Ansia accentuata durante analisi

Salve dottori,
Sto seguendo una psicoterapia analitica da circa 8 mesi.
Per disturbi del desiderio che durante la terapia sembrano stiano trasformandosi in profonda crisi di identità, non sessuale.
Ma della scoperta di me stessa, dei miei sbagli, dei miei errori, delle mie fragilità. Del fatto che forse sono dipendente dall’uomo che amo fino ad alzare muri , a spegnermi .
Ecco da quando seguo questo percorso sto sentendo la Pesantezza del malessere ed ho forti attacchi d’ansia che prima non avevo,
Oppure non sentivo così.
Mi sento piú a disagio in mezzo alla gente, mi sento fragile, rimugino su tutto quello che faccio. Ho avuto forti
Attacchi d’ansia quando ho fatto alcune cose fuori dall’ordinario e da sola. (Uscire, fare commissioni da sola).
Se da un lato, sento l’appagamento della terapia nella serenità con cui sto affrontando la riscoperta Del desiderio, e del piacere di conoscere me stessa e cambiare in meglio tutte le mie ombre che mi bloccano in ogni ambito, dall’altra parte qualcosa mi sta trasformando una persona ancora più fragile. Mischiando tutti i miei pensieri su quel
Divano.
So di avere alti e bassi nei confronti della terapia a volte sono anche sfiduciata. Ma so che potrebbe essere
Resistenza, visto che ne faccio molta. Ma
Non capisco come sia possibile che io sia
Diventata così ansiosa verso tutto. A volte penso peggio di prima. E mi capita di avere paura di perdere il controllo e con la paura di non Gestire l’ansia. E la paura di non uscirne. Mi spaventa. Ho stima per la
Mia terapista e ne parlerò, ma mi farebbe piacere avere pareri su questi sintomi .
E mi domando,
Forse
Non è il tipo di terapia per me? E questo approccio (analitico) mi peggiora dei sintomi?
Grazie,mi sono dilungata.
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
La sua è una domanda importante alla quale non è purtroppo possibile rispondere in modo esaustivo. Non da qui, senza conoscerla né sapere in dettaglio come l'analisi sta interagendo con il modo in cui è fatta lei.

Da un punto di vista di terapeuta strategico, posso dirle che mi è capitato in più occasioni di assistere a un aumento dell'ansia e soprattutto delle rimuginazioni in pazienti in terapia analitica.

Ma come distinguere se trattasi di un effetto collaterale e nocivo della terapia oppure di resistenza al cambiamento?

Come dicevo non è facile dirlo a distanza, prendere una posizione senza avere gli estremi della questione.

I suggerimenti che mi sento di darle sono due: per prima cosa parli con il suo analista della questione, cosa di cui anche lei ha già riconosciuto l'opportunità. Secondariamente potrebbe informarsi sul funzionamento delle varie forme esistenti di psicoterapia per cercare di formarsi lei stessa un'idea.

Una terza ipotesi potrebbe essere di rivolgersi direttamente a un diverso terapeuta di diverso orientamento, per un secondo parere. Faccia a faccia sarà più probabile ricevere un parere obiettivo. Potrebbe correre il rischio di confondersi, ma magari una sola seduta condotta in modo completamente diverso potrebbe darle un punto di vista in più.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie dottore,
Ne parlerò con il terapeuta sicuramente.
Mi era già capitato di accennare questo mio dubbio, a seguito di prime avvisaglie di malesseri.
Mi disse che per lei era la terapia giusta, e la modalità giusta per me, quella del profondo..
ovviamente mi sono fidata, perché desidero anche imparare a portare avanti e con fiducia quello che inizio, nonostante ammetto a volte con un po’ di sforzo e di convincimento che quello che vivo (dubbi e perplessità comprese) sono sintomi di resistenza e di attacco alla terapia (riprendo quanto è emerso dal dialogo).
Adesso però, dopo due giorni di ansia ingestibile, devo dire di essere un po’ spaventata.
Questo tipo di analisi, come ben sapete, fa valutazioni analitiche su tutto : Una richiesta di un cambio di giorno,
Un piccolissimo ritardo, l’ammissione di un dubbio sul lavoro che stiamo portando avanti : resistenza e fuga.
A volte sento quindi di lottare contro me stessa, convincendomi che io stia di sbagliando nei confronti della terapia.
Ma quanto può durare tutta questa battaglia che faccio con impegno? Il percorso analitico mi accompagna (dentro di me) tutta la settimana, ma
A volte, ho la sensazione di girare a vuoto e come dicevo, la certezza che degli attacchi d’ansia così, non li ricordo se non in un periodo di forte esaurimento a lavoro.
Grazie per i consigli, ci penserò e farò le mie valutazioni
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