Amicizia intima con uomo maturo

Buonasera, sono una ragazza di 20 anni.

Da circa 2 anni e mezzo, sono amica intima di un uomo maturo.
Lui ha 65 anni.

Ci siamo conosciuti in una circostanza particolare: io avevo appena finito il liceo e la mia famiglia ha voluto chiudere i rapporti con me, senza un'effettiva e valida motivazione.

Ero molto sola, e così "quasi per caso" conobbi questo signore.
Lui si dimostrò sin da subito molto gentile con me.
Io lì per lì non ci credevo che lui mi aiutava perché mi voleva veramente bene... ma con il tempo ho imparato a fidarmi di lui.
Ora viviamo insieme (io non ho una casa e lui si è offerto di ospitarmi), e siamo diventati confidenti...amici intimi.
Viviamo insieme da circa 2 anni e qualche mese e da quando sto con lui è come se stassi in paradiso! Stando con lui ho imparato tante cose, e fatto tante nuove esperienze, come ad esempio dei viaggi nelle città europee (prima del Covid).
Abbiamo passato, ovviamente, il periodo di chiusura di marzo-maggio, insieme.
È stato un periodo bello (ovviamente per quello che succedeva in casa, fuori era tutt'altro che bello...).
Alla fine di quel periodo "surreale", quando si è potuti uscire, senza tante limitazioni, da casa, rispettando ovviamente tutti i protocolli sanitari, siamo andati 10 giorni al mare la settimana di Ferragosto.
È stata una vacanza bellissima! Rilassante, piena di calma, di tranquillità... tutto bellissimo e sereno!
Una volta tornati a casa, nella cassetta della posta, ho trovato una lettera.
Era dei miei genitori.
Mi veniva chiesto di tornare da loro, e di abbandonare quel signore, perché era solo un bugiardo approfittatore.
Quel signore ha letto la lettera.
Mi ha detto che io, sempre e comunque, sarei rimasta a casa con lui... ma sono già 5 mesi che vivo con un'incredibile angoscia.
I miei genitori non mi hanno mai voluto bene, ed ora, proprio quando sono felice, vengono ad infastidirmi... cosa posso fare per calmarmi?
Per non pensarci?

