Non riesco ad affrontare il fallimento del matrimonio

Buongiorno a tutti
Dopo 11 anni di matrimonio sto attraversando una profonda crisi con mia moglie (avevo già richiesto un consulto in merito), nel frattempo ho intrapreso un percorso individuale con un vs collega, sottolineo individuale perché l'idea iniziale era quella di intraprendere un percorso di coppia che io stesso avevo proposto, a cui poi mi sono "sottratto" poiché ho pensato che fosse più utile per me che ad entrambi.
Ho iniziato da poco i consulti, quindi sono ancora nella fase in cui sto parlando di tutta la mia vita, ma più vado avanti e più la situazione peggiora.
Credo di non essere più innamorato di mia moglie e sono arrivato al punto che stare in casa con lei mi crea ansia, soprattutto per via del fatto che lei soffre nel vedermi così e io non trovo le forze per cercare di migliorare la situazione.
Come specificato nell'altro post, nel frattempo ho conosciuto un'altra donna (ero già in crisi con mia moglie), alla quale però non ho avuto il coraggio di dirle che sono sposato e non trovo il coraggio neppure di parlargliene al passato, come se fossi già separato, non l'ho fatto fin dall'inizio perché sinceramente non pensavo di arrivare a provare qualcosa verso questa donna, il tutto era nato con una semplice amicizia, ma ora mi sembra di sprofondare negli inferi, mi sento un mostro nei confronti di entrambe.
Da una parte c'è mia moglie, con la quale sono in crisi da un paio d'anni, ho paura di non riuscire a provare più nulla per lei se non affetto e stima per la donna che è, perché non mi ha mai fatto mancare nulla...anzi, ma non accetto l'idea di separarmi per fare i conti con il fallimento del matrimonio, so che dovrei pensare al mio benessere, ma penso a tutto il contorno (reazione di famiglie e amici, beni in comune ecc.
), anche se "fortunatamente" non abbiamo figli.
Dall'altra c'è questa donna che non comprende come sia possibile non riuscire a frequentarsi maggiormente (non è della mia stessa città) e il fatto che io sia "fermo" in attesa di un evoluzione del rapporto che io stesso non cerco.
Il problema è che io mi sento così in colpa nei confronti di mia moglie che mi ha sempre dato tutto, indipendentemente dal fatto che ci sia un'altra donna o meno, anche perché onestamente non riesco a vedere futuro con quest'ultima, in quanto inevitabilmente arriverebbe il momento in cui io dovrei confessare di essere stato sposato e non credo che lo accetterebbe...anzi (giustamente) si allontanerebbe iniziando a dubitare fortemente di me.
Io ho dovuto chiudere la mia attività a causa del COVID e attualmente a livello economico non sono messo benissimo, la casa è di mia moglie, l'auto pure e tutto il resto, in un certo senso mi sento anche "vincolato" perché non saprei come ripartire.
Sto cercando disperatamente di uscire da questo tunnel che non solo fa stare malissimo me, ma anche tutte le persone che mi vogliono bene, famiglia e amici compresi perché sono sempre nervoso e ansioso anche in loro presenza.
Aiuto!
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Gentile utente,

quando riceviamo una lettera accorata come la Sua da parte di persone che già sono dentro un percorso psicologico ci chiediamo sempre quale sia il motivo per il quale scrivono anche a noi che non le conosciamo, pur avendo a disposizione un* Professionista che le conosce in presenza.
.Forse la relazione terapeutica con la curante non è soddisfacente?
.Forse il metodo utilizzato della stessa non è efficace perché parte da troppo lontano anzichè dall'oggi, e l* scrivente non ha il coraggio di parlarne in presenza?
.Forse la Collega che La segue non è specializzata in psicoterapia della famiglia, e dunque si trova in difficoltà a gestire una situazione così spinosa?

Dispiace sentirLa imprigionato in una situazione senza via d'uscita,
sia dal punto di vista affettivo, che economico, che degli inganni.

Noi dalla nostra postazione online non possiamo mettere in atto una reale presa in carico, ovviamente. Il nostro compito (secondo le Linee guida del Servizio) è di fornire un orientamento che Lei possa "spendere" nella vita reale, ed è questo:
.parli francamente con la Sua Psicologa (auspico sia anche Psicoterapeuta, per poter curare),
.le chieda del metodo che userete o che state usando,
.concordate degli obiettivi,
.se ha maturato la confidenza necessaria, prendete in considerazione l'ipotesi di cambiare approccio.
.Potrebbe utilizzare il "Bonus psicoterapia gratuita" nel caso il Suo reddito sia inferiore a E 50 000 annue: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/9005-importante-bonus-psicoterapia-gratuita-anche-per-il-2023.html .

