Infezione urinaria

Salve, da tre mesi soffro di questa presunta prostatite diagnosticata dal mio urologo che non sembra volersene andare.
Era partito tutto da una vena sottocutanea indurita che mi aveva portato a fissare un appuntamento e dopo qualche settimana ho avuto una forte cistite che mi ha portato ad urinare senza fermarmi.
Come consigliato dal medico curante faccio una terapia antibiotica di 12 giorni di ciproxin, passa e dopo un po si ripresentano i sintomi.
Faccio la cultura del seme e risulto positivo ad enterococcus fecaelis (500000 di carica batterica).
Il mio urologo allora mi consiglia 6 giorni di targosid 200g endovena (perchè era risultato sensibile a questo antibiotico) e dopo 4 settimane sembrava stesse scemando ma rifacendo i test esce un’altra positività al escherichia coli (50000 di carica batterica), totalmente a caso, e dopo poco si ripresentano i sintomi ma piu lievi rispetto la prima volta.
Io ora sto prendendo di nuovo ciproxin ma dubito che farà qualcosa perchè non ci sto capendo più nulla e continuo ad avere stimolo ad urinare e altri fastidi come gonfiore al retto dopo l’eiaculazione.
Cosa devo fare??
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.5k 1.7k 18
Purtroppo la "caccia" alla negativizzazione delle colture spinge alla prescrizione di ripetuti cicli di antibiotici molto energici che se da una parte possono avere una (del tutto transitoria) efficacia, dall'altra vanno a danneggiare la preziosissima flora batterica intestinale (microbiòta) con selezione di ceppi batterici sempre più resistenti ed aggressivi. Vi sono due considerazioni da fare:
1) La vera prostatite acuta a causa infettiva è piuttosto rara e quasi sempre porta febbre, anche elevata. Buona parte delle prostatiti non hanno una causa infettiva, ma sono legate ad una sempicecongestione della ghiandola, perlopiù legata ad uno stile di vita discutibile, almeno in alcuni dei suoi aspetti.
2) La spermiocoltura è un esame poco specifico, con elevato rischio di false positività, dovute alla contaminazione da parte di batteri intetsinali presenti nell'area ano-genitali e nell'ultimo tratto dell'uretra. Il suo risultato dve quindi essere non solo letto, ma soprattutto interpretato alla luce della realtà dei sintomi e del tipo di paziente.
A distanza e nell'impossibilità di una valutazione diretta, non possiamo dire molto di più.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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