Psicologia

Affetta da sclerosi multipla remittente da 5 anni.

Fisicamente sto bene, ma quando mi capita un sintomo legato o meno alla patologia, vado in ansia e in ipocondria.

Attualmente ho dei fastidi a livello toracico, dolori, spasmi sporadici e di varia entità.
il vero problema è che già in passato mi è capitato e sono ricorsa dal cardiologo che confermò che il mio cuore è sano.
Infatti il neurologo mi diede xanax e stetti bene.
Ad oggi il fastidio è ritornato e siccome sono eccessivamente ansiosa ho ricontattato il mio neuro, mi ha riconfermato quanto in passato... ma la mia mente pur se lo sa e si fida mi ha indotto a chiedere se devo rivedere il cardiologo.
Lui assolutamente mi ha detto di no, anzi oltre allo xanax mi ha dato della parexina che però non ho preso.
Questa mia mania mi ha indotto qui a chiedere ai cardiologi illustrando tutta la situazione se fosse opportuno una visita cardiologica, ovviamente mi hanno riconfermato che quanto descritto non fa assolutamente parte di sintomatologia cardiaca.

Ora chiedo a voi psicologi... veramente la mente può far stare male il corpo in questo modo?

Come fare per uscire da questo tunnel?

Io non ho intenzione di assuefarmi ai farmaci, cerco di sopportare ogni cosa, ma il pensiero fisso del "fastidio" e che possa essere qlcs di grave (quasi rifiutando le risposte dei medici) e gli sbalzi di umore sono veramente devastanti...e mi rovinano le giornate.
Chiedo sostegno
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Dr. Andres Rivera Garcia Psicologo, Psicoterapeuta 173 5
Gentile utente grazie per aver scritto.
La mente può cambiare tutto, non è un'esagerazione, è proprio un dato di fatto.
Il potere del pensiero è qualcosa che molto spesso è determinante.
Attualmente se il suo neurologo le ha consigliato una terapia non vedo perché non approfittarne.
I farmaci, soprattutto quelli nuovi (credo intendesse la paroxetina con ''parexina''), sono estremamente efficaci nelle sintomatologie sul versante ansioso-depressive e per altro sono largamente utilizzati perché riducono veramente al minimo la possibilità di un effetto collaterale.
Ulteriormente non creano dipendenza quindi direi che lei attualmente può appoggiarsi a questa ''stampella'' se sente che la questione diventa troppo angosciante o invalidante nel quotidiano.
Parallelamente, magari, potrebbe iniziare un percorso con uno specialista psy e cercare di affrontare il problema alla sua radice.

Le auguro il meglio,

Dr Rivera Garcia Andrès,
San Benedetto del Tronto
Psicologo clinico, Psicoterapeuta

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dottore,
Provvederò innanzitutto alla psicoterapia, soprattutto perché lo devo alle mie figlie sono adolescenti e hanno bisogno della mia stabilità.Per il farmaco ci faccio un pensierino.
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