Cari saluti.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Dr. Mariateresa Di Taranto Psicologo 157 17 3
Gentile utente,

comprendo il dolore che la affligge.
Vorrei provare a fare ciò che è in mio potere, in questa sede, per aiutarla. Ciò che posso fare é offrirle un'altra prospettiva da cui guardare le cose.
La parola fallimento, la getta ancor più nello sconforto e nella desolazione.

Fallimento, infatti, è una parola carica di significati negativi, che risuona come una sentenza definitiva, un giudizio irrevocabile.
Provi a sostituire la parola fallimento con la parola interruzione, in quanto le parole che utilizziamo per descrivere le situazioni che viviamo, ci rimandano una rappresentazione di noi stessi. E' facile, infatti, fare il passaggio nella propria mente da "ho fallito" a "sono un fallito"; anche per questo la inviterei a considerare la lettura alternativa che le sto proponendo e a prendere in considerazione l'idea di sostituire i termini che usa, con altri meno giudicanti e negativi.

E' comprensibile che dopo 11 anni sia così doloroso vivere una crisi di coppia. E' molto comune attraversare dei momenti di crisi in una coppia, dopo diversi anni, per molte ragioni, tra le quali l'abitudine, la mancanza di dialogo, le proprie difficoltà personali, che a volte, inevitabilmente si riversano sul partner e molte altre.
La crisi tuttavia, costituisce un'importante occasione per capire e crescere e, nel suo caso, può condurla ad un'unione più solida con sua moglie o ad una separazione definitiva, che lei potrà elaborare e superare.

Ha fatto bene a rivolgersi ad un professionista, tuttavia io credo che non si debba mai partire dal presupposto che se si attraversa un problema di coppia, la responsabilità, sia solo di una persona.
Come nota ho usato il termine responsabilità e non colpa, e l'ho fatto volutamente, perché ritengo che non ci si debba dare delle colpe, in quanto la colpa è un dolore insopprimibile, che si appiccica alla propria persona; va nella direzione della condanna, mentre la responsabilità, anche se può far paura perché ci chiama a rispondere delle nostre azioni e dei nostri comportamenti, si può affacciare sulla comprensione.

Perché dunque si è "sottratto" alla terapia di coppia?
Ci rifletta bene. E' forse abituato ad addossarsi tutte le responsabilità?

Per quanto riguarda il percorso che sta facendo, mi spiace che stia avendo l'impressione di un peggioramento, ma la inviterei a parlarne in seduta e a considerare l'ipotesi che tale percorso non segua una linearità. Cioè, segue delle oscillazioni naturali in base alla sua persona, alla relazione terapeutica e a molti altri fattori; di conseguenza, non è escluso che a breve possa percepire un miglioramento.

Io le suggerirei di valutare l'ipotesi di parlare con questa donna che frequenta, raccontandole della sua situazione attuale e spiegandole i motivi che l'hanno indotta a tacere, dicendo ciò che ha scritto qui.
La inviterei comunque, anziché a giudicarsi per non averglielo detto, a riflettere e a parlare in seduta sulle motivazioni profonde che l'hanno indotta a tacere.
Forse sentirebbe di diventare indesiderabile mostrando all'altro delle parti di sé e della sua vita?

Una relazione si fonda sulla conoscenza e sull'accettazione reciproca. Lei è questo, e lo è anche per quel che è stato o ha vissuto.
Non lo rinneghi mai, per nessuno.

Ci sono molte questioni su cui intervenire e credo sia importate che ne parli in seduta, magari anche mostrando allo psicologo il suo messaggio.

Che lavoro fa? Capisco che sia difficile ripartire; la pandemia tra l'altro ha messo molte persone in difficoltà. Anche su questo, credo che pian piano, con un po' di impegno, potrà ricominciare. Abbia fiducia e con un po' di aiuto, potrà rimettere a posto i pezzi della sua vita.

Non si preoccupi, queste situazioni così dolorose hanno una fine.
Lei ora sta attraversando un momento di grande vulnerabilità e sofferenza, ma pian piano, riuscirà a vedere la luce dal tunnel nel quale sente di essere intrappolato.
Non esistono tunnel o strade senza uscita, glielo assicuro.

