Malattia di parkinson senza tremore

Buongiorno,
mia madre ha 88 anni ed è stata curata per:
- un problema di tipo ansioso/depressivo.
Per anni ha avvertito, non sempre, tachicardia al mattino al risveglio, con la sensazione che le scoppiasse il cuore e di tremore.
E’ stata seguita da una psichiatra che le ha prescritto 1 compressa al giorno di CYMBALTA 30 mg.
e 10 gocce di Lexotan al bisogno al mattino nei casi di palpitazioni.

- dal punto di vista cardiologico è seguita da uno specialista che la cura con 1 compressa al giorno di ALMARYTM 100 mg.
e una compressa al giorno di CARDICOR 1, 25 mg.
Da tempo non si riesce a regolarizzare la pressione e c’è un continuo cambiare i dosaggi di LOSAPREX (attualmente di 50 mg) che prende da parecchio tempo.

- dal punto di vista ortopedico gli esami radiografici e la risonanza evidenziano un severo quadro di spondiloartrosi lombare con marcata riduzione degli spazi intersomatici dal soma L1 a S1; presenza di importante scoliosi lombare convessa; protusioni discali multiple dorso lombari; ernia discale L4-L5 ed L5-S1 con interessamento intraforaminale e compressione radicolare.
Motivo per il quale indossa un busto ortopedico e si imbottisce di antidolorifici per sopportare il dolore.

Pur essendo presente nello spazio e nel tempo, sono però alcuni anni che mia madre non riesce più a deambulare in maniera autonoma in sicurezza.
Più volte è caduta a casa; in una di queste occasioni ha battuto la testa in un mobile in ferro riportando un trauma cranico con punti di sutura.

Adesso cammina a stento a piccolissimi passi, di colpo si blocca, poi prova a ripartire, ma non sempre riesce e se riesce c’è il rischio che cada.
Non ha la forza di stare in piedi ferma per più di qualche minuto.
Non riesce ad alzarsi con le sue forse dalla sedia o a stendersi e rialzarsi da sola dal letto.

Ci è sempre stato detto che ciò è dovuto alla sua compromessa situazione a livello ortopedico e alla sua età, ma qualche giorno fa l’abbiamo portata da uno specialista neurologo, che ha diagnosticato una forma di Parkinson acinetico prescrivendo MADOPAR 200 + 50 mg a dosi crescenti fino a 3 compresse al giorno.

Le domande che mi premono sono tre:
1a) poiché il neurologo non mi ha dato il tempo neanche di informarlo sulle patologie che ho descritto sopra, non ha visionato nessun esame pregresso, se non i farmaci già assunti, ma è andato subito alla sua prescrizione, è possibile che se avesse esaminato soprattutto il quadro ortopedico, avrebbe potuto formulare una diversa diagnosi?

2a) per essere certo che si tratti di Parkinson acinetico, forse sarebbe meglio sentire altri pareri o fare esami specifici?

3a) è vero che una volta iniziato il trattamento con Madopar 200 + 50, non sarà più possibile interromperlo, anche in caso di controindicazioni o di nessun risultato utile; perché interrompendo il trattamento mia madre rischierebbe di trovarsi in una situazione pericolosa e peggiore di quella che vive adesso?

Vi ringrazio anticipatamente per quanto vorrete chiarirmi.
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20
Gentile Utente,

cerco di rispondere alle domande di competenza neurologica.

1. Effettuando un buon esame neurologico non dovrebbe essere difficile differenziare una problematica motoria parkinsoniana da una ortopedica.
Lei scrive "cammina a stento a piccolissimi passi, di colpo si blocca, poi prova a ripartire, ma non sempre riesce e se riesce c’è il rischio che cada" quest’ultimo fenomeno del blocco può rappresentare quello che noi chiamiamo "freezing" ed è tipico del Parkinson. Ovviamente si dovrebbe visionare per dare un parere attendibile.
Anche l'andatura a piccoli passi sarebbe compatibile.

2. Un secondo parere può sempre essere utile.

3. Molto gradualmente si può ridurre il dosaggio della levodopa (madopar) ed arrivare alla sospensione della terapia, certamente sotto diretto controllo specialistico. Importante non sospendere repentinamente.

Cordiali saluti

Dr. Antonio Ferraloro

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