Grazie per le risposte.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.1k 190
Gentile ragazza,
se lei avesse scelto di seguire un percorso psicologico, sarebbe stato possibile lasciarle tutto il tempo per colmare le lacune del suo racconto, senza forzare le sue resistenze nel ricostruire la realtà.
Invece in un consulto a distanza, nell'anonimato di lei che ci scrive, ma sotto gli occhi di un pubblico che ci segue perché trova nelle domande di altri utenti i propri stessi interrogativi, è opportuno chiederle di essere meno sibillina.
Non potremmo, altrimenti, aiutarla a gestire la relazione con una famiglia che a suo dire ha chiuso i rapporti con lei "senza un'effettiva e valida motivazione", che però dopo più di due anni di silenzio e di lontananza l'avrebbe cercata per lettera col solo effetto di mettere zizzania tra lei e l'uomo di cui è "amica intima" (quale significato dà a questa ambigua espressione?), un uomo che avrebbe conosciuto "quasi per caso", dove le virgolette che ha usato farebbero pensare ad un luogo d'incontro non proprio usuale.
Quali sono in realtà i personaggi, i luoghi, i fatti di questa narrazione? Quale aiuto ci sta chiedendo, lei che per due anni ha vissuto senza minimamente pensare ai suoi genitori, e che adesso dice di essere turbata perché loro, dopo un così lungo silenzio, le hanno scritto un lettera in cui definiscono "bugiardo approfittatore" l'uomo con cui vive?
Esponendoci i fatti nella loro realtà ci permetterà di capire come, realmente, ci sta chiedendo di aiutarla.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
Attivo dal 2021 al 2021
Ex utente
Grazie per la risposta. Cerco di essere più chiara.
Allora, sin da piccolina i miei genitori non mi hanno mai dimostrato né cure, né amore. Qualunque cosa facessi mi menavano, mi urlavano, mi dicevano le parole più brutte... parole che ad un figlio non si devono dire per nessun motivo. Quando andavo a scuola, gli altri bambini mi isolavano e mi dicevano sempre, questa frase: "no, tu sei strana". Effettivamente era vero, i loro genitori erano amorevoli, li andavano a prendere a scuola, li portavano al parco, giocavano insieme, facevano tante belle esperienze... con i miei genitori non era così, infatti, dovevo stare sempre a casa, o meglio potevo uscire solo per andare a scuola, non potevo avere degli amichetti e quando facevo i compiti se sbagliavo qualcosa mi chiudevano a chiave in camera mia e mi lasciavano lì fino alla mattina dopo, senza nemmeno fare merenda, né tantomeno cenare.
Crescendo la cosa è andata avanti, ovviamente io non raccontavo niente di ciò a nessuno.
Arrivata alla fine della maturità i miei genitori, di punto in bianco, mi hanno cacciata di casa, dicendomi che non dovevo più presentarmi a chiedergli nessun tipo di aiuto.
Sicché un giorno, ero in giro per la città dove vivo e siccome non avevo mai avuto l'opportunità di conoscere vie, vicoli... ad un certo punto mi sono persa. Non avevo un telefono, né una mappa, allora vidi un signore e gli chiesi se poteva dirmi dove fosse il posto che cercavo. Lui sì offrì di accompagnarmi. Parlammo molto, non ci credevo al fatto che un signore elegante e distinto come lui potesse aiutare una povera ragazzina come me, ma poi appena arrivati in quel posto, lui mi disse: "Se hai bisogno ancora di me, questo è il mio numero. Ci tengo a sapere se hai trovato una casa od ospitalità da qualcuno!"
Conservai quel biglietto nel portafoglio. Poco tempo dopo (10/15 giorni dopo) gli telefonai, in un bar che offre gratuitamente ai suoi clienti l'utilizzo di telefoni fissi e pc. Parlammo molto al telefono. Ci dammo un appuntamento e poi è nata la nostra intima amicizia. Ma non so come fare con i miei genitori. Ho paura che mi portino via da lui, che mi ha dato una vita più felice...
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.1k 190
Gentile utente,
così la storia è ancora più inverosimile, ma facendo finta di crederci, e senza domandarle perché e come i suoi genitori hanno scoperto dove abita, le chiedo: perché ha paura di essere separata dall'uomo con cui vive?
Se è davvero maggiorenne, se non è stata giuridicamente interdetta, se non ha commesso reati che la costringano agli arresti domiciliari presso i suoi genitori, che cosa teme?
Immagino che l'uomo con cui vive sia sposato, altrimenti potreste risolvere la cosa sposandovi.
In alternativa, e sempre se lei non è giuridicamente libera, potrebbe farsi adottare da lui.
Buone cose.
[#4]
Attivo dal 2021 al 2021
Ex utente
La storia è vera.
Non saprei dirle come e perché i miei genitori sanno dove vivo... non lo riesco a capire nemmeno io. O mi seguono o conoscono qualcuno che vive vicino casa mia e gliel'ha detto... queste sono le uniche ipotesi.
Ho paura di essere separata da lui perché io non voglio perderlo. Con lui sono felice, serena, quasi non mi rendo conto del tempo che passa, della vita che va avanti, per quanto sto bene con lui.
Sì sono maggiorenne, pienamente capace d'intendere e di volere, frequento una scuola di sartoria e faccio la sarta a domicilio, è una cosa che mi è sempre piaciuta fare, e forse è per il fatto che molte clienti vengono a casa mia a portarmi i vestiti da sistemare che ha portato i miei genitori a fargli sapere dove vivo. È un'ipotesi.
Il mio amico intimo, non è mai stato sposato, diciamo che ha avuto una relazione con sua compagna di classe del liceo che è durata dai 14 ai 25 anni, ma poi si sono lasciati. E magari... sposarmi con lui! Sarebbe il coronamento di un sogno! Ma credo che il matrimonio resterà solo un sogno notturno. Un primo passo verso il matrimonio ci sarebbe pure... dormiamo insieme, nel letto matrimoniale, e quando eravamo al mare ci avevano scambiato per una coppia sposata un po' "anomala" per l'età differente, ma insomma... sarebbe una bella idea.