Questo senso di inutilità è aumentato così come l'ansia

Buongiorno a tutti e grazie per la disponibilità del vostro servizio
Ho 31 anni e da pochi mesi ho intrapreso una relazione con una ragazza stupenda. La amo tantissimo e la cosa è reciproca...il nostro rapporto va a gonfie vele e non c'è mai stato un problema tra di noi. Gli elementi fondamentali in una relazione ovvero complicità, comprensione e progettualità sono molto sentiti tra di noi, ma quando sii tocca il tasto della sessualità esso diventa una nota dolente. Purtroppo sono pervaso da una fortissima ansia, spesso associata ad attacchi di panico, la quale non solo influenza i nostri momenti intimi bensì anche la mia quotidianità in quanto mi sento un fallito, un incapace.
Ricordo che la prima volta in cui capitò di fare l' amore, non ci riuscimmo perché mi venne un attacco di ansia e lei mi disse (e continua a dirmi) di non preoccuparmi. Consultai un andrologo, consultai un neuro urologo (per escludere cause funzionali) il quale mi fece i potenziali evocati sacrali che ovviamente risultarono nella norma. Sia l' andrologo che l'urologo mi dissero di prendere Cialis, ma la situazione non cambiò molto perché l'ansia persisteva. Ad aggravare questa cosa è stato un discorso che ho fatto con la mia partner...abbiamo parlato di momenti intimi con i rispettivi partner precedenti. Nel sentirla parlare, questo senso di inutilità è aumentato così come l'ansia. Allo stato attuale il solo pensiero di fare l'amore con lei mi crea attacchi di panico e mi influenza nella quotidianità: ho sempre dei forti mal di stomaco e sono diventato stitico (cosa che mai successe in vita mia). Quando sono in sua compagnia (non nei momenti intimi) mi sento in paradiso, sembra che non mi manchi nulla. Eppure, mi dice sempre che come la faccio bagnare io non lo ha mai fatto nessuno, ma purtroppo il nostro rapporto si ferma sempre e solo a io che la masturbo.
Vorrei ancora aggiungere che sto seguendo un percorso psico sessuologico che per ora non ha portato a grandi risultati. Vi prego, che cosa posso fare di più? io non ce la faccio più a stare in questa situazione scomoda perché mi fa davvero tanto tanto male...
Grazie a chi mi risponderà
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signore,
Se sta seguendo un percorso psicosessuologico probabilmente ha intrapreso una giusta direzione.
Non indica che approccio stia seguendo.
Sembrerebbe da cio' che riferisce che l'ansia sia dovuta a cause inconsce legate alla penetrazione.
Quindi ai suoi rapporti infantili, della primissima infanzia, con i suoi genitori. Forse a dei timori inconsci di castrazione come punizione paterna a desideri incestuoso verso Sua madre.
Spero che l'approccio che sta seguendo nel Suo percorso sia analitico e dinamico perche' mi sembra che il Suo problema debba essere affrontato in questa chiave.
Le faccio i migliori auguri! Si faccia sentire per dirci come va.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve, immagino la preoccupazione che deve vivere. Ha conosciuto una "ragazza stupenda" con la quale avete iniziato da pochi mesi una relazione che dalle sue parole sembra promettente. La presenza della "nota dolente", di cui ci parla, comprendo che rappresenti un'ombra sgradita.

Come lei dice, il "tasto della sessualità" è giustamente uno degli "elementi fondamentali" in una relazione.
Le ragioni per cui si trova in questa situazione possono essere molteplici. Ha consultato già diversi specialisti senza avere un riscontro efficace. Mi rendo del suo sconforto e del suo desiderio di cambiare le cose. Questo è un buon segno, il fatto che lei è tenace e molto motivato.

Ci sarebbero molti aspetti da approfondire legati alla sua vita.
In questa sede provo a chiederle se ha avuto altre storie importanti e se l'ansia di cui ci parla si è verificata anche in precedenti relazioni o, comunque, in altre situazioni.
Inoltre, se ha voglia di parlarne, qual è l'effetto in lei di avere "parlato dei momenti intimi con i partner precedenti" con la sua ragazza? Lei accenna a un senso di inutilità che ha aumentato l'ansia, potrei magari chiederle se forse può avere sentito un senso di competizione o in qualche modo di inferiorità?

