Ansia da convivenza

Buona sera,
ho iniziato da poco una nuova convivenza in una città dove studio. Purtroppo non ho un buon rapporto con la mia coinquilina anche perché ha un atteggiamento nei miei confronti che non mi piace. Io ho bisogno dei miei spazi e lei è troppo invadente, l'ho sentita che parlava male di me al telefono e in generale mi ascolta poco. Racconta molte bugie per attirare l'attenzione e sembra sempre che mi prenda in giro. Non è una grande fanatica della pulizia e mi ha già detto che per i giorni che rimane va più che bene ( rimane fino al giovedì-io fino al venerdì e poi torno domenica sera).
Ho riscontrato che sono spesso nervosa e che la mia ansia aumenta con lei intorno, all'inizio cercavo di stare fuori casa il più possibile, ora riconosco che prima non ero così. Sono preoccupata che la mia ansia possa peggiorare, non nego che sto cercando anche altre sistemazioni, pur essendo veramente scontenta di questo fatto perché mi sembra di dargliela vinta. Vi scrivo per questo, per avere un consiglio sul da farsi
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

penso che sia stata piuttosto sfortunata nell'incontrare una persona così poco rispettosa e ragionevole come ci dice essere la sua nuova coinquilina, ma la buona notizia è che si tratta appunto solo di una coinquilina temporanea, e non di un'amica che la sta deludendo o di una parente che dovrà continuare a frequentare.

Ha fatto bene ad iniziare a cercare una nuova sistemazione e, nel frattempo, può mettere in atto alcuni accorgimenti per difendersi dagli sconfinamenti di questa ragazza e dalla sua influenza: può ad esempio chiudere a chiave la porta della sua camera quando è fuori casa, per evitare che curiosi in giro, e anche rimanere fuori casa studiando in università, oltre a frequentare altre persone che le permettano di ricordarsi che non tutti sono così e di distrarsi un po'.

Ha fatto delle amicizie nella città dove studia?
Si è cercata degli interessi?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
Non posso chiudere a chiave la parte purtroppo, non c'è la chiave. Confesso di avere anche io dato un'occhiata alla sua stanza, non so perché io l'abbia fatto. Mi sembra che tenti di imitarmi, addirittura facendo la mia parodia. Non essendo diretta nelle sue prese in giro non mi dà modo di reagire...
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

ma non c'è la chiave perchè manca la serratura, o manca semplicemente la chiave (e quindi c'è la serratura)?
Se manca solo la chiave con pochi euro la compra: scatta la foto della serratura e va in ferramenta.
Una chiave costa meno di una scatola di ansiolitici e di una seduta dallo psicologo.
Può sempre far venire un fabbro e montare una serratura, ovviamente su autorizzazione del padrone di casa.
In alternativa esistono lucchetti e catenelle da mettere nei mobili dove custodire le cose di valore.

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Sembra che lei non riesca a considerare questa ragazza ciò che è: una coinquilina temporanea, con la quale non ha avuto a che fare prima e non avrà a che fare in futuro.
Non è così?

Cosa pensa delle altre cose che le ho risposto?
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Utente
Utente
Sì dottoressa è così, ieri ci ho proprio pensato e infatti a me non importa più di tanto, forse è la paura di essere giudicata, non so bene, o forse il fatto che avrei voluto avere un buon rapporto con questa persona ma non è stato così. Sì cercherò di trovare dei contatti fuori da qui, sono iscritta ad un corso che mi occupa due sere alla settimana...
Dottor Bellizzi, sì vero si fa presto a comprare una chiave e anche a cercare altrove altre sistemazioni.
A casa i miei genitori pensino che io scappi in qualche modo ma se non c'è privacy...
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"A casa i miei genitori pensino che io scappi in qualche modo ma se non c'è privacy..."

