Insicurezza

Buongiorno.

34 anni donna alta 1.70 mt x 68 kg.

2 figli di 10 e 4 anni e un marito.

Sono affetta da fibromialgia.

È difficile spiegare per mail ma ci provo.
Sono sempre stata una persona abbastanza insicura a causa del Busto milwalkee che ho portato da 6 ai 13 anni.
Dopo di qst verso i 18 anni sn rifiorire mi sono sentita bellissima e con un bel fisico.
Pesavo sui 55 kg.
Poi sn arrivati i figli la seconda 4 anni fa con una gravidanza terribile passata quasi interamente a letto per problemi di placenta.
Dopo la gravidanza mi han diagnosticato la fibromialgia.
È dura xke sn sempre a casa h24 coi bimbi xke mio marito lavora distante.
Ho dei kg in più o meglio non sono tonica a causa anche della fibromialgia che mi impedisce di fare attività costante.

Mi ritrovo in famiglia ad essere critica e x famiglia intendo i miei genitori e mia nonna persone molto presenti nella mia vita.
Mi dicono che ho il sedere grande che devi smetterla di ingrassare... mi fanno sentire inadeguata fon qualsiasi vestito.
Sembra nn ci penso ma in realtà qst cs mi logora.
Ad ogni disprezzo rispondo insultando ma quando vado in giro e vedo uomini che mi guardano mi sento uno schifo...mi pare mi guardino x vedere la mia grossezza x disprezzarmi.
Ho smesso di truccarsi ed esco di casa trascurata al massimo xke non ho più lo stimolo.
x farlo.
avete dei consigli?
io se nn avessi pressioni esterne mi piaccio anche.
Rimpiango il fisico di una volta prima delle gravidanze xo nn mi sento pronta psicologicamente x una dieta.
Tutto qst mi genera ansia e non poca
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Dr.ssa Caterina Zanusso Psicologo, Psicoterapeuta 86 1
Gentile utente,
premetto che la sua storia mi è familiare in quanto lavoro da molti anni nel campo del sovrappeso e l'obesità (sono stata nell'equipe bariatrica dell'ospedale di Padova e di storie simili alla sua ne vedevo una decina al giorno), e con donne ipotiroidee e fibromialgiche. Detta questa premessa, prima di darle una qualsiasi risposta da "esperto" del campo, le chiedo qualcosa rispetto alla sua domanda: che tipo di consigli cerca? Se dal punto di vista prettamente comportamentale non sente che sia un buon momento per lei per fare una dieta (saggio da un lato, in quanto bisogna ascoltarsi perchè fare una dieta non è una banalità, ma bisogna distinguere tra scelta basata su una consapevolezza di sè e una scelta basata sul rimandare continuamente qualcosa che può farci stare bene perchè pieni di paura di essere inadeguati... e forse di perdere il cibo come compagno di tristezze o fonte di gratificazione), che tipo di consiglio vorrebbe? Mi pare di capire che allora forse lei già sottointenda, magari ad un basso livello di consapevolezza, che il punto non sta tanto nei kg in più..per quanto desideri, giustamente, di tornare a vedersi in una forma con cui stare bene. Quindi la esorto a seguire questo istinto e andare oltre..il peso è un sintomo, che a sua volta diventa una causa, in un circolo vizioso che va spezzato e per questo le dico che spesso serve aiuto.
Le butto qualche altra considerazione...Il non fare la dieta di cui parla può avere a che fare con le lenti di adeguatezza/inadeguatezza con cui sembra leggere tutto? Pare che lei non sia altro che adeguata o inadeguata rispetto qualcosa o qualcuno...ma che altro c'è dei lei come persona oltre a quest'unico binario di lettura? Ha sempre letto tutto in funzione di questo o è iniziato ad un certo punto?
Le cose pratiche per dimagrire probabilmente le sa, ossia attività fisica e dieta, quello che forse manca è un senso diverso a queste scelte, che non ha a che fare con gli uomini che la guardano, nè con i suoi parenti, nè con l'essere perfetta al primo tentativo senza fare fatica (nessuno ottiene niente senza fare fatica!). Interessante, inoltre, che invece di scegliere di spiegare ai suoi familiari più vicini come si sente, reagisce con rabbia. Badi bene non la sto giudicando per la rabbia, anzi la comprendo, perchè vanno a toccare un punto su cui soffre molto. E' la scelta automatica che compie di mettersi sulla difensiva, al di là della poca delicatezza e sensibilità che possono riservarle (ma nemmeno lei ha fatto almeno la sua parte per spiegare loro che soffre quando le dicono queste cose -poi agli altri sta la responsabilità del proprio 50% in una relazione-), che forse merita una riflessione. Tempo per sè, per avviare questa riflessione, mi pare ne abbia poco. Forse potrebbe partire da lì, dal prendersi, con tutta la fatica pratica ma soprattutto psicologica che può comportare, questo tempo, per percepirsi, per esistere. Le consiglierei un accompagnamento professionale in questo tempo e in queste riflessioni, perchè nella nebbia da soli spesso ci si perde.

Spero di esserle stata utile.
Dott.ssa Caterina Zanusso

Dr.ssa Caterina Zanusso - Psicologa Psicoterapeuta Padova e Skype
Cell: 347.1173841 Mail: zanusso.caterina@gmail.com
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