Ansia per partenza
Buongiorno, sono un ragazzo di 32 anni, insegnante di sostegno.
Lo scorso anno per la prima volta ho lasciato casa per insegnare per la prima volta trasferendomi dalla Sicilia (dove vivo con la mia famiglia) alla Lombardia.
I primi giorni sono stati un vero e proprio trauma con frequenti attacchi di panico e ansia mai sperimentati in tutta la mia vita dovuti alla lontananza da casa, dalla solitudine e dalla mancanza degli affetti più cari.
Con il passare dei mesi sono poi riuscito a trovare un equilibrio e un buon grado di serenità nonostante la lontananza dalla famiglia e dalla fidanzata si facesse comunque sentire.
Questa estate sono tornato a casa e ora al momento della partenza per tornare a lavorare in Lombardia mi sto ritrovando in uno stato di ansia molto simile a quella dello scorso anno.
Purtroppo la mente non riesce a concentrarsi sui bei momenti passati nel corso dello scorso anno scolastico ma teme invece di rivivere il trauma profondo patito lo scorso anno tanto da desiderare di non partire più e non so davvero come affrontare la questione.
Grazie a chi risponderà.
Lo scorso anno per la prima volta ho lasciato casa per insegnare per la prima volta trasferendomi dalla Sicilia (dove vivo con la mia famiglia) alla Lombardia.
I primi giorni sono stati un vero e proprio trauma con frequenti attacchi di panico e ansia mai sperimentati in tutta la mia vita dovuti alla lontananza da casa, dalla solitudine e dalla mancanza degli affetti più cari.
Con il passare dei mesi sono poi riuscito a trovare un equilibrio e un buon grado di serenità nonostante la lontananza dalla famiglia e dalla fidanzata si facesse comunque sentire.
Questa estate sono tornato a casa e ora al momento della partenza per tornare a lavorare in Lombardia mi sto ritrovando in uno stato di ansia molto simile a quella dello scorso anno.
Purtroppo la mente non riesce a concentrarsi sui bei momenti passati nel corso dello scorso anno scolastico ma teme invece di rivivere il trauma profondo patito lo scorso anno tanto da desiderare di non partire più e non so davvero come affrontare la questione.
Grazie a chi risponderà.
Buonasera, gli attacchi di panico e di ansia sono oggi molto diffusi, tanto che circa il 60- 65% degli accessi in Pronto Soccorso per problemi cardiaci sono proprio attacchi di panico. Naturalmente si possono prescrivere farmaci, che però alla lunga sono da valutare attentamente.
La psicoterapia consigliata dalle linee guida è quella cognitivo comportamentale, che prevede protocolli efficaci per questi tipi di disturbi, ed inoltre come lo sottolinea il termine stesso, si vanno a modificare gli aspetti cognitivi, quelli comportamentali e si fanno emergere con consapevolezza le emozioni che ne derivano.
Inoltre solitamente in questi casi sono percorsi terapeutici abbastanza brevi, salvo non vi siano dei disturbi di personalità sottostanti, in tal caso sarà necessario allungare i tempi per affrontare prima questi disturbi.
Resta comunque il fatto che il percorso cognitivo comportamentale ha un altissimo grado di efficacia, se la persona segue le indicazioni e dei lavori a casa che vengono proposti dopo l'ora di seduta.
Praticamente la terapia continua implicitamente anche dopo, fuori dallo studio perché va a sedimentare tutti quegli aspetti che vengono smossi in terapia.
Le auguro buona fortuna.
La psicoterapia consigliata dalle linee guida è quella cognitivo comportamentale, che prevede protocolli efficaci per questi tipi di disturbi, ed inoltre come lo sottolinea il termine stesso, si vanno a modificare gli aspetti cognitivi, quelli comportamentali e si fanno emergere con consapevolezza le emozioni che ne derivano.
Inoltre solitamente in questi casi sono percorsi terapeutici abbastanza brevi, salvo non vi siano dei disturbi di personalità sottostanti, in tal caso sarà necessario allungare i tempi per affrontare prima questi disturbi.
Resta comunque il fatto che il percorso cognitivo comportamentale ha un altissimo grado di efficacia, se la persona segue le indicazioni e dei lavori a casa che vengono proposti dopo l'ora di seduta.
Praticamente la terapia continua implicitamente anche dopo, fuori dallo studio perché va a sedimentare tutti quegli aspetti che vengono smossi in terapia.
Le auguro buona fortuna.
Dott. Gabriele Olivieri
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 169 visite dal 30/08/2025.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.
Consulti simili su ansia
Consulti su disturbi d'ansia
Altri consulti in psicologia
- Ansia da prestazione: è normale e come affrontarla?
- Ansia, isolamento e futuro: terapia è sufficiente?
- Disagio in terapia: le espressioni della terapeuta compromettono il lavoro?
- Sessualità stravolta: aumento desiderio e attrazione per uomini (genitali).
- Dipendenza dagli orgasmi: è possibile?
- Ansia dubbio voglia di vivere oppure morire