Può darsi che l'uscita sia ritornare con sua moglie, frequentare questa donna, stare solo e affacciarsi su nuove possibilità; fare il lavoro che già faceva o cambiarlo.
In ogni caso, l'uscita c'è.

Qualsiasi cosa scelga, dovrà farlo nel rispetto di quello che prova, libero per quanto possibile, da sensi di colpa, di inadeguatezza, paure.

Le consiglierei comunque, di prendere in considerazione la terapia di coppia, prima di fare una scelta così importante. Questo lo deve alla sua compagna, ma soprattutto a se stesso.

Auguri di cuore.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it

[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> non accetto l'idea di separarmi per fare i conti con il fallimento del matrimonio

È possibile che non sia tanto l'idea del fallimento a preoccuparla, quanto il fatto che sente sua moglie come sua e quindi non vuole lasciarla andare. Del resto lei stesso riconosce di sentirsi ancora legato a lei, sia pure con sentimenti di affetto e amicizia. Per un uomo lasciare la propria donna può essere difficilissimo, anche se nel frattempo ne ha conosciuta un'altra. Può sembrare un sentimento ingiusto, può sembrare puro egoismo e infatti è così. La natura non è fondamentalmente giusta, dopotutto.

Anche la difficoltà della situazione economica contribuisce attivamente a farla restare nella sua zona di comfort. Perciò io ripartirei proprio da qui: si ricostruisca una sua indipendenza materiale ed economica. Diventando più sicuro di se stesso, sarà più in grado di capire cosa vuole.

Se nell'attuale terapia si sta sentendo peggio, questo non è un buon segno. Ne parli con il suo terapeuta e consideri eventualmente di chiedere un secondo parere, magari a un terapeuta che usi un approccio più direttivo e che le dia chiaramente delle indicazioni su cosa fare o non fare.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie a tutti per le risposte che mi avete dato. Ci tengo a precisare che con il mio psicoterapeuta è "solo" la quarta volta che ci vediamo, ma i primi 3 incontri sono stati volti a capire che tipo di approccio usare, nel frattempo ovviamente la mia vita sta andando avanti (con le stesse problematiche), ma non attribuirei dubbi al percorso, penso sia prematuro farlo.
Devo dire che il commento della Dott.ssa Mariateresa Di Taranto, mi ha fatto persino commuovere, al di la del fatto che sono una persona molto sensibile di mio, in questo momento particolare, ha toccato delle corde che fino ad ora nessuno ha fatto, cogliendo sfumature che all'interno della mia richiesta non ho neppure scritto.
Purtroppo io attualmente mi ritrovo in un limbo, come dicevo, non riesco ad accettare di "buttare via" (estremizzo il concetto) tutto ciò che ho costruito con mia moglie finora e pensando al suo benessere, anche perché non merita tutto ciò che sta vivendo. Inoltre per essere estremamente sincero, anche per paura dei giudizi esterni e allontanamenti da parte di amici (che sono tutti in comune) e parenti.
Dall'altre parte c'è l'altra donna, la quale sono convinto non accetterebbe mai questa mia situazione, soprattutto per il fatto di avergliela nascosta finora e in tutto ciò non saprei come poterla tenere "vicina" e neppure come "allontanarla" dalla mia vita dal momento che lei stessa ha dichiarato di volermi nella sua vita in ogni caso, anche con un solo rapporto di amicizia, perché ha bisogno di persone come me a fianco e penso che il problema principale per il quale non accetti la mia condizione una volta esposta, sia anche per il fatto che probabilmente le piace la persona che crede che io sia e non quella che sono realmente, perché avergli nascosto tutto ciò comprometterebbe tutta la mia sincerità (giustamente) :( Non sono un fan del "ghosting", quindi sparire nel nulla nei suoi confronti non è una possibilità e per quanto sia più semplice per me per togliermela dalla testa definitivamente, non lo trovo corretto per nulla verso una persona che sta investendo su di me. Cerco di riassumere tutto ciò che provo in queste righe, ma mi viene davvero difficile e a volte qualche concetto faccio anche fatica ad esporlo in maniera corretta, facendomi magari fraintendere, oltretutto sono anche parecchio introverso e questo non mi aiuta di certo. Grazie
[#5]
Dr. Mariateresa Di Taranto Psicologo 157 17 3
La ringrazio di cuore per i complimenti e la valutazione.
Sono felice di aver toccato queste sue corde e soprattutto di averla aiutata, anche in piccola parte, per quel che è stato possibile fare in questa sede, a guardare le cose da un'altra prospettiva, offrendole magari spunti di riflessione.

