Mia madre mi trasmette ansia e negatività

Buongiorno a tutti i cari Dottori di Medicitalia,
Mi trovo a dover chiedere un consulto per cominciare a gestire un problema annoso, in attesa di poter intraprendere un percorso terapeutico de visu (impossibilitato causa covid).

In questo periodo della mia vita sto affrontando degli importanti cambiamenti.
Convolerò a nozze con la mia compagna tra tre mesi; possibilmente concluderemo la compravendita di un immobile che per svariati motivi crediamo sia adatto alle nostre esigenze.
Se pensate che fino a 9 mesi fa, pur avendo in mente ogni passaggio, non avevo nemmeno chiesto di sposarla capirete quanto velocemente, seppure solo formalmente, le cose mutino.

Io ho un tratto di personalità fortemente ansioso, che mi deriva dal mio ramo materno.
Da bambino ho sofferto di ansia abbandonica; il divorzio dei miei genitori quando avevo dieci anni, con tutte le recriminazioni che ne sono seguite, ha avuto influenze significative e getta un'ombra che mi sforzo di allontanare sull'amore per la mia futura moglie e sui nostri progetti di vita, agitandomi davanti lo spettro del fallimento.
L'impegno anche economico del mutuo non appare trascurabile ed anzi concorre all'aumento generale dell'ansia.

In questo frangente mia madre si inserisce nella mia vita come l'alter ego degli angoli più oscuri della mia coscienza, i più negativi, nonché i più ansiosi.
Ogni volta che le parlo privatamente, mi vomita addosso i suoi dubbi su tutto, sull'opportunità di acquistare casa e indebitarmi come sulla presunta (e assolutamente non comprovata) invadenza di mia suocera, come sulla minore attitudine della mia futura moglie al risparmio etc etc, per non parlare del 'e se casomai vi divorziate' etc etc.

Io riconosco a mia madre il ruolo di una guardiana che deve appunto mettermi in guardia dai pericoli.
Il punto è che per mia madre, persona dominata dall'ansia, esistono solo pericoli.
Il peggio è che io ho lei dentro di me: tutti i suoi dubbi li avevo già sollevati e vagliati in autonomia, analizzati e superati in maniera sana.
Il suo costante riproporli mi precipita però nuovamente nella preoccupazione con la facilità di cui le madri sono capaci.

Ho tentato il più possibile in questi anni di parlarle il meno possibile della mia vita, e gliene parlo solo quando mi serve di pensar male per sfruttare il suo talento nel prevenire i danni.
Ma tutto questo è estremamente logorante per me e per la mia sanità mentale.

Quando mi parla, lei parla direttamente alle mie paure più profonde e meno arginabili, pizzicando istintivamente corde negative che risuonano fortemente, seppure ormai tra me e me risolte, con atti di fiducia nella mia partner o con ragionamenti logici e lineari.
Di conseguenza, parlare con lei mi rende istintivamente nervoso, sfiduciato, pessimista.
E ripercuoto spesso la cosa sulla mia partner che giustamente non capisce il mio umore.
Non voglio vivere il rapporto matrimoniale sentendomi incatenato dalle ansie che mia madre ha il potere di scatenare.
Che soluzioni ho?
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Dr. Vincenzo Cosentino Psicologo 204 12 1
Buonasera,
Da ciò che ha scritto noto che è prossimo ad un cambiamento importante.
In particolare sta attraversando una fase importante quanto complessa come la creazione di un nuovo nucleo familiare.
In questa fase possono tornare alla luce vecchie dinamiche familiari che condizionano in qualche maniera le sue abitudini e il suo modo di essere.
Non per questo però bisogna perdere fiducia, perché probabilmente i dubbi che insorgono nei dialoghi tra lei e sua madre, sono frutto di un'esperienza spiacevole che ha attraversato lei nelle relazioni di coppia. Infatti non a caso le chiede come si comporterebbe in caso di divorzio.
Ogni coppia è comunque diversa e le scelte che farà con sua moglie le permetteranno di decidere come vivere la sua nuova routine.
Ad ogni modo deve anche considerare che le sue paure, non sono comunque irrazionali, ma che sono consequenziali alle scelte che sta effettuando e che comportano responsabilità. Ma allo stesso tempo ciò non significa che avrà dei risultati negativi, è soltanto una conseguenza dovuta al periodo di cambiamento.

Dr. Vincenzo Cosentino - Psicologo
In sede e online
www.psicologocosentino.it

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