Lei sembra suggerire che l'ansia da prestazione sessuale sia un vissuto che in realtà riflette una condizione generale della sua vita e, in particolare, l'immagine che lei ha di se stesso, quando dice che si "sente un fallito o un incapace".
Questo può essere un aspetto centrale, che condiziona le sue esperienze presenti e non riguarda solo la sessualità. È necessario aprire questo discorso a un'indagine più accurata e ampia, che potrebbe toccare molti capitoli della sua vita.

Posso infine chiederle da quanto tempo sta seguendo il percorso sessuologico?

Un saluto,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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Dr.ssa Marta Stentella Psicologo 355 5
Gentile utente,
Avendo già sostenuto visite da andrologo e urologo ed essendo queste risultate negative, si può affermare che con molta probabilità si tratta di un problema di origine ansioso. Ansia da prestazione appunto.
Spesso in questi casi abbiamo a che fare con la "profezia che si autoavvera": ci si preoccupa fortemente per una cosa al punto tale che alla fine questa ossessione si realizza a causa proprio dell'ansia prodotta.
Anche se lei non lo specifica si potrebbe pensare ad un problema di disfunzione erettile. L'ansia da prestazione è infatti tra le cause principali dei disturbi erettili.
Come gia saprà l'ansia da prestazione è un'eccessiva preoccupazione per l'andamento e l'esito del rapporto sessuale. Questa preoccupazione blocca o in qualche modo frena l'eccitazione necessaria affinché si raggiunga l'erezione grazie ad una specifica attivazione psicofisiologica.
Lei sostiene che sta facendo un percorso psico sessuologico. Da quanto tempo? È una psicoterapia? Ha parlato alla persona che la sta seguendo dell'assenza di miglioramenti?
Poi volevo chiederle se pratica la masturbazione da solo e con la sua ragazza.

Cordialmente

Dr.ssa Marta Stentella - Roma e Terni
Psicologa Clinica e Forense, Psicodiagnosta
www.martastentella.it

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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Utente,
il percorso lo sta effettuando da solo o con la sua compagna?

Chi la sta affiancando quale formazione sessuologica ha effettuato? Si tratta di uno psicologo anche specializzato in psicoterapia?

Le allego una lettura che spero possa tornarle utile:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1852-ansia-da-prestazione-e-spectatoring.html

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#5]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori,

Grazie mille per le numerose e cordiali risposte. Cercherò di rispondere alle varie domande da voi postemi:

Il mio primo approccio alla sessualità è iniziato all'età di 6 anni quando venivo chiuso in camera da mia cugina di 12 anni la quale mi metteva le mani nelle sue parti intime. Ho vaghi ricordi di quegli episodi, ma da lì a poco iniziai a masturbarmi e lo feci fino all'età di 21 anni in maniera assidua, nonostante avessi delle partner. Ho avuto diverse storie tra cui 2 importanti: una durata 3 anni (con la quale i rapporti sessuali duravano anche 30 minuti) e un'altra di 6 anni (con la quale inizialmente si verificavano episodi di non raggiungimento di erezione, ma dopo un paio di mesi tutto si risolse) Durante la storia di 6 anni, mi venne un tumore al testicolo e dopo un operazione di linfoadenectomia retroperitoneale soffrii anche di eiaculazione retrograda. Tutto questo mi spiazzò ed iniziai nuovamente ad avere cali di erezione con conseguente "arrabbiatura" da parte della partner. Poi mi lasciai con lei e non ebbi più relazioni prima di trovare questa nuova partner.

Il fatto di parlare delle precedenti relazioni ha scaturito in me un senso di inferiorità dettato dal fatto che non riesco a raggiungere l'erezione. Effettivamente devo dire che non ho un buon livello di autostima e spesso mi sento inferiore davanti alle persone in generale e provo un senso di disagio.

Il percorso psico sessuologico è stato seguito in diversi momenti della mia vita, ma adesso, in maniera stabuile, da circa un mese.

L'ansia da prestazione mi sta portando a una disfunzione erettile e a un alto sviluppo della noradrenalina la quale fa sembrare che il mio "membro" si ritiri in sé stesso. La mia partner sa perfettamente che l sto seguendo dei colloqui psico sessuologici e spero che con il proseguire di questi colloqui, si possa risolvere tutto.

La masturbazione da solo la pratico saltuariamente (sotto consiglio della psico sessuologa, anche se io ne farei a meno perché non ne sento il bisogno) e in presenza della mia partner la pratico esclusivamente a lei stessa.

