Ansia e dap

Gentili Dottori, ho 24 anni e da settembre curo farmacologicamente il dap,ho avuto tantissimi miglioramenti, ho ripreso una vita quasi normale ma ancora sussistono per me dei limiti del tipo prendere il treno da sola. Ad oggi vorrei impegnarmi a superarli, esponendomi agli stessi gradualmente per cercare di farcela da sola perchè penso di potercela fare. Ad oggi pur avendo fatto dei colloqui con un vostro collega, non mi spiego la causa di questo malessere e sto indagando in me stessa per trovarla e metabolizzarla ma non è facile. La mia vita nel complesso è sempre stata bella, ricca di affetti e persone che mi vogliono bene. In questa mia autoindagine, sto provando a esaminare la mia personalità per capire se ci sono aspetti da cambiare che mi hanno potuto scatenare tutto. Sono stata ansiosa da piccola di fronte a certe situazioni, e lo sono diventata ancora di più con la scuola e l'università. Ho sempre cercato di dare il meglio nello studio per avere soddisfazioni più per i miei genitori che per me, sempre con risultati brillanti. Ma ad ogni esame è tutto uno stress e un ansia indicibile giorni prima ma poi va tutto alla grande. Mi accorgo di essere attaccatta alla mia famiglia e al mio ragazzo forse troppo, nel senso che gli anni universitari, malgrado costellati da nuovi amici li ho vissuti quando ero là sempre con l'attesa di tornare il fine settimana a casa mia nel mio nido, con i miei familiari. Se il mio ragazzo/genitori/fratelli hanno qualche problema di salute e non, ne soffro più di quando li ho io. A volte dico al Signore, in cui credo tanto, se devono soffrire loro per qualcosa mandala a me. Se vedo gente che sta male, bambini presi in giro da altri e cose similli o per dire bambini o gente che chiede l'elomosina al freddo mi viene la tristezza x l'impotenza che ho di fronte a ciò (anche mia madre è così), vedendo gli altri che mostrano freddezza mi chiedo come fanno e forse li invidio perchè non sono così fredda anche io. In più a causa della crisi, come succede in migliaia di famiglie italiane, mio papà ha avuto e sta avendo numerosi problemi per la sua attività ed è spesso nervoso, non più spensierato come prima e questo mi fa ulteriormente male. Male non perchè, a differenza di prima non posso fare shopping liberamente o mi devo privare di alcune cose, questo non mi importa c'è gente che non ha nulla veramente quindi non centra la cosa, ma mi rattrista vedere che le persone a cui voglio bene hanno problemi e non posso aiutarli in questo caso.!! Cosa posso fare x stare meglio? Premetto che non sono depressa perchè svolgo la mia vita e le mie attività cerco di essere ottimista sempre ma sono ansiosa...a volte proprio tanto e forse ho un carattere x certi versi sbagliato. MI SCUSO SE MI SONO DILUNGATA TROPPO!
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Cosa posso fare x stare meglio? >

Gentile Ragazza,
avere la motivazione per impegnarsi a superare le sue difficoltà è già partire con il piede giusto.
Tuttavia se fosse possibile farlo da sola, ci sarebbe già riuscita e non scriverebbe qui non le pare?

In questo momento comprendere le cause dei suoi problemi, per giunta da sola, non la aiuta a risolvere mentre sarebbe più opportuno comprendere il come farlo, proprio come ci sta già chiedendo.

<e lo sono diventata ancora di più con la scuola e l'università. Ho sempre cercato di sempre con risultati brillanti.>
La sua ansia sembra avere radici antiche, forse sente il peso di responsabilità familiari, come se il benessere dei suoi genitori o la loro serenità dipendesse molto (o principalmente ) da lei...da qui solo ipotesi...

Sarebbe opportuno che si rivolgesse nuovamente ad un no psicologo/psicoterapeuta per una rivalutazione e un'eventuale nuovo percorso terapeutico, da affiancare al trattamento farmacologico.

Anche se la precedente esperienza esperienza non l'ha soddisfatta, non dovrebbe rinunciare a questa opportunità, rivolgendosi a un diverso specialista, se intende davvero recuperare un migliore benessere.

Intanto le suggerisco di leggere questi articoli
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2013 al 2017
Ex utente
La ringrazio della risposta, in realtà non ho quel peso, so che il benessere dei miei familiari non dipende da me, ma anche da me credo e dall'armonia generale della famiglia. Forse sono troppo sensibile ed emotiva...prenderò in considerazione di fare un nuovo percorso terapeutico. A volte non vorrei avere questo carattere
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<so che il benessere dei miei familiari non dipende da me, ma anche da me> Non ci ha detto nulla sulla sua famiglia, ma dalle sue parole traspare la difficoltà a starne lontana, come se la sua presenza fosse necessaria all'armonia di cui ci parla...difficoltà estesa anche al suo ragazzo, dunque sembra viva i legami affettivi importanti in modo davvero preoccupato ( Se il mio ragazzo/genitori/fratelli hanno qualche problema di salute ... se devono soffrire loro per qualcosa mandala a me.) ...forse il timore di perdere i suoi affetti e che lei debba fare di tutto per evitarlo...

Non so quali situazioni critiche abbia vissuto in passato (alle quali solo accenna) ma ad esempio dice di aver studiato più per far felici i suoi genitori che per lei e di un sentirsi sotto pressione (forse non si sarebbe perdonata anche una piccola defaillance negli studi)

...sempre di ipotesi si tratta anche fallibili, resta il fatto che incontrare direttamente un nostro collega sarebbe davvero opportuno.

Ha letto gli articoli suggeriti?
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dopo
Attivo dal 2013 al 2017
Ex utente
Cara Dottoressa, forse in alcuni punti dei posti mi sono espressa male. Circa il mio percorso di studi, posso dire a gran voce che la scelta stata mia, studio lettere classiche e sono alla specialistica, ho seguito la mia passione e ciò che per me eraa più consono, studio con piacere già dai tempi del liceo. Il mio voler dare sempre il massimo deriva principalmente dalle soddisfazioni mie personali e dal fatto che i buoni risultati ripagano i miei sacrifici ma al contempo mi compiaccio di fare piacere ai miei genitori e familiari (in fondo quale geitore non è contento di un figlio studioso?).
Per quanto concerne il mio passato posso dire di aver avuto una bellissima infanzia circondata da tanto calore e affetto, come tuttora d'altra parte. L'adolescenza è stata tranquilla a parte qualche parentesi, tipo una delusione amorosa alle medie che mi ha gettato in un periodo nero per 6 mesi, ho tenuto tutto per me, ma grazie a un'amicizia speciale ho superato tutto brillantemente. Al liceo è andato tutto bene e all'università anche a parte le ansie legate allo studio.
Ciò che lei dice sui miei affetti è in parte vero, nel senso che il loro appoggio è per me fondamentale e l'eventuale idea di perdere qualcuno mi spaventa. Forse perchè fondamentalmente sono insicura e temo molto il giudizio altrui, mi faccio influenzare da loro nelle mie scelte, non che non abbia personaità ma per me il parere di chi mi ama è fondamentale. Sottolineo cmq la mia insicurezza di fondo che mi rende spesso molto emotiva. Ho letto gli articoli, credo consulterò uno psicologo del csm sperando ce ne siano di bravi
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