Queste corde che ho toccato, sono dentro di lei, e potrà farne udire la melodia a chi vorrà, come potrà mostrare la sua sensibilità.
Penso di comprendere il limbo di cui parla: un posto indefinito dove tutto appare vago, sospeso, incerto. E anche la paura di "buttare" via tutto.
Ancora però non ha "buttato" via nulla; è tutto nelle sue mani, nelle vostre mani.
Si può recuperare; le relazioni sono caratterizzate anche da rotture a cui possono seguire riparazioni.
E se non si dovesse recuperare, non avrà buttato nulla comunque. Avrà vissuto, avrà amato, avrà conservato ricordi ed imparato.

Fa bene a pensare a quel che merita sua moglie; credo che nessuno meriti il dolore, ma non trascuri mai ciò che merita lei.

Sembrerebbe che abbia paura che questa donna decida di andarsene, ma anche di restare.
Forse è spaventato a prescindere, da qualsiasi alternativa possibile.
Ne parli in seduta di ciò e potrà fare chiarezza dentro di sé ed eventualmente prendere in considerazione l'idea di parlare sia con sua moglie che con questa donna, con sincerità, per cominciare a mettere a posto i pezzi sparsi; spiegando sia all'una che all'altra le sue motivazioni.

Questa donna, comunque, al di là di ciò che lei le ha taciuto, ha probabilmente trovato in lei (scrivente) qualcosa, per voler restare ad ogni costo nella sua vita. Qualcosa che lei, in questo momento, non riesce a vedere di sé stesso, ma che pian piano, magari con l'aiuto di questo psicoterapeuta, vedrà.

Sul giudizio della gente, non le dirò che non deve interessarsene, perché sarebbe facile da dire e difficile da applicare e poi credo che a tutti interessi il parere degli altri.
Bisogna solo imparare a relativizzarlo, partendo dal presupposto che l'unica persona con la quale trascorreremo il resto della vita siamo noi, quindi prima di tutto dobbiamo essere sinceri e fedeli a noi stessi.
E poi, se non riusciamo ad intervenire sulla nostra percezione di inadeguatezza, dovremmo provare ad intervenire sulla nostra percezione di grandezza, prendendo consapevolezza che gli altri, purtroppo e per fortuna, ci danno meno importanza di quello che pensiamo. Questo, se da un lato a volte ci fa sentire un po' più soli, dall'altro può, in un certo senso, renderci un po' più liberi. Liberi di fare le nostre scelte, di vivere la nostra vita.

Per quanto riguarda l'eventuale allontanamento di amici e parenti, non è sicuro che succederà; le persone possono anche sorprendere oltre che deludere.
E poi potrebbe essere un'occasione per scoprire quali sono le persone che le restano accanto perché vogliono stare con lei, indipendentemente da tutto.
Adesso o tra un po', ci saranno amici e amori, nuovi o vecchi.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Gentile utente,

Grazie del gradito apprezzamento.

Eppure, come dicevo nella prima risposta a questo consulto, non credo che la *luce* sul Suo problema stia in un consulto online, per quanto tutt* noi Le abbiamo risposto accuratamente, con la mente e il cuore professionali.
Al contrario, potrebbe trovare le nostre risposte pericolosamente più attrattive che non quelle del suo Psicoterapeuta.
Se così fosse, dato che qui non può avvenire una reale presa in carico di chi scrive, risulteremmo confusivi nei confronti del percorso che Lei ha iniziato.

Come mai potrebbe succedere ciò?

Lo Psicoterapeuta reale interagisce *concretamente* vis-à-vis con Lei in ogni singola seduta; e dunque con il Lei reale, con le Sue difficoltà e resistenze.
Noi qui invece abbiamo unicamente le Sue parole scritte e quello che noi professionalmente ipotizziamo e immaginiamo:
su di Lei,
sulla moglie,
sull'altra.
Sulla base di pochi...indizi potremmo arbitrariamente fare delle ipotesi, dare indicazioni.
E ciò non va bene, dato che ".. il consulto online in nessun modo può sostituirsi all'operato dello specialista di fiducia" Linee guida del servizio).

Nel concludere il consulto,
ben consapevoli che possiamo esserLe tornat* utili,
- e ne siamo molto liet* -
La invitiamo a centrarsi sulla vita concreta.
Eventualmente facendo leggere questo nostro carteggio al Suo Psicoterapeuta, che ne trarrà sicuramente spunti utili al Vostro percorso in presenza.

Cari saluti.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/