Ansia e relazioni

Buongiorno dottori,
Sono una ragazza di 24 anni.
Vi scrivo per chiedere aiuto riguardo a un meccanismo messo in atto nella relazione con il mio partner, con il quale sto insieme da un anno e mezzo.

Siamo una coppia molto sana dal punto di vista della fiducia e della comunicazione reciproca, ma uno dei nostri problemi principali è legato alla mia ansia.
Soffro di ipocondria e ansia generalizzata che mi porta spesso a limitarmi nella vita di tutti giorni, non riuscendo a fare cose spesso per altri molto semplici, soprattutto nel periodo invernale (il periodo estivo è generalmente meno problematico).

Ovviamente i miei problemi d’ansia influenzano la mia relazione, poiché spesso non riesco a fare ciò che il mio partner vorrebbe fare con me, e se lo faccio spesso non è senza difficoltà.
Lui porta pazienza, ma ovviamente ne risente in prima persona, e questo lo porta spesso a sentire un senso di pesantezza poiché desidererebbe riuscire a fare con me cose quotidiane con più semplicità.
Io da parte mia alterno momenti in cui mi sento in colpa per non riuscire a vivere la vita con semplicità, a momenti in cui mi arrabbio perché vorrei ricevere più supporto e accettazione da parte sua del mio problema.
Ci sono giorni in cui lui riesce con più facilità ad accettare le mie problematiche, ma comunque so che in generale è una situazione spesso pesante.
Lui alterna questo sentimento di pesantezza/ non accettazione del mio problema a momenti in cui invece si sente in colpa e si sente cattivo per non accettarlo più facilmente.

Entrambi non sappiamo come poter uscire da questo meccanismo che ci porta spesso a nutrire rabbia o tensione nei confronti dell’altro.

Io non capisco se il mio desiderare da lui un supporto maggiore sia indice di egoismo o una richiesta legittima.
Non so se sto esagerando io, o se sta esagerando lui, per questo mi rivolgo a voi per poter capire come superare un meccanismo così tossico per entrambi.
So che stare in una relazione con una persona che soffre d’ansia in maniera importante come me non deve essere semplice, dunque non so cosa sia legittimo richiedere da lui.

Grazie mille.

p.
s. Aggiungo che ho provato terapia in passato senza risultati, ma da poco tempo ho iniziato un nuovo percorso con una nuova specialista e spero di poter risolvere o perlomeno migliorare il mio problema, ma nel frattempo vorrei capire come superare questa situazione.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

se una patologia è incurabile e/o inguaribile, si chiede al/la partner di lavorare sull'accettazione.
Ma se è curabile, come è l'ansia se opportunamente trattata, perchè appesantire la relazione con richieste impegnative all'altro/a?

Nel caso dell'ansia l'abbinamento di psicoterapia e, eventualmente se necessario, di terapia farmacologica porta un buon esito.
Sempre che il/la paziente si attivi al massimo in ciascuno dei due percorsi paralleli.
Lo sta facendo?

Lei non specifica nè quale quale "terapia in passato senza risultati",
nè quale figura professionale sia "la nuova specialista" a cui accenna,
La invitiamo a completare al fine di porLa meglio orientare.

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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