Pensieri suicidi

Salve,
vi contatto perché mi trovo in un momento molto difficile e vorrei capire eventualmente come agire.

Sono un uomo di 38 anni, non ho al momento una partner ne ho figli.
Sono laureato e svolgo una libera professione in campo artistico.

Gli ultimi anni per me sono stati parecchio difficili.
Vivo in una capitale del nord Europa da ormai parecchi anni, sono ambientato e sono considerato un professionista stimato nel mio lavoro, anche se sto riscontrando molte difficoltà ad arrivare al livello che ho sempre sognato.

Provengo da una situazione familiare complessa.
I miei genitori mi hanno avuto appena maggiorenni.

Sono stati insieme per 7 anni, in cui mio padre era spesso violento, sia fisicamente che verbalmente.
Picchiava mia madre, e abusava di lei psicologicamente.

Quando ha iniziato a picchiare anche me, lei lo ha lasciato.
Io sono cresciuto con lei, i miei nonni hanno fatto quello che hanno potuto per aiutare.
Ho provato negli anni, ad avere un rapporto decente con mio padre, ma senza successo.
Nonostante io gli abbia fatto capire che avrei avuto bisogno della sua vicinanza, non si è interessato quasi a niente di ciò che mi riguarda.

Nel corso degli anni mi ha dato un po' di aiuto economico per i miei studi, ma non molto più di questo.
Mia madre nel frattempo si é risposata.
Io ho un rapporto decente con suo marito, ma ho sempre avuto la sensazione che in realtà lui mi odi: perché non sono suo figlio, perché la mia presenza ha impedito a loro come coppia di non avere altri figli e perché ha dovuto aiutare mia madre con i miei studi universitari.

Recentemente mio padre mi ha detto che per lui sono una delusione come persona e che non vuole più avere a che fare con me.
Mia madre mi ha quindi detto la verità, ovvero che mio padre è gay, che sta con altro uomo ormai da tempo.
L'ultima volta che ci siamo incrociati ha fatto finta di non conoscermi.

Io non avrei alcun problema a dire il vero, mi sta a cuore solo la sua felicità, non importa se con una donna o un uomo, che differenza fa?
In seguito a una lunga malattia di mia nonna ormai in fin di vita, praticamente mia madre si occupa solo di lei, praticamente non le importa quasi più niente di me.

Io mi sento un fallimento totale, come uomo, nel mio lavoro, nella mia vita sentimentale.
Ho difficoltà a mantenere relazioni durature con le donne, malgrado io abbia avuto due relazioni molto lunghe anni fa.
Sono stato in cura da uno psicoterapeuta per attacchi di panico anni fa, ma continuo a vedere tutto nero.
Sento di essere un fallimento senza speranza.
Medito costantemente di suicidarmi e seriamente non ho più voglia di vivere.
Non ho più amici, mi sono completamente isolato da un po.
Non so che fare, sento che ho perduto la speranza e l'ottimismo, nonostante io provi a mettercela tutta.
Questo mi fa sentire ancora più in colpa: in fondo sono soltanto qualcuno che si crogiola nel suo vittimismo.
Provo con tutte le mie forze a reagire, ma ciò non cambia come mi sento.
Non so che fare.
[#1]
Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 372 4
Buonasera,



La situazione che descrive è complessa, sarà d'aiuto sviluppare un'idea più concreta del problema e provvedere ad un percorso per trovare una soluzione

Freud soleva dire che la salute sta nella capacità di amare e lavorare, proviamo a cominciare da qui: da quel che scrive deduco che un punto importante inerisce la sua situazione sentimentale, ed un altro il fatto di non essere al livello desiderato nel lavoro...

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[#2]
dopo
Utente
Utente
Salve,

la ringrazio per la sua cortese risposta.
Per quanto riguarda il mio lavoro, sto tentando di reagire al meglio. Ho fatto un piano dettagliato da qui ai prossimi cinque anni e sto cercando di lavorare sodo per raggiungere tutti gli obiettivi, malgrado a volte succedano eventi al di fuori del mio controllo, ma so che fa parte del gioco.
La parte più difficile riguarda le relazioni. Nonostante io non abbia in genere grosse difficoltà a interagire con altre donne, essendo stato deluso più volte non riesco più ad avere fiducia, non riesco più a lasciarmi andare. La prima cosa che penso è sempre "perché una qualsiasi donna dovrebbe stare con una persona come me?". Quindi, quasi sempre mi ritrovo a tagliare volutamente i contatti, o a non fare mai il passo successivo. Giusto perché preferisco non scoprire il peggio dopo, perché so che nessuno potrà mai amarmi per come sono e per quello che sono.
[#3]
Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 372 4
Così come ha appreso a non fidarsi, potrà apprendere a fidarsi di nuovo; un percorso psicologico la aiuterà a comprendere meglio com'è arrivato a questo e come uscirne

Le esperienze come la sua raramente lasciano il segno per il solo fatto di essere state più o meno traumatiche; più spesso fa la differenza lo stato mentale precedente, che ha trovato poi, in tali circostanze, un modo per esprimersi come sintomo, ovvero ciò che vediamo. Il più classico degli esempi è il lutto: una condizione naturale di dolore che può però sfociare in una depressione patologica se al momento della perdita la psiche era già, diciamo, "fragile", come nel caso della morte di qualcuno verso cui c'era una dipendenza affettiva

In questo senso: com'è cominciata la sua difficoltà con le donne?

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[#4]
dopo
Utente
Utente
Si, in passato ho gia seguito un percorso di psicoterapia che mi ha dato indubbiamente dei benefici. Quest'anno però il mio umore e con tutto cio che ne consegue é fortemente peggiorato in seguito alla chiusura totale dei rapporti con mio padre. E' praticamente come un lutto per me. E non riesco a venirne fuori.

I problemi con le donne sono iniziati da quando mi sono trasferito all'estero, avendo incontrato per lo più donne che si sono rivelate poco trasparenti nei miei confronti. Il tutto è peggiorato 3 anni fa, dopo aver avuto una breve relazione con una donna che mi ha fatto soffrire parecchio, e che è arrivata ad abusi psicologici notevoli (stalkeraggio, manipolazione) per poi lasciarmi. Ho "chiuso in bellezza" poi un anno fa dopo aver frequentato un'altra ragazza per un paio di mesi, relazione dalla quale sono praticamente scappato in quanto mi aveva dato segni di instabilità mentale, come la precedente.

A questo punto sono arrivato alla conclusione che attiro soltanto questo genere di persone, e che per me ormai è praticamente impossibile poter avere una relazione soddisfacente. Ne avrei bisogno, e avere una famiglia è sempre stato tra i miei programmi. Mi rattrista molto il pensare che c'è ormai un'alta probabilità che questo possa non accadere mai. Più che altro, è difficile per me accettare che in un modo o nell'altro sono una persona sola, malgrado il mio impegno per porre rimedio. Attualmente non frequento nessuno, e a dire il vero fuggo a ogni possibilità di conoscere qualcuno di nuovo, trovo sempre una scusa per fuggire via, prima ancora che le cose inizino.

La ringrazio per il suo supporto.
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Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 372 4
Le è venuto in mente suo padre

Vuole che qualcosa cambi nella sua vita? Come avrebbero dovuto andare le cose?

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