Prostatite abatterica

Sono un ragazzo di 23 anni che da circa 4 mesi soffre di prostatite. Il fastidio che ho consiste in particolare in una dolenzia fissa ma sopportabile ai testicoli e alla loro attaccatura. Il mio urologo all'esame clinico ha rilevato che la mia prostata è congesta. Mi ha prescritto varie cure a base di antinfiammatori naturali, supposte, ecc. Mai antibiotici. Abbiamo effettuato le analisi del caso in particolare: esame delle urine, ecografia testicolare che ha escluso varicocele, spermiocultura, e tampone uretrale per Clamidia e Micoplasma. Tutti gli esami sono stati NEGATIVI. Quindi appurato che non vi è presenza di infezione batterica il mio urologo ha iniziato a sostenere la tesi secondo la quale questa prostatite, che mi comporta questa dolenzia testicolare e pubica, sia dovuta da una alimentazione scorretta e da problemi nel basso intestino, sostenendo che le dinamiche intestinali influiscono molto sul corretto funzionamento e sulla salute della ghiandola prostatica. In effetti negli ultimi 8 mesi ho dovuto fare due importanti cicli di antibiotici (GLAZIDIM) una prima volta a settembre per debellare uno PSEUMONAS AERUGINOSA e una seconda volta a dicembre per debellare una infezioneal piede causata da un piccolo intervento chirurgico. Da allora ho avuto molti problemi di irregolarità intestinale, alternando periodi di stipsi a periodi di diarrea. Inoltre da sempre non seguo un regime alimentare proprio salutare mangiando spesso in pub e pizzerie o cinema. Vi domando a questo punto se, a seguito di tutti gli esami effettuati e del quadro generale intestinale da me fornito, la tesi del mio urologo, secondo la quale tale prostatite deriva proprio da problemi intestinali, è credibile o no. Eventualmente come curarla? grazie a tutti.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
Gentile Giovanotto,
in linea di massima la tesi del nostro Collega ci pare più che sostenibile. In particolare, apprezziamo la decisone di non somministrare antibiotici che, anche a nostro parere, potrebbero dare più problemi che vantaggi. Se i provvedimenti in corso non dessero risultati entro tempi accettabili (6-8 settimane) sarebbe però opportuno valutare la situazione dal punto di vista neurologico, come sindrome dolorosa cronica del pavimento pelvico (CPPS), o neuropatia del pudendo. Vedrà che il suo urlogo di riferimento non tarderà a considerare questa possibilità.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Esimio Dottore innanzitutto la ringrazio per la celerità della sua risposta, vorrei tuttavia farle una precisazione. La neuropatia del nervo pudendo non mi è nuova in quanto da vari anni, e soprattutto a causa di un utilizzo smodato di una motocicletta da cross, accuso diversi sintomi che, leggendo in rete, sono associati proprio a tale patologia: dolore perineale, bruciore perineale, intolleranza agli slip stretti, contrattura perineale, dolenzia perineale derivante dallo stare seduto ecc. Tuttavia non ho mai avuto problematiche sessuali ne soprattutto prostatiche in questi anni. Lo so per certo perchè recandomi dal mio urologo vari anni fa per questi dolori perineali ho subito almeno 2 esplorazioni rettali dalle quali si evinceva la perfetta salute della mia prostata. Alla fine ho finito per convivere con questi dolori perineali che sono sopportabili e che per me sono diventati assolutamente "normali". La cosa che mi inquieta è che Lei mi sta dicendo che potrebbe esserci un diretto collegamento tra questa mia situazione trascurata da anni e l'insorgere recente (da 4 mesi) di questa prostatite abatterica.

Lei come mi suggerirebbe di procedere???

Innanzitutto vorrei effettuare una terapia conservativa della situazione della mia prostata evitando che peggiori e sperando che magari guarisca, contemporaneamente vorrei effettuare un radicale cambio nella mia alimentazione curandola nei minimi dettagli e risolvendo questo perenne e frequentissimo alternarsi di stipsi e diarrea, infine se proprio dopo aver risolto questi problemi intestinali dai quali potrebbe derivare questa prostatite, essa non sia cessata, allora potrei approcciare il problema come da lei suggeritomi dal punto di vista delle problematiche del Pudendo.

Le pare un approccio corretto??? e soprattutto le sembra plausibile che improvvisamente dopo anni di dolori perineali senza alcuna prostatite, ora mi sia insorta tale nuova problematica??? Lei reputa il collegamento quasi certo? più di quello tra prostatite e problematiche intestinali?

grazie mille.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
Gentile Signore,
in effetti, alla luce di quel che ci ha precisato, il suo disturbo è più coerente con una sindrome dolorosa perineale, in quanto pare manchino sintomi francamente connessi con l'urinare. Il nostro Collega che la segue è al corrente dei suoi precedenti? D'ogni modo, anche la componente intestinale è molto importante e su questa bisognerà agire rapidamente con i mezzi più opportuni (probiotici, yoghurt, fermenti lattici, eccetera).

Saluti
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