Gliene ha parlato e le hanno riposto così?
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Utente
Utente
Non proprio. Mia madre pensa che sia io a volte il problema e sembra non capirmi. Io oggi ho parlato con la mia coinquilina dopo che aveva lasciato sporco in bagno, del fatto che comunque con me è aggressiva e mi ha confessato anche che è un po' invadente e anche infantile. Alla fine ha pulito ma ha sempre quel modo di rispondere con ripicche. Un esempio su tutti : " Ho perso il treno e tanto devo caricare il cellulare" e poi dopo 20 minuti se n'è andata...Vuole degli esempi più precisi del suo modo di comportarsi, ma sembra che lei interpreti una parte, che sia finta...
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
In fondo non ha nessuna importanza che sua madre le creda o non le creda, lei sa bene come stanno le cose e non ha bisogno di convincerla.
Non crede?

"mi ha confessato anche che è un po' invadente e anche infantile"

In che senso? Non ho capito cosa intende.
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Utente
Utente
Sì certo, forse la sua opinione per me conta troppo anche se la scelta rimane mia. Parlavo della mia coinquilina: ha ammesso di essere sia infantile che invadente, quindi se ne rende conto. Il problema è se si comporterà o meno in maniera rispettosa nei miei confronti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Se le sta facendo i dispetti si rende conto di comportarsi così, penso che per questo lo abbia ammesso.
Secondo me se la aiuterà a trovare degli interessi al di fuori del lavoro e quindi a crearsi dei rapporti sociali (visto che si sente sola) la lascerà stare perché non le interesserà più creare con lei quel rapporto stretto che lei non desidera e che quindi le nega.
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Utente
Utente
Provato anche questo oggi ha riiniziato con i dispetti e io sono sbottata pesantemente. L'ho accusata di voler trovare scuse per attaccare brighe e le ho detto che se non ha altro da fare che si trovi un hobby. Il problema è che pensa di esserci solo lei in quella casa... Io sto continuando le mie ricerche ma al momento sono molto preoccupata dall'iniziare una nuova convivenza. Dovrei forse cercarmi un monolocale? Spero di non farlo solo per paura di ritrovare la "persona sbagliata"
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Andare a vivere con una persona che non si conosce comporta sempre dei rischi e se lei teme di ritrovarsi anche in futuro in una situazione difficile come quella attuale penso che le convenga rinunciarci.

Penso anche che sarebbe utile che chiarisse a sé stessa cosa si aspetta da una convivenza: se in fondo non le interessa così tanto fare amicizia e avere compagnia in casa perché non ha scelto da subito un monolocale?
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Utente
Utente
Un po' per ragioni economiche e un po' su consiglio di una psicologa che mi sconsigliava di vivere da sola. Ha ragione, non è che non mi interessi fare amicizia è che non si sono verificate le condizioni giuste per poterla iniziare con questa persona
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Vedo che in precedenza ha chiesto altri consulti sulla sua situazione psicologica: come si sente ultimamente?
E' in psicoterapia?
Che farmaci sta assumendo?
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Utente
Utente
Sento che la mia ansia è peggiorata e che mi sento bene solo quando sono a casa mia o da sola senza la mia coinquilina. Non sto facendo terapia al momento, ho fatto solo una serie di colloqui con una psicologa di supporto. Assumo mezza compressa di eutimil al giorno
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Che diagnosi ha ricevuto?
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Utente
Utente
Il mio medico di base aveva parlato di sindrome ansioso-depressiva e la psicologa dice che soffro di una lieve ciclotimia
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
I colloqui di supporto non sono sicuramente sufficienti ad aiutarla, è decisamente più indicata una psicoterapia.
E' stata seguita presso un centro pubblico?
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Utente
Utente
Sì forse non sono sufficienti per le ricadute, c'è da dire che in questo momento ho parecchi impegni da gestire e sono stressata.
Sì nell'asl dove vivevo, forse dovrei cercare di trovare una possibilità anche se immagino sia più difficile trovare uno psicoterapeuta che lavori per il servizio pubblico. Il farmaco comunque mi è stato prescritto dal mio medico di base.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
E' importante che lei intraprenda un percorso di cura e non solo un ciclo di colloqui senza questo scopo.

