Un anno complicazioni dovute ad una infezione

5 anni di cure pretrapianto, trapianto ben riuscito ma dopo un anno complicazioni dovute ad una infezione, calo di 20 chili in due anni, forte depressione curata con efexor 225 mg mattino e 5 mg zyprexa la sera, trittico e tavor.
mio marito (61 anni) a due anni e tre mesi dal trapianto dopo diversi ricoveri ospedalieri, pulizie chirurgiche antibiotici e medicine varie tra cui immunosoppressori è in uno stato depressivo forte.
Non parla quasi più, è disorientato e ha grossissime difficoltà ad avvicinarsi al cibo.
Passa la giornata tra divano e poltrona con lo sguardo fisso, come perso.
Sono molto preoccupata, so che tutto l'insieme è complesso, ma mi chiedo se non c'è un modo per uscire da questa sua contrattura, paralisi della mente.
Gli anti depressiivi sembrano non fargli nessun effetto, se non forse intontirlo di più. Ora che il problema che riguarda l'infezione è in via di grosso miglioramento la sua situazione psicologica risulta molto preoccupante.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente

la condizione potrebbe non essere un semplice quadro reattivo depressivo ma essere stato complicato dal concomitante uso di farmaci che possono aver effetti di tipo depressivo.

Non ha specificato il tipo di trapianto, potrebbero essere provate altre strategie terapeutiche.

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dopo
Utente
Utente
Non ho parole rispetto la sua prontezza, la ringrazio.

Il trapianto è uno dei più complessi, trapianto bilaterale polmonare eseguito a Padova .
interstiziopatia polmonare idiopatica
diagnosi effettuata nel febbraio 2004 (problemi a camminare, a fare lunghe passeggiate, fiatone, grosso affaticamento)
Da Marzo a Novembre 2004 terapia forte a base di cortisone a dosi massime
Conseguente grosso sbalzo glicemico con adeguata terapia insulinica
La madre inizia lentamente il suo cammino verso l'alzhaimer.
Nel 2005 rivalutazione del tutto e conferma della necessità del trapianto come unica soluzione.
Nell'Agosto dello stesso anno entra in lista di attesa.
Nell' Aprile 2007 assiste alla morte del padre.
A Dicembre stesso anno inizia ossigenoterapia.
Caduta graduale dell'umore.
La madre peggiora sempre di più e non riconosce più il figlio (unico)
Nel Febbraio muore mio padre.
Nel marzo la madre viene ricoverata alla Casa di Riposo completamente non autosufficente.
Inizia una fase depressiva sempre più pesante (attacchi di panico e notti insonni) che lo porterà nel maggio 2008 ad iniettarsi una grossa dose di insulina....con intenzioni  di “sparire“
Un mese di reparto psichiatrico curato a forti dosi di psicofarmaci Efexor Seroquel, Trittico, oltre a cortisone, insulina e tanto altro.
Esce nel Giugno, a Luglio muore la madre.
Si ristabilise gradualmente e a Settembre, sempre in ossigenoterapia, ritorna al lavoro riacquistando pian piano il suo equilibrio e le sue capacità in attesa del trapianto  che accetta e desidera.
il 1 Agosto 2009 viene chiamato e dichiarato idoneo ad un trapianto bilaterale.
Eseguito l'intervento con ottima riuscita.
In terapia intensiva ha difficoltà a ritornare lucido ed a gestire da subito i nuovi polmoni.
Viene tracheostomizzato e per 5 giorni sedato profondamente e paticata una ginnastica passiva per salvare i polmoni e lui. Il tutto riesce, ma la sua permanenza in terapai intensiva si allunga a 35 giorni.
Ne esce e rimane altri 35 giorni in reparto.
70 giorni senza cibo, solo nutrizione per via parenterale per problemi di  deglutizione dovuta al tracheostoma.
Esce il 10 ottobre 2010 con 15 chili in meno.
Controlli ed esami costanti.
Nel gennaio 2010 compare la positività del CMV ed iniziano le dosi alte di antivirale (GANCICLOVIR) 
Ad inizio settembre compare un ascesso sulla ferita che viene inciso e fatto tampone: PSEUDOMONAS AUREGINOSA MULTIRESISTENTE.
Un inverno di antibiotico in vena e ferite da medicare.
Di nuovo a casa dal lavoro a cui era rientrato nel Marzo 2010.
Un grande abbattimento.
Non ci sono miglioramenti, ma peggioramenti del tono dell'umore.
Dal Giugno 2011 viene curato, con buoni risultati, al S. Orsola Bologna dove tuttora viene seguito.
Polmoni ottimi, infezione in via di scomparsa....ma lui è traumatizzato, chiuso in se stesso, sguardo fisso, fuori connessione anche con i figli, non vede orizzonte, uscita dal tunnel.
In questo momento in cui c'è bisogno di motivazione, in cui vien sostenuto dai medici al meglio, lui non c'è.
Si è aggiunta a Gennaio scorso la morte di un grande amico, un uomo di grande spessore.
Prende, come se fosse acqua, Efexor 225 mg. il mattino, Zyprexa 5 mg la sera. Tavor per dormire.
Con fatica, ma la notte dorme. Di giorno vegeta, letteralmente. Non è agganciato alla vita.
Mangia poco e senza appetito.Gli mancano 20 chili.
Se non reagisce e si risveglia......non vedo futuro.



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