Sindrome extrapiramidale e sessualità

Salve.
Desideravo un chiarimento.
Esiste una correlazione tra sindrome extrapiramidale in trattamento ed una serena vita sessuale oppure quest'ultima può subire una forte influenza psicologica in negativo?
In altre parole, i farmaci antiparkinsoniani possono influenzare negativamente la vita sessuale o entrano in gioco fattori legati all'"ansia di non farcela" della sfera socio-emitiva?
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

rispondo affermativamente, la situazione della sessualità nella persona che soffre di Parkinson può risultare modificata.
Noi qui non formiamo risposte genericamente informative; dunque se lei riscontra in sé sintomi specifici che desidera approfondire, replichi qui riformulando la domanda in maniera più concreta.
Nel caso sia in coppia, non dimentichi di parlarci dei comportamenti in risposta della persona che sta con Lei.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
Buonasera e grazie per la risposta. Con la mia domanda intendevo conoscere sino a che punto la chimica prende il sopravvento sull’emotività e sulle paure che la malattia incute. Può magari trattarsi di una mia tendenza ad ingigantire ?
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
La Sua torna ad essere una domanda generale, quasi filosofica.
Se invece accenna qui a Suoi concreti disagi o disturbi fisici o psichici, oppure a disfunzioni, il tutto connesso alla sessualità come da titolo (Sindrome extrapiramidale e sessualità) la risposta può essere più specifica.

dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
Egregia dott.ssa, come si fa a riconoscere se a monte di un qualche problema c’è un disagio psichico o una forma di disfunzione fisica indotta dall’uso di certi farmaci? So di certo che non c’è alcun calo del desiderio o presenza di disfunzione erettile. So solo di bloccarmi non appena sono vicino alla mia compagna. Aumenta il tremore da ansia tipico dei parkinsoniani e non riesco ad avere un rapporto sereno. Ecco da dove si generano alcuni filosofici dilemmi che abbassano il livello di autostima. Sto sbagliando nella mia ricostruzione e interpretazione? Saluti e grazie
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

nell'ambito sessuale non è affatto semplice distinguere se
"..a monte di un qualche problema c’è
.un disagio psichico o
.una forma di disfunzione fisica indotta dall’uso di certi farmaci.." o, aggiungerei,
. le manifestazioni di una patologia quale quella di Parkinson.

Quasi tutte le disfunzioni sessuali (ad es. il "bloccarmi") sono multifattoriali.
Nel caso della patologia fisica di cui Lei soffre, l'accentuarsi del tremore a fronte dell'ansia è prevedibile. L'aspetto psichico di cui noi Psy ci occupiamo consiste nel capire il perchè del ".. bloccarmi non appena sono vicino alla mia compagna.." e di modificare gli schemi ideativi che sottendono.
.Dipende dal 'comportamento in risposta' della sua compagna?
.Dalla sua aspettativa negativa che ciò accada ?
.Dalla mancata accettazione da parte Sua del Parkinson e di quelle alcune limitazioni che ciò comporta?
Del resto ogni patologia cronica implica un intenso lavoro interiore di adattamento e di accettazione; che sicuramente facilità la convivenza con la malattia e minimizza gli eventuali limiti anche sessuali

Forse se ne può fare una questione quasi filosofica. Ma per me Psicoterapeuta e sessuologa clinica FISS l'obiettivo macro, e quello che propongo a chi mi interpella, è di vivere al meglio possibile (la sessualità e tutto il resto) individualmente e in coppia.
Ma ciò non interpella solo il sapere, e nemmeno solo il capire,
bensì un insieme di fattori personali e relazionali che coinvolgono anche l'agire.