Per quanto riguarda i farmaci è decisamente preferibile che si faccia seguire da uno psichiatra, più che dal medico di base, per garantirsi un'assistenza specialistica sicuramente più indicata alla luce della complessità del suo disagio e anche dei timori che ha manifestato circa la presenza in famiglia di una persona affetta da disturbo bipolare.
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Utente
Utente
Di questo ne ho parlato con la psicologa che lo aveva escluso, non nego che non sia di competenza psichiatrica la valutazione di altri tipi di disturbi ma a questo punto vorrei capire se lei dubita che possa soffrire dello stesso disturbo. E comunque alla fine non soffre di disturbo bipolare ma di schizofrenia.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
La valutazione diagnostica è di competenza sia dello psichiatra che dello psicologo, ma mi stavo riferendo al fatto che è meglio che i farmaci le siano prescritti dallo psichiatra e non dal medico di base per essere sicuri che siano quelli adatti a lei.
Da qui ovviamente non è possibile porre alcuna diagnosi, non conoscendo direttamente il caso, ma qualunque sia il sua problema penso che sia preferibile un percorso psicoterapeutico risolutivo, piuttosto che una serie di colloqui da effettuare di tanto in tanto senza uno scopo preciso.

Oltre al possibile disturbo dell'umore mi sembra che lei lamenti anche relazioni familiari (con sua madre) problematiche che stanno influenzando la sua serenità, e un intervento psicologico sarebbe indicato per agire anche su questo fronte tutt'altro che secondario.
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Utente
Utente
Ha ragione dottoressa, nel frattempo la situazione si è evoluta in peggio. Avevo già accennato a quando mi sono arrabbiata con la mia coinquilina, bene ho alzato i toni e lei è andata a raccontare ai proprietari che è stata aggredita. I proprietari mi hanno detto che mi vengono incontro se vi voglio lasciare la casa. Mi sembra sia solo colpa mia, tuttavia ho perso del tutto la speranza di avere una convivenza civile in quella casa. Vorrei portare pazienza ma poi mi sale una rabbia e un nervosismo incredibile e non so quanto potrei resistere. Che ne pensa?
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dopo
Utente
Utente
Ha ragione dottoressa, nel frattempo la situazione si è evoluta in peggio. Avevo già accennato a quando mi sono arrabbiata con la mia coinquilina, bene ho alzato i toni e lei è andata a raccontare ai proprietari che è stata aggredita. I proprietari mi hanno detto che mi vengono incontro se vi voglio lasciare la casa. Mi sembra sia solo colpa mia, tuttavia ho perso del tutto la speranza di avere una convivenza civile in quella casa. Vorrei portare pazienza ma poi mi sale una rabbia e un nervosismo incredibile e non so quanto potrei resistere. Che ne pensa?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
E' possibile che lei abbia reagito così sia per l'oggettiva insostenibilità della situazione, sia per una certa tendenza a "scivolare" verso reazioni eccessive, legata all'alternanza di umori opposti che magari non le consente di essere del tutto padrona delle sue reazioni.

Forse ha involontariamente fatto proprio ciò che la sua coinquilina sperava, e cioè un passo falso che le consentisse di lamentarsi con i proprietari e di sperare di mandarla via per sostituirla con una nuova inquilina, con la quale cercare di creare quel rapporto precocemente intimo che sperava di creare con lei.
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

forse è l'occasione buona: ora ha un buon motivo per cercare altro. Non è detto che la situazione sia peggiorata.
Gli eventi capitano: se *per fortuna* o *purtroppo*, dipende solo da noi e da cosa riusciamo ad imparare dall'esperienza e da come riutilizzeremo quanto appreso, in futuro.
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