordo di "prendervi una pausa di riflessione".
Prima era la religione "sua" (della ragazza) a bloccare un rapporto d'amore. Adesso è una stanchezza generalizzata che impedisce a lei di continuare questo rapporto.
Provi a chiarire a se stesso cos'è che l'ha distolto così velocemente dalla ragazza.
Mi sembra che Lei sia molto influenzato dai sentimenti, è facile al turbamento e alle emozioni. Forse ha anche una scarsa tolleranza alle frustrazioni.
Sarebbe opportuno che contattasse uno psicologo-psicoterapeuta per un breve percorso terapeutico. Potrà in tal modo venire a capo anche dell'ansia che spesso lo aggredisce.

Vedrà che riuscirà a trovare un senso della sua vita, lasciando da parte Satana e gli ostacoli che nella vita si frappongono tra noi e gli eventi esterni. Quello che forse non agevola la sua attuale situazione è una serie di situazioni che non riesce più a controllare.

Con tanti auguri e cordiali saluti.