Ricaduta ansiosa?

Buongiorno a tutti e buona domenica.

Torno a scrivere su questo sito per avere una delucidazione riguardo la mia situazione.
Inizio col dire che in seguito a due attacchi di panico ho deciso di farmi aiutare da uno psicoterapeuta (che è anche psichiatra) a superare l'ansia generalizzata e l'eccessiva ipocondriaca che si erano sviluppate.
Ho iniziato il percorso di psicoterapia a giugno dell'anno scorso, ho trascorso periodi davvero brutti, ma mi sono impegnata a riprendere ad uscire, a porre fine all'ipocondria che mi stava distruggendo e a migliorare il mio stato generale.
Dopo un anno di psicoterapia cognitivo-comportamentale e aiutata dall'assunzione di Xanax al bisogno, iniziavo a stare molto meglio e ad avere una giornata tutto sommato "normale".
Ero molto fiera e orgogliosa di me e del mio cambiamento.


Venendo al dunque, una ventina di giorni fa ho iniziato ad avere degli episodi che, a detta del mio psicoterapeuta, sono da ricollegarsi alla dissociazione, di cui non mi sembra di averne mai sofferto.
Mi ha rassicurata che è una condizione normalissima e che passerà.
Il problema è che dopo più di 20 giorni questi episodi continuano ad esserci, ripetuti per anche tutta la giornata e anche più forti di prima.
Negli ultimi giorni è ricomparsa la tachicardia associata o meno a questi fenomeni di dissociazione: ho un bracciale al polso che segna costantemente più di 100 battiti.
Inizio ad avere meno appetito e talvolta nausea (il ché è in problema visto che a causa dell'ansia ho già perso 8 chili e sono quasi sottopeso).
Ma il problema principale rimangono i pensieri: ho costantemente paura di rivivere ciò che ho avuto l'anno scorso, paura di riavere un attacco di panico, paura di non riuscire più ad avere la vita "normale" che stavo cercando di riprendermi, paura di passare un'altra estate in casa, sul letto a piangere...

Scrivo a voi perché purtroppo il mio psicoterapeuta è in ferie e non riuscirò a vederlo prima di inizio luglio e, purtroppo, tutto questo è ricomparso il giorno dopo l'ultimo incontro.


Ho paura di avere una ricaduta e ho bisogno, anche se a distanza, di avere una rassicurazione o comunque un confronto, positivo o negativo che sia.
Cosa posso fare per non farmi prendere da questi pensieri e continuare con i miei progressi? E a tal proposito, è normale che fenomeni di questo tipo si presentino ora che la situazione sembrava essere ben gestita e quasi sparita?
Purtroppo la dissociazione non riesco sempre a gestirla e mi sembra di impazzire o non avere lucidità...

Ringrazio tutti per le eventuali risposte.
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> ho un bracciale al polso che segna costantemente più di 100 battiti

Se fossi il suo terapeuta, la prima cosa che le prescriverei è toglierlo. Continuare a portarsi dietro il bracciale, come la proverbiale coperta di Linus, è un modo per continuare a etichettarsi da sola come un'ansiosa.

Se i sintomi sono ancora presenti può significare due cose: o che sta ancora evitando e quindi non si sta esponendo a sufficienza, oppure che lei è molto resistente. In entrambi i casi è con il suo terapeuta che deve risolvere, non chiedendo "consigli" appena lui si allontana per pochi giorni. Altrimenti anche questa è un modo per cercare rassicurazioni, come portare il bracciale.

E la ricerca di rassicurazioni è di solito la prima cosa da interrompere in ogni disturbo d'ansia.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
dopo
Attivo dal 2021 al 2022
Ex utente
Gentile dottore,
Innanzitutto grazie per la risposta.

