La psicoterapia fa davvero al caso mio?

Salve, sono una ragazza di 24 anni.
Soffro di un disturbo di ansia generalizzato.
Sono sempre stata una ragazza scettica, ma anche eccessivamente sensibile.
Qualsiasi sentimento che covo viene sempre trasformato in lacrime (gioia, dolore, tristezza).
Ho sempre sofferto di ansia e incapacità di gestire le mie emozioni, provando la psicoterapia già al liceo, ma con molti dubbi sul reale funzionamento della terapia, perciò ho mollato dopo due mesi.
L'ultimo anno di università il problema si è presentato più forte.
Ormai l'ansia per gli esami mi procurava attacchi di panico e problemi fisici (mal di pancia, dolori muscolari) e ho passato un anno a sentirmi dire "gastrite".
Ho deciso di rivolgermi ad uno psichiatra e da lì, ho trovato finalmente la speranza.
Ho risposto bene ai farmaci e ho fatto la terapia per un anno.
Dopo un anno fermo il problema però si è ripresentato quando ho cominciato a lavorare e sono stata un altro anno in cura.
Finita nuovamente la terapia farmacologica (dropaxin), il dottore mi ha consigliato la psicoterapia.
Ho accettato perchè magari potevano fornirmi i mezzi per gestire le emozioni.
Mi sono rivolta a due psicologi, ma non mi hanno convinto.
Poi pensavo di aver trovato la giusta psicologa e abbiamo fatto 4 sedute.
Le prime due sedute mi hanno dato speranza, forse perchè ero eccitata dal "nuovo".
Dalla quarta seduta, ha cominciato a domandare cose di cui io non mi sentivo a mio agio discutere o che consideravo futili.
Lei mi ha avvertito che non sarebbe stata sempre facile e che se già reagivo così alla quarta seduta, dopo massimo altre due, avrei abbandonato, perchè, parole sue, "non mi apro abbastanza e forse non sono pronta per la psicoterapia".
Di fronte ai miei silenzi o dubbi sul reale funzionamento della terapia, giustamente e lo sottolineo, mi dice che lei non è un farmaco e che se cerco l'immediato, devo prendermi il farmaco.
In due sedute ho acquistato consapevolezza di cose che non avevo realizzato e sono stata contenta di questo, ma ora che si va ad esplorare più a fondo, mi sento a disagio e penso sempre che un conto è prendere consapevolezza, un conto è imparare a gestire le emozioni, che è l'obiettivo che desidero raggiungere.
Non vedo come avere la consapevolezza dei miei traumi passati, mi aiuti a risolvere il problema del presente.
Io vivo male la mia ipersensibilità e desidero averne il pieno controllo.
Lei sostiene che non potrò realmente cambiare, ma che posso imparare a gestire.
Io ho forti dubbi, perchè desidero debellare una parte di me, quella del pianto.
Forse punto io troppo in alto, ma secondo voi è giusto sentirmi dire:"ognuno reagisce in modo diverso, tu reagisci con il pianto".
A cosa mi serve sapere l'ovvio?
Io non voglio questa parte di me e non cambio idea solo perchè è "normale".
Mi ha stupito sentirmi dire che potrei non essere pronta per la psicoterapia, anche perchè ho 25 anni e preferirei sentirmi dire che non fa per me e non che io non sia pronta.
Perchè, se non ora, quando?
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 578 66
Gentile utente,

attraverso un semplice consulto non è possibile rispondere alla Sua domanda
"La psicoterapia fa davvero al caso mio?" (titolo).

Riprendo alcune Sue frasi riferite alla psicoterapia:
"..Dalla quarta seduta, ha cominciato a domandare cose di cui io non mi sentivo a mio agio discutere o che consideravo futili..."
".. Non vedo come avere la consapevolezza dei miei traumi passati, mi aiuti a risolvere il problema del presente.."
".. Mi ha stupito sentirmi dire che potrei non essere pronta per la psicoterapia .."..
Nulla che non vada in tutto ciò, tecnicamente parlando.
Nel complesso però, sulla base di quanto Lei narra e del come lo narra, si potrebbe notare uno scarso coinvolgimento emozionale e una tendenza al controllo dell'esperienza psicoterapeutica. Se essi siano indice di elevate difese o altro non ci è dato sapere.
Naturalmente tutto ciò rappresenta una ipotetica valutazione tecnica - quella che Lei ci ha chiesto - non un giudizio sulla Sua persona.

Forse questa lettura La aiuterà a comprendere meglio e a vedere cosa succede dietro le quinte:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html .
Altrimenti le Sue domande possono somigliare a quelle di un paziente che sta facendo la laserterapia ad un ginocchio e ci va svogliatamente chiedendosi:
"Come vuoi che funzioni una semplice luce che si muove su e giù? Io non sento nulla.. A che mi serve?"
Affidarsi allo Specialista talvolta è necessario.
Per alcuni è già quello un passo importante frutto della psicoterapia.

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/