Spero di non aver fatto, anch'io, filosofie.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
Gentilissima, grazie per la sua risposta. Credo che abbia centrato il reale bersaglio. Le mie paure e perplessità per il mostro chiamato Parkinson nascono dalle letture di tutto il materiale reperibile in Rete e sicuramente ingigantito o non adeguatamente compreso da un’adeguata conoscenza e competenza medica. La mia sindrome è fortunatamente ancora allo stadio iniziale e non comporta disagi e difficoltà rilevanti. Sono io che masochisticamente leggo e guardo filmati in Rete che mi tolgono fiducia e autostima, al punto tale da farmi pensare a presunte difficoltà legate a disfunzione erettile o ad effetti collaterali dei farmaci. Mia moglie mi è vicina. Mi rassicura e litiga se cerco troppe pseudo informazioni in Rete. Anche il neurologo mi ha consigliato di non leggere o farmi condizionare. Purtroppo, penso che ancora non abbia interiormente elaborato la fase del lutto successiva alla scoperta del mostro. Come mi ha scritto nell’ultimo post, credo di dover lavorare tanto su questo, prima che certi pensieri ansiosi sfocino in forme depressive amiche del Parkinson, rendendo vani i miei sforzi di volercela fare. Come si fa quasi a reprimere slanci naturali che ho normalmente avuto sino a non molti mesi fa? Mi dia qualche suggerimento pratico se può. Cordialmente
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

anche Lei ha centrato i bersagli nella Sua ultima replica.
- E' proprio necessario fuggire dalla Rete. "non leggere o farmi condizionare", ma se si legge è inevitabile farsi condizionare .. e dunque..
- Ci dice inoltre: "Purtroppo, penso che ancora non abbia interiormente elaborato la fase del lutto successiva alla scoperta del mostro". Concordo; Lei sembra essere tuttora nella prima fase dell'elaborazione del lutto, quella del *rifiuto*, che si manifesta nel suo caso:
- o attraverso l'intellettualizzazione (il trattarla come una questione teorico-filosofica),
- o altri meccanismi di difesa per evitare di guardare negli occhi con fermezza "il mostro".

Mi fa piacere la Sua domanda concreta:
"Come si fa quasi a reprimere slanci naturali che ho normalmente avuto sino a non molti mesi fa? Mi dia qualche suggerimento pratico se può."

Domanda mia: perche "reprimerli"?
Tutto avviene fortunatamente come prima dentro di Lei (mi riferisco al desiderio), solo che ora deve fare i conti con qualche modifica/limitazione fisica. Che dire del resto di buona parte delle persone anziane, allora, che quotidianamente devono fare i conti con il mal di schiena, i reumatismi e altro? Eppure non si arrendono ad una esistenza asessuata, ben intuendo che:
la sessualità fa parte della vita finché si è viv*;
è un buon antidoto contro il lutto;
le endorfine prodotte sono un antidolorifico naturale;
ed infine che la propria compagna ha bisogno e desiderio (anche in quel senso) per conservare propria identità di donna (femmina) evitando di trasformarsi in infermiera.

Forse Le sembreranno parole troppo "decise", ma - mi creda - dipende dall'esperienza clinica di sessuologa nell'ambito specifico, che mi porta ad occuparmi non solo di chi soffre di tale sindrome, ma anche della persona che si ama al fine di raggiungere un risultato ottimale di adattamento interiore, relazionale e operativo. A questo proposito sembrerebbe che Sua moglie abbia molto buon senso.

Sulla malattia cronica e su come la singola persona reagisce, forse possono servirle alcune delle riflessioni in questo mio articolo:
https://www.psicologi-italia.it/disturbi-e-terapie/varie/articoli/la-malattia-cronica-nella-vita-della-persona.html .

Si senta libero di replicare o di riscrivere qui se e quando ne sentirà il bisogno.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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dopo
Utente
Utente
Gentilissima, grazie per il suo tempo e per gli utili consigli elargiti. Non mancherò sicuramente di farne tesoro. Grazie anche del suo illuminante articolo, grazie al quale potrò rileggere certi avvenimenti da una prospettiva più obiettiva e meno faziosa. Saluti
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Le auguro di cuore un buon percorso interiore.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
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