Per quanto riguarda l'orologio al polso, mi è stato regalato perché pratico sport ed è proprio uno di quei bracciali che usano gli sportivi e che desideravo tanto. Il fatto che conti anche i battiti non mi crea ansia (per fortuna aggiungerei), nel senso che leggere 100 o più bpm non mi rassicura né mi preoccupa ma capisco il suo ragionamento e mi ha fatto anche riflettere. Evidentemente sono ancora ancorata al controllo del battito, altrimenti non l'avrei neanche menzionato nel messaggio precedente e questa cosa potrebbe alimentare, anche involontariamente, il mio disturbo. Seguirò il suo consiglio e lo toglierò!

Per quanto riguarda invece l'evitamento, mi sento di confermare che non ho più evitato. Ho cercato di affrontare sempre le situazioni che mi creavano ansia (nei casi più gravi assumendo Xanax) e per fortuna sono infatti riuscita a passare, ad esempio,dalla paura di uscire per andare al supermercato anche in compagnia all'andare tranquillamente e senza ansia in un centro commerciale affollato anche da sola. Per cui ho fatto molti progressi di cui vado fiera in questo anno di terapia e non ho più evitato le situazioni. L'ansia è certamente ancora presente in alcuni momenti (prima di un'uscita più impegnativa, prima di un evento) ma questo comunque non mi preoccupa e affronto comunque tutto.

È per questo motivo che sono rimasta perplessa sul presentarsi di questa dissociazione. Ripeto che stavo bene da mesi e non avevo più somatizzazioni da molto tempo, se non qualcuna poco prima di fare qualcosa di più impegnativo. All'inizio (3 settimane fa, quando sono iniziate) la dissociazione neanche mi preoccupava perché erano solo brevi fenomeni ed ero sicura che sarebbero passati, ma ora, dopo 3 settimane si sono intensificati e aumentati in numero e non riesco a capacitarmi del motivo, tutto qui. È come un fulmine a ciel sereno che mi fa temere una ricaduta e un riprendere di tutto ciò che ho già avuto l'anno scorso.

Mi viene in mente solo una possibile spiegazione, non so se sciocca o meno: sono laureata da poco e mi trovo in un periodo di stallo in cui non studio e non lavoro e mi annoio molto. Potrebbe essere la noia? I miei amici e fidanzato sono tutti in sessione d'esame per cui esco veramente poco. Inoltre, in psicoterapia ho da poco raggiunto i vecchi obiettivi prefissati per cui abbiamo iniziato ad affrontare un nuovo argomento per raggiungere nuovi obiettivi: potrebbe essere che il cacciare una nuova "problematica" e affrontarla possa portarmi inconsapevolmente ad essere più ansiosa e quindi alla dissociazione?

Mi rendo conto da sola che questo messaggio è pieno di ansia perché cerco rassicurazioni per la mia attuale situazione ma fondamentalmente è perché questa dissociazione non l'ho mai avuta prima e non so come gestirla e, temendo molto una ricaduta, vorrei fare chiarezza e capire se può rientrare nelle fasi di guarigione dal disturbo.

Grazie ancora per la risposta e per il suggerimento riguardo il bracciale!
[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Potrebbe essere la noia?

L'ozio è il padre dei vizi, dice un vecchio proverbio. Ozio non solo come prigrizia, ma anche inattività. E vizi può benissimo significare ossessionarsi da soli.

Per quanto riguarda la dissociazione essa può essere un sintomo d'ansia, possiamo dire sul versante somatico.

L'ansia è mutevole e può manifestarsi in molti modi diversi. La sconfiggi in una e lei si ripresenta sotto altra forma. E allora è necessario armarsi di pazienza e affrontare anche quella.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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[#4]
dopo
Attivo dal 2021 al 2022
Ex utente
Allora prendo questa situazione come un periodo passeggero cercando di non catastrofizzare troppo. Credo che faccia parte del percorso avere qualche periodo no/ricaduta. Insomma, mi metto l'anima in pace anche stavolta e cerco di occuparmi invece che preoccuparmi!
Grazie per le risposte
Buon lavoro!
[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Prego, buona serata

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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