Cardiofobia

Buongiorno dottori,
Ho 21 anni, una fidanzata da 3 anni, amici, studio scienze infermieristiche, ho sempre vissuto una vita normale e abbastanza soddisfacente.

Volevo raccontarvi la mia storia nella speranza che possiate aiutarmi, e magari spiegarmi un paio di cose.

Tutto é iniziato a ottobre 2022 quando in un centro commerciale ho avuto giramenti di testa, sudorazione fredda e sensazione di svenimento.

Arrivato a casa per la prima volta nella mia vita nel panico più totale, la sensazione non passava e così scoppiando a piangere forse dal terrore o forse il mio subconscio riferisco a mia mamma di voler parlare con uno psicologo poiché non potevo vivere così.

Mia mamma allora contatta uno psicoanalista con cui inizio sedute regolari, settimanali e bisettimanali.

Da quel giorno piano piano in crescendo é stato un susseguirsi di terrori legati alla mia salute fisica, incentrati principalmente sul cuore e sul timore di un arresto cardiaco o qualsiasi malattia cardiovascolare che mi hanno portato 2 volte in ps dove ho anche
Effettuato una visita psichiatrica che non ha segnalato nulla se non una forte ansia con sfondo ipocondriaco, con possibili attacchi di panico.

Ho fatto tutti gli esami del sangue possibili, urine e feci, nulla da segnalare.

Nel giro di qualche mese ho fatto 2 Holter, un ecocolordoppler cardiaco, 4 ECG a riposo, e anche li nulla da segnalare se non qualche extrasistola sporadica.

A marzo 2022 ho fatto anche una prova da sforzo per l’atletica leggera e mi hanno dato L’abilitazione.

ora assumo citalopram 20mg 1cp die da un mesetto e le sensazioni sono migliorate e si sono affievolite.

Capitano meno frequentemente, ma quando capitano sono intensi.

Io percepisco il cuore che sembra fermarsi, vertigini, sudorazioni fredde.

é brutto e spesso invalidante.

A volte il pensiero senza che io lo comandi va a parare nelle malattie cardiovascolari, negli arresti cardiaci, e li mi angoscio molto.

Dottori io non sono mai stato così, sono sempre stato solare, allegro, menefreghista nei confronti delle malattie, rimango stupito di come la mia mente si sia potuta trasformare.

A marzo ho subito un’operazione, e nel mese in cui non ho visto lo psicoanalista mi è sembrato stare meglio, é normale?

Inoltre leggo di "promesse guarigioni in 10 sedute", io sono in cura da ottobre e mi sembra che abbia fatto più il citalopram che la terapia.

Forse é lo specialista sbagliato?

Reputate possibile che a un certo punto per qualche ragione una persona cambi così radicalmente?
A me manca il vecchio me, ci soffro per questo.

Sono migliorato molto, ma resto ancora molto frustrato e spesso timoroso, senza averne le ragioni dato che c’è un’evidenza che dice che sono sano.

Cosa manca per una guarigione?
Ogni tanto me lo chiedo, speravo che voi mi poteste aiutare.

Grazie in anticipo, alle volte anche solo un confronto é utile, e scusate per la pergamena che ho scritto.
[#1]
Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 372 4
Buonasera,


Una delle premesse più importanti nella psicanalisi è che questo genere di materiale non finisca fuori dalla seduta, questi timori hanno valore ed evadendoli in terapia si rallentano i lavori

Ciò premesso, scrive che rivuole il vecchio sé e teme per il suo cuore; questo è il modo con cui la sua mente sta rappresentando il vero problema che, invece, è inconscio ed andrà pian piano affrontato

Comunichi al suo terapista che ha chiesto a noi cosicché possiate procedere più speditamente nel percorso

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[#2]
dopo
Utente
Utente
Dottore grazie mille per la risposta celere,
Quindi lei crede che un recupero totale sia possibile?
Io ho comunicato i miei timori al terapista, ma lui sembra più improntato alla mia vita e al mio passato nonché ai miei pensieri, non alle mie paure e ai miei attacchi di panico.
Il problema é che io resto con un pensiero che a tratti definirei fobico, che mi condiziona le giornate e la cui natura non riesco a comprenderla.
É stato difficilissimo accettare che non sia niente di natura fisica, e a volte ancora ricasco nel problema, ma non riesco a capire la natura del problema, a maggior ragione quando un problema nuovo, e a parer mio abbastanza serio, si manifesta in maniera fulminea ed esponenziale nel tempo, uno sprovveduto non del mestiere come me andrà sempre a pensare all’organico e non allo psichico.
[#3]
Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 372 4
Se vita e passato sono argomenti di cui non vuole parlare mentre i suoi sintomi lo sono, allora nessuna sorpresa che il terapista si comporti così: i temi che lei insiste a ripetere rappresentano il meccanismo di difesa, ne riesce a parlare proprio perché sono le "scuse" che la sua mente usa per non affrontare i veri problemi; al contrario, ciò di cui non parla evidentemente si associa ad emozioni che ha bisogno di risolvere e comprendere per arrivare alla fonte del suo problema

Il terapista sta lavorando bene, ovvero sta mettendo in frustrazione le sue ripetizioni per cercare di indurre in lei dei cambiamenti

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