Grazie mille per la disponibilità
[#6]
dopo
Utente
Utente
Dottoressa Salco,

Il percorso lo sto eseguendo con una psico sessuologa ma non so se sia specializzata in psicoterapia.

Grazie per la lettura!
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
La mia domanda era mirata a comprendere il tipo di percorso che sta effettuando: se si parla di "terapia" è indispensabile che la collega sia anche psicoterapeuta e lo può verificare qui:
https://areariservata.psy.it/cgi-bin/areariservata/albo_nazionale.cgi

Lo stesso vale per la formazione sessuologica: un conto è una formazione biennale (che rilascia un titolo, peraltro non ancora riconosciuto nel nostro Paese di "consulente in sessuologia") a cui possono accedere anche insegnanti, ostetriche, avvocati, fioterapisti, infermieri, assistenti sociali...e con cui -capirà bene- non si può fare terapia; un altro paio di maniche è invece una formazione quadriennale in sessuologia clinica, riservata a medici e psicologi specializzati in psicoterapia.

Fermo restando il fatto che un mese è davvero poco (3-4 sedute?), da quanto scrive, mi par di capire che il discorso andrebbe affrontato in modo più ampio e non semplicemente focalizzato sulla problematica sessuologica che ha descritto.

Ha letto l'articolo che le ho linkato? Ci si ritrova, almeno in parte?

Le rinnovo i miei saluti.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Il suo racconto si arricchisce di dettagli e come spesso accade questo apre ulteriori domande e itinerari da percorrere.

Verrebbe da dirmi, leggendo le sue parole, che l'intervento per il tumore al testicolo abbia un peso importante sia dal punto di vista fisico sia emotivo.

Mi sembra più che comprensibile che lei si sia sentito "spiazzato" e non più padrone del suo corpo. Non solo per l'eiaculazione retrograda e la difficoltà a mantenere l'erezione, ma immagino anche per un intervento che ha toccato la sua immagine corporea maschile profondamente.

Sono molto colpito dalla reazione di "rabbia" della sua partner, che mi chiedo se abbia realmente compreso il tipo di intervento fisico nonché il suo stato d'animo in quel contesto.
Per lei immagino sia stata la reazione più dolorosa da ricevere, potrei anche ipotizzare che abbia rappresentato un forte carico che potrebbe avere sviluppato in lei un senso di diffidenza.
Non so se il fatto che quella sia stata l'ultima storia possa avere un qualche ruolo nei timori attuali.

Va detto che anche nella seconda storia nello stesso periodo, cioè in quello iniziale, si è verificato un problema nel mantenere l'erezione, poi risolto. Questo andrebbe approfondito.
Sarebbe utile confrontare queste esperienze e cercare di intuire cosa provoca certe situazioni, se ci sono vissuti ricorrenti ad esempio. Anche il fatto che nella prima storia non c'è stata difficoltà potrebbe esserci utile per una maggiore chiarezza.

Inoltre, accanto alle difficoltà legate all'intervento, bisogna tenere presente un aspetto che vi prescinde. Quando dice: "Effettivamente devo dire che non ho un buon livello di autostima e spesso mi sento inferiore davanti alle persone in generale e provo un senso di disagio", sottolinea un vissuto che merita molta attenzione poiché riguarda l'immagine che lei ha di se stesso.

Allora penso all'ansia da prestazione, di cui ci parla e con cui dà titolo al consulto. E verrebbe da dirmi che non stiamo parlando solo di aspetti sessuali. Mi ha fatto venire in mente questo: si ha ansia da prestazione, perché abbiamo in mente che dobbiamo fare una prestazione, non possiamo esserci e basta con le nostre idee, con quello che sentiamo, con i nostri tempi, dobbiamo invece essere conformi, adeguati e performanti.

Se io non ho autostima e vivo un senso di inferiorità è possibile che io non possa esprimere liberamente me stesso per quello che sono - pensando di non valere niente - sia sessualmente sia in altri ambiti della vita in generale. Devo invece dimostrare di essere qualcuno che ha valore.

Allora l'ansia da prestazione potrebbe mostrare un doppio canale: l'ansia è causata dal fatto che temo di non farcela poiché non ho autostima; ma è anche vero che può essere causata dal fatto che devo eseguire una prestazione e forse non vorrei.

