Difficoltà nei rapporti - dolore e bruciore

Gentilissimi Dottori,
Sto di recente avendo dei problemi che mi impediscono di avere una vita sessuale serena.
In particolare, durante il rapporto provo forte dolore e bruciore, cosa che mi spinge sempre più spesso ad evitare il rapporto completo. Per questo motivo, finisco con l'avere con il mio partner un rapporto completo ogni mese, a volte anche ogni due (tra l'altro, la nostra è una storia a distanza)... il fatto che i nostri rapporti siano così rari mi procura molto stess a livello psicologico, non solo perché mi dispiace ma anche perché in un futuro non molto remoto vorrei avere un figlio e so bene che se continuiamo con questi ritmi sarà praticamente impossibile averne uno.
Lo scorso anno avevo anche perdite di sangue alla fine del rapporto: mi fu diagnosticata la cd "piaghetta", che curai con degli ovuli e con delle creme. A partire dalla fine del 2011 poi ho iniziato anche a soffrire di candida, che ho ciclicamente curato (da allora si è ripresentata almeno tre volte) sempre con degli ovuli e che ora cerco di prevenire utilizzando un detergente antimicotico.
Tra l'altro, temo che il bruciore possa derivare anche dall'uso del profilattico: con il mio precedente partner ho assunto la pillola (poi interrotta perché il mio medico di base mi disse che sono un soggetto a rischio trombosi... vi pare possibile?) e ricordo che allora non provavo così tanto dolore con il rapporto completo.
Sono piuttosto confusa perché non riesco a capire da cosa deriva il problema e quindi come risolverlo...
Ringraziandovi anticipatamente per l'attenzione, vi saluto cordialmente.
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Dr. Paolo Visci Ginecologo 146 5
Gentilissima , tra le cause più frequenti di bruciore e dolore nei rapporti sessuali, sono considerate le infiammazioni dell'apparato genitale femminile. E' importante che effettui un esame ginecologico insieme ad esami microbiologici cervico vaginali ed una colposcopia, l'unico esame che può dire se esiste ancora la "piaghetta" già diagnosticatale. L'ectropion, nome corretto con cui si indica la "piaghetta" è una condizione per la quale aumenta la secrezione mucosa cervicale e costituisce una condizione di rischio per il perdurare delle infiammazioni genitali che sono a sua volta "possibile" causa di infertilità.. Nel caso sia presente un ectropion, il suo ginecologo valuterà se trattarlo oltre che con rimedi locali,ovuli e lavande vaginali, anche con un trattamento fisico che consiglio sempre sia effettuato con laser vaporizzazione CO2. Quanto riferisce rispetto agli episodi di "candida" pregressi, questi stanno ad indicare appunto che da tempo Lei soffre di una alterazione delle sue difese cervico-vaginali legata alla presenza di una flogosi vaginale non completamente risolta. Sempre disponibile

Dr. Paolo Visci

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Utente
Utente
Gent.mo Dott. Visci,
Anzitutto, grazie mille per la sua cortese risposta.
Proprio domani mi sottoporrò a una visita ginecologica che spero possa aiutarmi a risolvere la questione.
Discuterò anche della possibilità di passare alla contraccezione ormonale (vorrei usare il cerotto Evra): come le scrivevo, però, il mio medico curante qualche anno fa mi consigliò di interrompere l'assunzione della pillola perché i miei livelli di antitrombina non lo convincevano. Eppure sono (tutto sommato) giovane, non fumo, non sono in sovrappeso, non ho avuto episodi di trombosi in famiglia...possibile che sia davvero un soggetto a rischio? Io all'epoca interpretai il consiglio del medico curante come derivante da un eccesso di zelo...
Infine - mi perdoni se approfitto della sua disponibilità - mi chiedevo se può esserci una correlazione tra l'assunzione della pillola e la comparsa di fibroadenomi al seno, visto che me ne è comparso uno piuttosto importante (poi asportato) proprio durante il periodo di assunzione del contraccettivo ormonale.
Grazie ancora per la sua attenzione.
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Dr. Paolo Visci Ginecologo 146 5
I fibroadenomi del seno, rispondono come lo stesso tessuto mammario normale alla stimolazione ormonale: Possono comparire durante l'assunzione della pillola, che in genere fa aumentare il turgore mammario e talvolta causano dolenzia e possono aumentare di dimensioni in gravidanza e durante l'allattamento mentre tendono a regredire in menopausa.
L’utilizzo della pillola anticoncezionale non sembra influenzare l’incidenza del fibroadenoma , ne provocarne l’aumento di dimensione, a volte confuso con il turgore mammario.
Attualmente le indicazioni all’asportazione chirurgica di un fibroadenoma si sono molto ridimensionate: è indicata infatti solo nei casi di dubbio diagnostico, di familiarità del cancro del seno, di significativo aumento delle dimensioni nel giro di un anno, o quando le dimensioni del fibroadenoma creano problemi estetici o psicologici alla paziente.
In riferimento al problema "piaghetta" le consiglierei di iniziare l'assunzione della pillola dopo avvenuta "normalizzazione " del collo dell'utero e della flogosi in atto.
Saluti








1) dubbio diagnostico
2)significativo aumento delle dimensioni nel giro di uno due anni
3)quando le dimensioni del fibroadenoma, in rapporto alle dimensioni della mammella creano problemi estetici o psicologici alla paziente.
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Utente
Utente
Grazie mille Dr. Visci, è stato davvero gentile e i suoi consulti molto esaurienti e chiari.
Le auguro un buon lavoro!
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Utente
Utente
Buonasera dottore,
Secondo lei un'antitrombina terza al 77% (valori di riferimento 75-125) è troppo bassa per assumere la pillola?
Cosa mi consiglia?
Cari saluti.
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Dr. Paolo Visci Ginecologo 146 5
Gentissima, i suoi valori di antitrombina 3 io li reputo normali, in assenza di altri fattori di rischio, per assumere la pillola.
Vengono considerati soggetti a rischio per ciò che riguarda l’uso dei contraccettivi orali, i portatori di una condizione trombofilica ereditaria: fattore V Leiden, deficit di proteina C, deficit di proteina S, deficit di antitrombina.
Ci sono cinque fattori anticoagulanti principali:
antitrombina,
proteina C,
proteina S,
trombomodulina,
inibitore del fattore tissutale.

Quando si prescrivono contraccettivi orali, è necessario fare una buona anamnesi personale e della famiglia in riferimento a casi di trombosi venosa profonda, per escludere un tratto trombofilico familiare. Solamente in questo caso va predisposto uno studio approfondito non solo del fattore V di Leiden ma dell'intero gruppo dei fattori anticoagulanti.
Saluti cari


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Utente
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Grazie mille Dottore, mi ha molto sollevata.
Cordiali saluti!