Consigli adenocarcinoma prostata

buongiornoa febb 21 diagniosticato adenocarcinoma prostatico acinare
biopsia 4 frammenti 5+4 4 frammenti 4+4
diagnosi adenocarcinoma ad alto rischio in sede ct3bcn1 gleason 5+4
sconfinamento capsulare vescicole seminali linfonodi in sede otturatoria ed iliaca interna destra
terapia consigliata ormonoterapia 6 mesi poi operazione robot da vinci
operazione effettuata in data15-ott-21
con prostatectomia radicale e linfectomia estesa
referto biopsia post operazione
Diagnosi
Adenocarcinoma prostatico preda di effetti regressivi verosimilmente correlati a terapia.

La neoplasia coinvolge la base, l’apice prostatico, entrambi i lobi della ghiandola, gli stromi periprostatici, le vescichette seminali ed il margine chirurgico in sede di vescichetta seminale e base (3 mm).
Diametro tumorale 45 mm.
Invasione perineurale presente.

Metastasi linfonodale di 12 linfonodi iliaci interni dx, 8 linfonodi otturatori profondi dx, 18 linfonodi iliaci otturatori dx, 3 linfonodi iliaci otturatori sx e 11 linfonodi presacrali dx.
Presenza di estensione extra-nodale bilaterale.

Nessuna documentabile proliferazione neoplastica nel campione inviato separatamente dall'operatore
nuova terapia consigliata chemioterapia 4-6 cicli con docetaxel ormonoterapia 6 cicli con decapeptyl
chiedevo un suo consiglio in merito la ringrazio
[#1]
Dr. Alessandro Sciarra Urologo 575 34 7
Buongiorno,
situazione sicuramente complessa ed importante ma grazie alle nuove opzioni terapeutiche ci sono possibilità' di controllo di malattia importanti.
Parliamo come ha già' specificato, di un tumore ad elevata aggressività' ( Gleason score 5+4 e 4+4), ben esteso fuori della prostata e con diffusione sistemica almeno per via linfatica sui linfonodi.
La prostatectomia radicale puo' essere considerato un primo passo a rimuovere prostata vescicole e più' linfonodi possibili, ma in queste situazioni la chirurgia non e' realmente radicale ma serve a ridurre la neoplasia nella sua origine ed aiutare le successive terapie ad agire.
Sicuramente, anche se non visibile all'immagine, in questi casi e' comunque presente una neoplasia in circolo sia linfatico che ematico oltre a possibile residuo a livello locale ,che potrebbe diffondersi velocemente.
Bisogna anticipare questo evento con delle terapie successive (adiuvanti).
A mio parere considerata l'aggressività' della neoplasia e la sua estensioni fuori della prostata ( oltre che nei linfonodi), sarebbe indicato eseguire sia una radioterapia pelvica ( per agire ulteriormente sulla zona pelvica anche dopo rimozione della prostata) che una terapia sistemica caratterizzata dall'associazione di un blocco androgenico ( LHRH agonisti) con una chemioterapia con taxani (almeno 6 cicli).
E' una terapia sicuramente impegnativa ma resa necessaria da un tumore aggressivo con il quale bisogna agire di anticipo.
Importanti i controlli periodici con PET TC o TC + scintigrafia a secondo dei valori del PSA.
Un altro suggerimento. In questi tumori molto aggressivi non sempre il PSA e' un indice attendibile. Normalmente dopo prostatectomia radicale il PSA scende a valori intorno allo 0.1 ng/ml ed un aumento progressivo e' indicatore precoce di una ripresa di malattia. In tumori molto aggressivi si puo' avere una progressione senza aumento del PSA. Quindi e' importante valutare il PSA ma ancor più' utilizzare imaging per verificare l'andamento della neoplasia.

Prof Alessandro Sciarra

Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it

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