Provo a spiegarmi meglio.
Quando dice che l'ansia da prestazione causa la disfunzione erettile, questo può essere vero, ma possono esserci altri punti di vista che è giusto tenere in considerazione nel modo più scrupoloso.
Renderei quindi più complesso il discorso, come sto cercando di suggerirle. Infatti a livello psicologico se è vero che l'ansia da prestazione causa la disfunzione erettile, potrebbe essere vero anche il contrario: invece di leggere la disfunzione erettile come un segnale del corpo che ha il suo valore, lei la legge come qualcosa di inadeguato. Questo causa ansia.
A volte, a livello psicologico, la disfunzione erettile può avere una sua funzione: il corpo ci comunica che così non va bene. Può capitare che persone con bassa autostima non diano valore ai segnali del proprio corpo, ma li giudichino avendo uno standard di conformità indispensabile per dimostrare il proprio valore. In altri termini non basta essere se stessi.

Non so se in poche righe sono riuscito a comunicarle il mio pensiero, sono concetti che non possono essere condensati brevemente. Sono necessari i dovuti tempi in una sede idonea.
Per questo condivido il suggerimento della dottoressa Scalco, il focus neanche a me sembra solo legato a un aspetto sessuologico. Personalmente valuterei un percorso psicoterapeutico di ampio spettro, che possa approfondire anche i suoi vissuti legati all'immagine di sé, che potrebbero interferire anche nell'area sessuale.

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
[#9]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
dopo l'analisi empatica ed approfondita del dr. De Santis ho davvero poco da aggiungere, ma le allego del materiale sulla complessità del d.e e sulle sue cure.

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html

Questo è un canale salute redatto a quattro mani con un andrologo dove troverà spiegato passo passo l'iter diagnostico e le svariate cause.
https://www.medicitalia.it/salute/andrologia/111-disfunzione-erettile.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1593-mancanza-d-erezione-10-cose-da-sapere.html-
https://www.medicitalia.it/blog/andrologia/106-dipendenza-psicologica-dalla-terapia-orale-per-il-deficit-erettivo.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html-

Le allego anche questo perché la variabile diade, ciel coppia è determinante.
Il ruolo della donna appartiene alle cause da " mantenimento" della disfunzione, tutte da analizzare con cura e competenza
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6154-il-ruolo-delle-donne-nel-deficit-erettivo-dell-uomo.html

Anche io penso che il tumore al testicolo abbia lasciato traccia, il pene è un organo simbolico associato alla potenza fallica del maschio, così come l'eiaculazione è strettamente legata al potere fecondante, una disfunzionalita di queste due fasi - erezione ed eiaculazione - destabilizza un uomo dalle fondamenta.
La sfera della sessualità è talmente complessa e delicata che un suo malanno, anche transitorio, può compromettere il suo avvenire, trattarla con professionalità, con scrupolosità diagnostica e terapeutica, diventa la strada che noi clinici dobbiamo percorrere al fine di restituire serenità e gioia ai nostri pazienti portatori del disagio sessuologico.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#10]
dopo
Utente
Utente
Grazie ancora per le numerose risposte.
La lettura allegata dalla Dottoressa Scalco è assolutamente in linea con quanto dettomi dalla mia psico sessuologa (che non sono riuscito a visualizzare nell'albo dei medici) ma purtroppo non riesco a orientare i miei pensieri verso le sensazioni invece che l'atto sessuale in sé. Ma tutto ciò mi ha dato da riflettere molto e mi sforzerò di soffermarmi su questa cosa.

In merito alle parole del dottor De Sanctis, se ho ben capito il mio problema deriva più che altro dall'immagine negativa e della bassa autostima che ho di me stesso...sinceramente non pensavo che questi pensieri potessero in qualche modo influenzare la mia vita sessuale e sarei pronto ad affrontare una psicoterapia pur di risolvere questi miei conflitti interiori. Capite che comunque sono influenzato da ciò a 360°

Ringrazio la Dottoressa Randone per le letture allegatemi, appena avrò un momento di calma le leggerò. Tutta questa situazione sembra che mi stia sfuggendo di mano, ma i vostri preziosi consigli mi stanno servendo per riflettere sulla mia situazione...
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Bene,lieti di averla ascoltata.

Ha ricevuto più d'un parere, e tanto materiale da poter consultare, adesso si dedichi al lavoro che sta facendo, altrimenti si confonde ancora di più.
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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